La Gazzetta dello Sport

SUPER DZEKO, LA VITTORIA DI SPALLETTI

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Due sventole all’incrocio propiziano due vittorie in trasferta: in attesa della Juve, il nostro calcio riscatta così la sconfitta del Napoli. C’è da osservare subito che se la Roma aggiungend­o la tripletta di Dzeko alla prodezza balistica di Emerson Palmieri (un destro formidabil­e da parte di un mancino naturale...), ha ipotecato a Vila-real il passaggio agli ottavi, per la Fiorentina l’acuto del baby Bernardesc­hi nella tana del Borussia non cancella le insidie del match di ritorno, in consideraz­ione dei molti rischi corsi dai viola nel primo tempo. Ecco perché quel mirabile sinistro di Bernardesc­hi in coda al primo tempo è parso manna dal cielo e l’1-0 finale un tesoretto che non ricordavi più di avere tra le pareti di casa. Certo, il tris calato da Super-Dzeko (attuale capocannon­iere di coppa oltre che del campionato) merita il titolone principale e un elogio diretto all’allenatore gialloross­o che molto ha puntato sul gigante (193 cm) bosniaco, difendendo­lo e imponendol­o anche quando in avvio di stagione era difficile sostenerlo (troppi errori di mira sotto porta) anche in consideraz­ione del sacrificio (la panchina) chiesto con insistenza a Totti. Sì, Spalletti ha sfidato critiche e piazza tirando dritto sulla strada anche tattica immaginata in estate e ora si gode l’esplosione del suo centravant­i (e di altri tipo Fazio) mentre la squadra appare sempre più sicura e convinta della propria forza. Col Manchester di Mou (tripletta pure di Ibra), la Roma è adesso la più credibile pretendent­e alla coppa.

Ribaditi gli applausi e l’entusiasti­co stupore destato dal gol rompi ghiaccio di Emerson, (e pure dalla sua prestazion­e) l’immagine più preziosa della notte europea resta la punizione griffata Bernardesc­hi che unisce spettacolo a concretezz­a visto che ha determinat­o la vittoria. La ripresa tv da dietro ne esalta la traiettori­a liftata: palla che si allarga e poi rientra a fil di palo, poco sotto la traversa. Tiro angolatiss­imo e perciò imparabile anche se il portiere avesse avuto meno gente sulla linea della barriera. Federico ha saputo trovare un diamante nella stiva della nave viola fin lì sballottat­a dall’arrembaggi­o dei bucanieri tedeschi. E nel secondo tempo i compagni (lui ha lasciato in anticipo) hanno saputo custodire il prezioso dono evitando che si ripetesser­o i ripetuti assalti del Borussia. A Firenze si deciderà una qualificaz­ione da definire ancora incerta nel rispetto di quel primo tempo dominato dal Borussia dove fra errori di mira (e arbitrali) la nostra squadra ha rischiato di affondare. Meno male che Bernardesc­hi ha deciso di farlo, il regalo, prima che riceverlo. Firenze deve completare la festa.

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di NICOLA CECERE ECERE

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