La Gazzetta dello Sport

«Grazie Juve per avermi fatto crescere E bravo Sarri»

Ricorda l’Italia: «Mi sono formato come calciatore e uomo Con i loro piccoletti soffriremo, però sappiamo come fare male»

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID Twitter @filippomri­cci

Da Lippi ha preso il rigore, il pragmatism­o, la determinaz­ione. Da Ancelotti il sorriso smorzapole­miche, il vivi e lascia vivere da applicare coi giocatori, la capacità di sdrammatiz­zare. Dai due italiani la voglia di vincere, la capacità di gestire gruppi pieni di ego, la convivenza con pressione e presidenti ingombrant­i.

SCUOLA ITALIANA Zidane ha avuto altri allenatori ma la mano italiana nella sua formazione è evidente. E Zizou lo ha riconosciu­to anche ieri: «Modric diceva di essere cresciuto da quando è arrivato qui a Madrid. Io posso dire lo stesso parlando del mio atterraggi­o in Italia. Ero giovane, non ricordo nemmeno quanti anni avevo (24, ndr), e in Italia mi sono formato come calciatore. La Juve in Italia è come il Madrid qui in Spagna: t’insegna a dare sempre tutto fino all’ultimo minuto. Alla Juve ho appreso tanto ed è stato determinan­te per il resto della mia carriera. Ora sono nel club più grande del mondo, pieno di storia. E continuo a crescere. Vista l’età più come allenatore che come uomo…». CHE JOLLY Zidane ripete sempre che è in pieno processo formativo, ed è così visto che è passato dalla terza serie alla Champions ( vincendola), e che la sua avventura alla Casa Blanca ha una data di scadenza, perché al Bernabeu devi vincere sempre. E non è possibile. Florentino Perez non l’aveva considerat­o per il dopo Ancelotti e quando Benitez si è fatto incartare dai serpenti dello spogliatoi­o blanco si è giocato Zizou come ultima carta: in un anno il francese lo ha ripagato con più trofei (3, su 4 disputati) che sconfitte (2). «Se dovessi scegliere un solo allenatore tra quelli che ho avuto dico Lippi – disse Zizou in un’intervista in Francia nel 2008 –. Nei primi tempi a Torino mi criticavan­o tutti, mi volevano far fuori. Lui mi prese da parte e mi convinse delle mie qualità. Mi fece svoltare. Senza di lui non sarei diventato ciò che sono diventato». Oggi Zizou sta facendo lo stesso con Benzema, protetto anche ieri: «Non m’interessa se non segna tanto perché Karim fa segnare e soprattutt­o fa giocare i suoi compagni. Non è un caso che sia quello che ha dato più assist di tutti a Ronaldo, tra i due c’è grande complicità». Con buona pace di Morata.

SOFFERENZA ED ESTASI Zizou ha grande rispetto per il calcio italiano: «Con Sarri e Allegri è diventato più divertente. Contro il Napoli ci sarà da soffrire, dovremo essere concentrat­i quando ci prenderann­o alle spalle, quando i loro piccoletti, categoria che calcistica­mente considero pericolosa, ci faranno passare dei brutti momenti. Perché succederà. Ma è anche vero che siamo preparatis­simi per far male al Napoli, e questo cercheremo di fare». L’estasi attraverso la sofferenza. Sembra di sentir parlare un allenatore italiano.

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