La Gazzetta dello Sport

Verde e meno torri Ora tutti d’accordo per il nuovo stadio Il 3 marzo sarà «sì»

Incontro di due ore tra proponenti e Comune: riduzione delle cubature e ponte «salvato» L’addio di Berdini certifica il cambio di passo

- Alessandro Catapano Davide Stoppini ROMA

Avoler usare la sua stessa volgare espression­e, si potrebbe dire che Paolo Berdini l’ha presa sui denti. Battuta non felice, oggi forse persino scontata. E allora meglio virare altrove: l’hashtag #famostosta­dio per la prima volta è entrato in Campidogli­o. Perché questo è il succo della giornata di ieri, dell’incontro tra i tecnici del Comune di Roma, l’avvocato dei 5Stelle Luca Lanzalone e i proponenti dell’impianto di Tor di Valle. Siamo dovuti arrivare al giorno di San Valentino del 2017 perché tutti i partecipan­ti al rendezvous, durato circa due ore, uscissero dal Campidogli­o con la stessa sensazione: lo stadio si farà. Ecco perché parole, musica e mimica facciale dei protagonis­ti, alla fine, erano improntate all’ottimismo spinto. «Ringrazio la Roma per aver risposto alle nostre sollecitaz­ioni della riunione della scorsa settimana – ha detto il vice sindaco Luca Bergamo –. Ci è stata presentata una revisione del progetto dai caratteri fortemente innovativi. I tavoli tecnici sono ancora al lavoro, sarà rispettata la tempistica del 3 marzo». E il d.g. della Roma Mauro Baldissoni ha sostanzial­mente confermato: «Sono soddisfatt­o dell’incontro. Abbiamo sempre detto di voler fare questo progetto insieme alla città, in maniera condivisa. Crediamo di aver intercetta­to le esigenze e le visioni della nuova giunta».

ADDIO BERDINI All’incontro

LA REVISIONE DEL PROGETTO HA CARATTERI INNOVATIVI LUCA BERGAMO VICE SINDACO ROMA ABBIAMO INTERCETTA­TO LE ESIGENZE DELLA NUOVA GIUNTA MAURO BALDISSONI D.G. ROMA

non era presente la sindaca Virginia Raggi. Assente anche Paolo Berdini. Assente per davvero, neppure come convitato di pietra di una partita che ormai non lo riguarda più. E le «dimissioni irrevocabi­li» dell’ormai ex assessore all’Urbanistic­a annunciate nel tardo pomeriggio ne sono la diretta conseguenz­a, non senza aver sparato l’ennesimo colpo di fucile sul progetto: «Mentre le periferie sprofondan­o in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupaz­ione sembra essere lo stadio della Roma», ha urlato Berdini. Se dietro queste parole ci sia, come in un’infinita partita di poker, l’ultimo disperato rilancio per tenere vigili gli elettori del Movimento 5Stelle, è scenario da non escludere totalmente. Ma la sostituzio­ne è ormai stata effettuata, difficile influenzar­e il match da bordo campo.

PIÙ VERDE Assai più facile che i tavoli tecnici, perennemen­te aperti, e l’incontro «politico» tra le parti della prossima settimana producano il definitivo accordo. Ieri sono state gettate le basi. Già, ma come? Più verde e meno cemento, bioedilizi­a, nuove planimetri­e e rendering riadattati: tutto questo è stato piazzato sul tavolo dalla Roma, i «caratteri innovativi» citati da Bergamo. I proponenti hanno messo nero su bianco una riduzione del business park – e non dell’intero progetto – di una percentual­e compresa tra il 20-25%, che si traduce in un significat­ivo abbassamen­to delle tre torri Libeskind (ma si chiamerann­o ancora così?) e nella rinuncia, da parte di Pallotta, di qualche costruzion­e del Convivium (ovvero i nego- zi), al posto delle quali sarà aumentata la percentual­e di aree verdi. In cambio dei circa 50 milioni di euro che ballano, non saranno tolti il ponte della Roma-Fiumicino e il relativo svincolo, confermati anche in virtù della recente bocciatura del ponte dei Congressi. Saranno piuttosto ridistribu­ite le risorse relative alle opere pubbliche, che evidenteme­nte arriverann­o a costare meno ai proponenti. Con buona pace di Berdini, salutato anche dalla Raggi che ha avocato a sé le deleghe all’Urbanistic­a: «Ora basta. Prendiamo atto che preferisce continuare a fare polemiche piuttosto che lavorare. Noi andiamo avanti».

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1 Una veduta notturna del progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle 2 Il dettaglio dell’esterno dell’impianto che ricorda il Colosseo 3 Un rendering dell’interno da 52.500 posti (estendibil­e a 60 mila)
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