La Gazzetta dello Sport

Gerard va velocissim­o Non sente il peso della 7 e scrive già il suo futuro

L’ultimo arrivato ha il numero di Sheva e cerca la conferma in rossonero: «Dimostriam­o spirito di sacrificio, il lavoro paga»

- Alessandra Bocci MILANO

Non è una maglia leggera. Ha confuso (Pato), affossato (Ricardo Oliveira), illuso (Menez e i suoi gol), fatto pensare ai fasti del passato (Robinho e il suo talento). La sette del Milan ha una storia che viene da lontano e si riassume nei 175 gol di Andriy Shevchenko, miglior goleador rossonero dell’era contempora­nea. Per ora Gerard Deulofeu è a uno, ma non pare sconcertat­o: ha preso la camiseta numero 7 perché era la sua altrove e non si è fatto troppe domande. Deulofeu, d’altra parte, per ora è in transito, e ha tempo per cercare di diventare in un posto o nell’altro il campione che tutti pensavano potesse essere. Improbabil­e che segni 175 gol con la maglia del Milan visto che ancora il suo cartellino è controllat­o dal Barcellona, e visto che il Milan è al momento un’entità indefinibi­le. Nella (probabile) ultima sera del Milan di Berlusconi, il presidente era assente, sua figlia Barbara pure, e Galliani indiavolat­o al gol del catalano verso la fine della partita si è preso gli insulti della curva. Un addio (addio?) surreale, con Deulofeu in mezzo alla partita. Il suo primo gol tiene il Milan attaccato in qualche modo al treno per l’Europa e questa per ora è l’unica cosa che conta. «Dovevamo prenderci i tre punti, è stata una partita complicata, abbiamo difeso bene, l’abbiamo risolta nel primo tempo e abbiamo stretto i denti dopo. Siamo contenti, per il presidente, per noi stessi. Lavorare dà i suoi frutti». Lineare, chiarissim­o. «Abbiamo dimostrato spirito di sacrificio? È quello che dobbiamo fare per questa maglia. Sapevamo che la Fiorentina è forte, ma siamo stati capaci di resistere».

PRIMO GOL Applausi per Deulofeu, fischi per Bacca, uno che ha rinunciato alla Cina forse perché la Cina sta arrivando a Milano. Bacca avrà pure portato i compagni a cena per farsi perdonare, ma non riesce ad entrare nel cuore dei tifosi e l’eroe della serata lo difende. «Carlos ha fatto un lavoro incredibil­e per la squadra». Non basta per evitare i fischi, mentre Deulofeu con l’assist di Bologna e il gol alla Fiorentina sta scalando posizioni. Nella settimana nera del Barcellona, chiusa comunque con un ritorno al successo nella Liga, il canterano ripudiato perché tatticamen­te indiscipli­nato ha vissuto un momento importante. La dedica per il gol è in quel gesto che simula il ciucciotto del neonato, fra poco nascerà la figlia Sara. Fa tutto di corsa, Deulofeu: uomo chiave della Spagna Under 21, padre a 22 anni (quando nascerà la figlia, ad aprile, ne avrà 23), determinat­o nel cogliere la chance milanista dato che in Inghilterr­a difficilme­nte tornerà. L’Everton avrebbe voluto spedirlo a Milano con obbligo di riscatto, non c’è riuscito e adesso dovrà forse accontenta­rsi dei 12 milioni abbondanti del diritto di ricompra che il club blaugrana potrebbe esercitare per girare il suo cartellino altrove. Il Milan è una tappa, forse il futuro. Ma adesso è tutto così sgranato, come il panorama intorno a San Siro intriso di nebbia. Era così negli anni andati, quando quella maglia era la luce.

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LAPRESSE Gerard Deulofeu, 22 anni, spagnolo ex Everton

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