La Gazzetta dello Sport

Verso Verona-Spal Zigoni: «È mio figlio l’unico degno di me»

1L’ex idolo del Bentegodi: «Gianmarco non ha i miei eccessi, ma più fiuto del gol. Spero nel 3-3 e tutti in A»

- Matteo Fontana VERONA

Quando lo speaker del Bentegodi scandirà il suo nome lui sarà a casa, a Oderzo: «Guarderò la partita sul divano. Da giorni penso al momento in cui un altro Zigoni sarà in campo a Verona. Avverto già il brivido che mi scorrerà dentro». Dici Hellas, dici Zigo. Ai tifosi gialloblù con qualche capello bianco in più – ma non soltanto a loro – verranno i lucciconi, lunedì sera. Gianmarco gioca nella Spal ed è il figlio di Gianfranco. Dalle parti di Piazzale Olimpia, il feudo d’asfalto incastrato tra i palazzi della prima periferia di Verona in cui sorge lo stadio cittadino, Zigoni vuol dire leggenda. Dal 1972 al 1978 all’Hellas, Gianfranco. Storie di gol e pistole, di macchine veloci, di infinite partite a carte notturne, di whisky e di un pallone fatto suonare a ritmo di rock‘n’roll. Gianmarco è uno degli attaccanti della squadra che sfiderà il Verona nel prossimo clou del campionato di Serie B. Gianfranco sospira.

Glielo chiediamo subito: il suo cuore batterà più per l’Hellas o per suo figlio?

«Per tutti e due. È una gara, quella di lunedì, che deve finire 3-3, con una tripletta di Gianmarco. Il mio sogno è questo. Ma ne ho altri due: il Verona promosso in Serie A, assieme alla Spal. E poi che l’Hellas ingaggi proprio mio figlio. Che è più forte di me».

Dice sul serio?

«Non ho mai incontrato qualcuno che valesse quanto Zigo. Ma lui lo è. È un ragazzo alto e con un gran fisico. Va a letto presto, conduce una vita regolare, cura l’alimentazi­one. Vi pare che io avrei potuto farlo?».

Nessuna follia, nessuna pelliccia bianca e un cappello da cowboy da indossare in panchina come fece lei a Verona quando Ferruccio Valcareggi, che l’allenava, le disse che non sarebbe stato titolare prima di una partita con la Fiorentina?

«A me non ne fregava nulla. Giocavo per la gente. Quando chiudo gli occhi sento ancora l’urlo del Bentegodi. Non avrei mai potuto tradire quelle persone. Stravedeva­no per me e io stravedevo per loro. Ero Zigo. Un giorno sui pantalonci­ni mi feci tracciare una Z dalla signora del magazzino. La mia iniziale, ma anche quella di Zorro e di Emiliano Zapata».

Gianfranco, il rivoluzion­ario. E Gianmarco chi è?

«Un centravant­i nato. A venticinqu­e anni sta per raggiunger­e la piena maturità. Per il gol ha istinto, ben più di quanto ne avessi io, che ero una mezz’ala che ha dovuto reinventar­si punta perché quando ero alla Juve in quella posizione c’erano già Luis Del Sol e Cinesinho».

Le piacerebbe vederlo al Verona in coppia con Giampaolo Pazzini?

«Eccome. Che grande intesa avrebbero! La stessa che c’era tra me e il grande Livio Luppi».

Pura omonimia, ma sa che un Luppi, Davide, nel Verona, già c’è?

«Allora ci vuole anche uno Zigoni. Non subito, perché non si può e perché Gianmarco sta benissimo alla Spal».

Non crede che essere uno Zigoni all’Hellas gli peserebbe?

«Non più. Si è liberato dal peso del cognome che porta. Non è più solamente il figlio di Gianfranco. E un giorno, chissà, giocherà a Verona. Il posto in cui è nato, la città più bella del mondo, soprattutt­o in questo periodo, con la primavera che si avvicina e la luce che filtra magica tra le vie. La amo, e amo Oderzo. Qui esco, cammino e vado al cimitero, a salutare i miei veri amici. Quelli che mi ascoltano sempre e non parlano mai».

 ?? LIVERANI ?? L’attaccante Gianmarco Zigoni, 25 anni, terzo anno alla Spal
LIVERANI L’attaccante Gianmarco Zigoni, 25 anni, terzo anno alla Spal
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LIVERANI Gianfranco Zigoni, 72

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