Rosa, il futuro è adesso «Sky è il team migliore che potessi scegliere»
Diego debutta in Andalusia: a ottobre aveva sfiorato il Lombardia (2°). «Quelle accuse di Martinelli? Mi hanno dato fastidio»
Non ha esitazioni a definire il team Sky «la scelta migliore che avessi potuto fare». E dire che Diego Rosa viene da due stagioni all’Astana di Nibali e Aru, quindi già una realtà di primissimo piano. Ma adesso che è pronto a debuttare con i nuovi colori — succederà oggi alla «Vuelta Andalucia» (Eurosport 2 dalle 15.30) dove affianca Landa e, tra gli altri, trova Contador, Valverde e Pinot — il passato si può considerare definitivamente archiviato. Anche se uno sguardo all’ultima istantanea del 2016 agonistico — il Lombardia sfiorato, 2° dietro a Chaves — va dato.
Rosa, quel giorno il suo d.s. Giuseppe Martinelli la accusò pesantemente, disse che aveva buttato via il successo. Come l’ha presa?
«Ci ho messo una pietra sopra ormai, però quelle parole mi hanno dato fastidio. Io all’Astana ho sempre dato il 110 per cento, con fedeltà e in ottimi rapporti con tutti. Diciamo che ci poteva essere più signorilità. Ogni tanto se non si parla è meglio».
Perché ha deciso di cambiare per andare a Sky?
«Ho firmato per tre anni e se avessi pensato solo ai soldi avrei fatto un’altra scelta. Sky è la squadra che ti mette nelle condizioni ideali per fare il corridore. Chiaro che poi devi metterci del tuo, ma i presupposti sono ideali. La cura dei dettagli è fondamentale in tutto questo. Un esempio: in altura, al Teide, avevamo anche le bici da crono e abbiamo potuto allenarci al meglio».
Com’è stato l’inserimento nel gruppo?
«Facile, in molti abitiamo a Montecarlo e dintorni e la squadra ha una villetta-magazzino dove ci raduniamo e partiamo per gli allenamenti, con il massaggiatore a disposizione. Ho pedalato spesso con Puccio, Poels, Thomas, POKER Diego Rosa ha raggiunto a Sky altri tre italiani: Gianni Moscon, Salvatore Puccio ed Elia Viviani Rowe e Froomey (a Sky tutti chiamano così il re del Tour, ndr)».
Com’è Froome visto da vicino?
«Un capitano vero. Carattere forte, serio, sa quello che vuole e ciò che deve fare».
Ha definito il suo programma di corse nella prima parte di stagione?
«Sì. Ruta del Sol, Strade Bianche, Tirreno- Adriatico, Volta Catalunya, Tour of the Alps, Giro d’Italia».
Niente Liegi-Bastogne- Liegi?
«No».
Perché? L’anno scorso era stato 10°, miglior italiano.
«Ne ho parlato con il team. Andare alla Liegi anche solo al 90% è da stupidi, bisogna fare un avvicinamento ad hoc. Se ne riparlerà nel 2018».
Al Giro d’Italia Sky schiererà Geraint Thomas e Mikel Landa. E lei?
«Battitore libero pronto a sfruttare occasioni un po’ particolari come una fuga da lontano».
Si aspettava di essere capitano?
«No, sarebbe stato stupido pretenderlo in un team come Sky che ha atleti fortissimi specie in salita. Thomas e Landa partiranno sullo stesso piano e hanno dimostrato più di me. Non è un problema aiutarli. Poi, se vai forte, lo spazio te lo crei da solo».
Come vede in generale il prossimo Giro d’Italia?
«Molto diverso dall’ultimo a cui ho partecipato, nel 2015, quando c’erano solo due squadre che lottavano per la generale: la Tinkoff di Contador e noi dell’Astana con Aru e Landa. Stavolta ce ne saranno molte di più. Sarà devastante, una battaglia perenne».