Bernardeschi, un gol alla Messi Blitz Fiorentina, ottavi più vicini
1Federico, compleanno con perla Abbattuto il Borussia, coraggioso ma leggero: il ritorno è in discesa
Più che ricevere un regalo di compleanno (23 ieri), l’ha fatto lui alla Fiorentina. E a Federico Bernardeschi il pacco non l’hanno neanche portato. Se l’è scartato da solo, prendendosi con un dribbling di tacco una punizione poi recapitata all’incrocio sopra la testa di Sommer con sintesi perfetta: coraggio, potenza, precisione. Il suo 6° gol da fuori area in questa stagione, e per capirsi solo Messi (9) ha fatto meglio nei 5 top campionati europei in tutte le competizioni.
INCUBO PRIMO TEMPO Un regalo per la Fiorentina: questa è una vittoria pesantissima, a patto di saperla gestire bene fra una settimana. Un regalo per se stesso nonostante Sousa, dopo averlo messo alle spalle di Kalinic, l’abbia tolto dal campo già dopo un’ora: sostituzione terapeutica, a patto di non dimenticare che ora Berna, al di là dei gol che segna, è un centro di gravità importante di questa squadra. Perché le offre strappi e iniziative che la scuotono se indugia in certi suoi tran tran, non solo palloni persi. Ieri l’unico bagliore di luce in 45’ di passività prolungata, rimediati con una ripresa un po’ più equilibrata e coraggiosa, di sicuro meno sofferta, pur perdurando una sostanziale latitanza offensiva. A fronte dei buoni segnali difensivi – seconda gara di fila senza gol presi – va letto anche un dato eloquente: la Viola ha toccato solo cinque palloni nell’area avversaria. Ed è un numero che chiama in causa tanto più le responsabilità del Borussia. Al quale dopo appena 16’ è mancato un rigore chiaro per fallo di Maxi Olivera su Hermann – e chissà che partita ne sarebbe nata – ma anche praticità e concretezza per evitare il rimorso di un predominio fine a se stesso. Pure nell’assedio finale, anzi, è stato soprattutto al dunque che il Borussia si è rinnegato. E ha digiunato per la prima volta dopo 22 partite casalinghe in Europa.
LE CHANCE BORUSSIA Eppure, al di là del rigore, nel primo tempo aveva avuto almeno quattro chance: con Herrmann (bravo Tatarusanu), due volte Stindl e Johnson (palo). Il frutto del 4- 4- 2 più mobile che stretto scelto da Hecking, che propone conflitto a tutti i livelli – atletico, tattico, di qualità – e senza Raffael più che assetto tattico ha cambiato filosofia di gioco. Compattezza senza rinunce, Borussia più «leggero» nel senso di rapido e mutante, tourbillon offensivo di non facile lettura: apre squarci dai lati con Herrmann e Johnson (molto aiutato da Wendt), che a turno si buttano in mezzo quando Hazard si allarga e Stindl si abbassa. Il 4-4-1-1 della Fiorentina, con Borja Valero uomo più vicino a Kalinic, più che uno specchiarsi si è rivelato un rifugiarsi suo malgrado. Soprattut-
to nell’incapacità del Borussia di andare fino in fondo ai suoi progetti di pericolosità. Leggero anche in questo, tanto più quando nella ripresa è arrivato il momento di medicare la ferita fatta da Bernardeschi. E lì è stata brava la Fiorentina a guadagnare un po’ di campo e un po’ di possesso: senza cambiare sistema (semmai solidificandolo con Tomovic per Tello) e ribattendo colpo su colpo ai tentativi di Hecking, che ha provato a inaugurare un 4-3-3 flessibile (3-4-3 quando Johnson scavallava da dietro, 4-4-2 quando Hazard ripiegava a sinistra) aggiungendo prima i centimetri di Drmic, il centravanti che non c’era, e poi il peso di Hahn. Ma la Viola non ha mai tremato davvero.