Gerard va velocissimo Non sente il peso della 7 e scrive già il suo futuro
L’ultimo arrivato ha il numero di Sheva e cerca la conferma in rossonero: «Dimostriamo spirito di sacrificio, il lavoro paga»
Non è una maglia leggera. Ha confuso (Pato), affossato (Ricardo Oliveira), illuso (Menez e i suoi gol), fatto pensare ai fasti del passato (Robinho e il suo talento). La sette del Milan ha una storia che viene da lontano e si riassume nei 175 gol di Andriy Shevchenko, miglior goleador rossonero dell’era contemporanea. Per ora Gerard Deulofeu è a uno, ma non pare sconcertato: ha preso la camiseta numero 7 perché era la sua altrove e non si è fatto troppe domande. Deulofeu, d’altra parte, per ora è in transito, e ha tempo per cercare di diventare in un posto o nell’altro il campione che tutti pensavano potesse essere. Improbabile che segni 175 gol con la maglia del Milan visto che ancora il suo cartellino è controllato dal Barcellona, e visto che il Milan è al momento un’entità indefinibile. Nella (probabile) ultima sera del Milan di Berlusconi, il presidente era assente, sua figlia Barbara pure, e Galliani indiavolato al gol del catalano verso la fine della partita si è preso gli insulti della curva. Un addio (addio?) surreale, con Deulofeu in mezzo alla partita. Il suo primo gol tiene il Milan attaccato in qualche modo al treno per l’Europa e questa per ora è l’unica cosa che conta. «Dovevamo prenderci i tre punti, è stata una partita complicata, abbiamo difeso bene, l’abbiamo risolta nel primo tempo e abbiamo stretto i denti dopo. Siamo contenti, per il presidente, per noi stessi. Lavorare dà i suoi frutti». Lineare, chiarissimo. «Abbiamo dimostrato spirito di sacrificio? È quello che dobbiamo fare per questa maglia. Sapevamo che la Fiorentina è forte, ma siamo stati capaci di resistere».
PRIMO GOL Applausi per Deulofeu, fischi per Bacca, uno che ha rinunciato alla Cina forse perché la Cina sta arrivando a Milano. Bacca avrà pure portato i compagni a cena per farsi perdonare, ma non riesce ad entrare nel cuore dei tifosi e l’eroe della serata lo difende. «Carlos ha fatto un lavoro incredibile per la squadra». Non basta per evitare i fischi, mentre Deulofeu con l’assist di Bologna e il gol alla Fiorentina sta scalando posizioni. Nella settimana nera del Barcellona, chiusa comunque con un ritorno al successo nella Liga, il canterano ripudiato perché tatticamente indisciplinato ha vissuto un momento importante. La dedica per il gol è in quel gesto che simula il ciucciotto del neonato, fra poco nascerà la figlia Sara. Fa tutto di corsa, Deulofeu: uomo chiave della Spagna Under 21, padre a 22 anni (quando nascerà la figlia, ad aprile, ne avrà 23), determinato nel cogliere la chance milanista dato che in Inghilterra difficilmente tornerà. L’Everton avrebbe voluto spedirlo a Milano con obbligo di riscatto, non c’è riuscito e adesso dovrà forse accontentarsi dei 12 milioni abbondanti del diritto di ricompra che il club blaugrana potrebbe esercitare per girare il suo cartellino altrove. Il Milan è una tappa, forse il futuro. Ma adesso è tutto così sgranato, come il panorama intorno a San Siro intriso di nebbia. Era così negli anni andati, quando quella maglia era la luce.