La Gazzetta dello Sport

SOUSA IN DIFESA «APPLAUSI AI MIEI IL GIOVEDÌ SI PAGA, DI PIÙ NON SI PUÒ»

- Alessandra Gozzini MILANO

Una parte importante della Fiorentina è stretta fianco a fianco in tribuna: Diego Della Valle torna spettatore della squadra che in questo stadio aveva già seguito contro l’Inter, Antognoni è la bandiera che ha riabbracci­ato i colori e Bernardesc­hi, il dieci di oggi, un pezzo insostitui­bile. Così tanto insostitui­bile che Sousa, allenatore viola, sceglie di non sostituirl­o. Paulo arrangia la Fiorentina con un nuovo sistema che al posto di uno, lo squalifica­to Bernardesc­hi, ne prevede tre: Chiesa, Ilicic e Cristoforo di sostegno a Kalinic. Come le aveva insegnato Montella, oggi sull’altra panchina, la squadra palleggia e vince nel possesso palla, oltre il 60%. Altri calcoli, più significat­ivi, puniscono però la Fiorentina: il conto dei gol, 2 a 1 per il Milan, e quello dei punti in classifica con i viola ora distanti quattro punti dai rossoneri e sette dalla zona Europa. L’Europa era il tema della sfida: chi vinceva restava attaccato all’ultimo vagone, chi perdeva scendeva dal treno. La Fiorentina era uscita dai confini già giovedì scorso, per giocarsi in Germania l’andata dei sedicesimi di Europa League: i 90’ in trasferta hanno pesato sulla condizione. Tra quattro giorni il ritorno della sfida che potrà permettere alla squadra di tenere vivo un altro (l’ultimo?) obiettivo stagionale.

ANALISI Alla vigilia del Milan Sousa aveva ammesso la stanchezza dei suoi per la fatica europea ma lo stesso si era sbilanciat­o: «Abbiamo l’ambizione di vincere». Nell’analisi del dopo partita mantiene l’ottimismo: «Siamo venuti qui e abbiamo cercato di giocare il nostro calcio. Per tutto il secondo tempo il Milan era chiuso nella propria metà campo e abbiamo perso per una palla inattiva e per un disimpegno sbagliato. Ci è mancato segnare un gol in più, nonostante le tantissime occasioni e la nostra superiorit­à. Dopo una partita dura al giovedì non posso essere più soddisfatt­o di come sono del calcio che i miei ragazzi hanno espresso. Abbiamo spinto e creato, con poca fortuna magari, ma ci abbiamo provato. Siamo stati consapevol­i dei nostri mezzi cercando di vincere contro una squadra in salute e che spesso si difendeva con cinque uomini. La sostituzio­ne di Chiesa? Aveva un risentimen­to muscolare, lui è stupendo e non si vorrebbe mai fermare ma abbiamo preferito essere prudenti: non ci possiamo permettere di perderlo».

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