La Gazzetta dello Sport

Goggia d’attacco «Devo salvare me stessa dal flop»

Sofia: «In gigante sarò leggera». «Poi in Coppa cercherò di stare tra le migliori... ». Una frecciata alla Brignone?

- Marisa Poli INVIATO A ST.MORITZ (SVIZZERA)

Quarantott­o ore dopo la batosta del quarto posto in discesa, Sofia Goggia guarda all’ultima possibilit­à di questi Mondiali. Il gigante di domani con le compagne di squadra salite sul podio come lei: Federica Brignone (l’unica con un successo, nell’ultima prova a Plan de Corones), Marta Bassino e Manuela Moelgg.

Sofia, superata la delusione della medaglia di legno?

«Penso che sia stata la gara che mi ha fatto più piangere nella mia carriera. Ma ormai è nel passato, non si può più cambiare e basta. Rimane importante perché ha fatto crescere ancora di più la consapevol­ezza di quello che valgo».

Rifarebbe tutto di questi Mondiali?

«No, al superG andrei al cancellett­o con un altro atteggiame­nto. Mi sono trovata per la prima volta in una situazione del genere, non sapevo come fare. Ero inesperta. Ma per la gara di combinata e per la discesa si, nessuna recriminaz­ione, né rimpianto. E in discesa non è stata sfortuna, ma un errore mio».

Obiettivi per il dopo St. Moritz?

«Ora mi concentro su questo gigante, è da un po’ che non mi alleno in questa disciplina. Poi cercherò di restare tra le migliori della coppa del Mondo, questa è ironica… (sorride, il riferiment­o è alla battuta della Brignone che dopo la sua uscita in combinata aveva commentato: “hanno vinto le migliori”). A parte gli scherzi, vorrei continuare con il trend dei podi».

Si sente il peso di dover portare una medaglia all’Italia che ancora non ne ha?

«Devo salvare me stessa, perché se non andrà bene il gigante si titolerà: “Goggia, flop mondiale”. Cercherò di dare tutto, devo dire che il fatto di non aver vinto l’oro in discesa mi ha tolto tensione. Era quello a cui tenevo di più, ora che non è arrivato dico ciao e parto più leggera in gigante».

Nove podi finora, perché non arriva questa vittoria?

«Sono arrivata ai Mondiali senza vittorie perché ho sempre commesso errori. Se li tolgo, vinco con margine. Ma se continuo a fare errori è perché mi manca qualcosa per vincere. Forse è sempliceme­nte perché non sono pronta. Ma secondo me è una questione tecnica, del tempo che mi devo concedere per arrivare a un livello alto».

Ci vorrebbe una gestione tecnica diversa?

« Certo, un team privato mi piacerebbe. Ma bisognereb­be avere i fondi. Ma c’è il rovescio della medaglie: Perché un team privato è bello, ma anche pesante».

Lo trova giusto per la squadra, per le compagne?

«Una squadra ha un obiettivo comune, noi siamo un gruppo con un obiettivo in comune. La carriera è di ogni atleta. Per dire: ognuna di noi ha un preparator­e personale. Bisognereb­be trovare un compromess­o, ma io al team privato non ci ho ancora minimament­e pensato. A fine stagione ci siederemo a un tavolo e vedremo che cosa fare».

Per esempio?

«E’ come un’orchestra, ma così piccola che se stona uno strumento salta per aria tutto. Noi siamo una banda, più grande, se qualcuno ogni tanto va fuori tempo, va bene lo stesso. E poi a lavorare da soli è anche noioso. All’Italia non manca nulla, forse ci vorrebbe una migliore organizzaz­ione nei piccoli dettagli. Sui tempi della preparazio­ne fisica, per esempio, ma con un gruppone bisogna dividere la minestra. Ma già con la squadra delle polivalent­i è stato fatto un passo avanti».

Si è sentita supportata dalla squadra in questo Mondiale?

«Sì, come in tutta la stagione. Qui ho sbagliato io, ma tutti hanno collaborat­o per raggiunger­e gli obiettivi, ognuno ha fatto del suo meglio».

Le è mancato lo psicologo della squadra con cui ha collaborat­o spesso?

«Sì, è stato un peccato che non ci sia stato Beppe Vercelli qui, nel momento cruciale, all’appuntamen­to più importante della stagione. Quello sì, mi è mancato, come a tutti gli atleti che ai Mondiali hanno qualche pensiero in più. Io i pensieri li ho avuto prima del superG, nelle altre due gare davvero sono scesa senza pressione».

Discesa, superG, combinata, gigante. A quale teneva di più?

«La discesa, voglio dire: un oro in discesa per me vale tantissimo. Poi il superG è la specialità in cui mi sento più a mio agio, ma in questa stagione non sono riuscita a trovare la quadratura. In generale mi sento più a mio agio con una manche sola, tutto e subito, un po’ come nella vita».

L’ANALISI «SuperG: errori d’approccio. Discesa e combinata: niente rimpianti. Team privato? A fine stagione vedrò...»

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REUTERS Sofia Goggia, 24 anni, bergamasca, 9 podi stagionali in Coppa del Mondo
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Sofia Goggia ai Mondiali di St.Moritz: 10a in superG, 4a in discesa, fuori nello slalom di combinata

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