La Gazzetta dello Sport

Un gol contro l’ironia «Questo è solo l’inizio»

Misterioso è riuscito a farsi prendere sul serio. Dedica ai tifosi che ci hanno sempre creduto e invito a cena per i compagni

- Mirko Graziano INVIATO A BOLOGNA

L’ha messa Gabigol! Che con il Bologna ha esordito in Serie A il 25 settembre 2016, ha poi giocato la prima gara da titolare (Coppa Italia, 17 gennaio scorso) e ieri ha firmato il suo gol «italiano» numero uno. Rete pesantissi­ma, da tre punti: nona vittoria nelle ultime dieci giornate di campionato per l’Inter, e domenica a San Siro arriva la Roma. La caccia a un posto Champions resta allora apertissim­a grazie al lampo del «fratellino» di Neymar e Gabriel Jesus. Minuto 81’: Banega inventa, D’Ambrosio assiste di fino e Gabriel Barbosa Almeida, in arte Gabigol appunto, stende il Bologna sotto misura. Occhi lucidi, poi via la maglia, quindi la corsa euforica verso la curva, infine una preghiera occhi al cielo. Attorno a lui i compagni scatenato l’inferno e lo coprono di abbracci e baci.

PURE IL FENOMENO... Tutto nello stadio di Ronaldo, nel senso che qui, al Dall’Ara, 14 settembre 1997, Luiz Nazario da Lima, il Fenomeno per intenderci, mise la sua prima firma in Serie A: controllo al limite dell’area, ripartenza secca, dribbling da cartone animato giapponese su Massimo Paganin e ciao Bologna nonostante la doppietta del divino Roberto Baggio, ai quei tempi eroe rossoblù. Roba più semplice per il 20enne genietto di Sao Bernardo do Campo, che ieri pomeriggio ha mandato in paradiso lo spicchio nerazzurro di stadio con un sinistro comodo comodo, a porta vuota. Non la stessa porta della magia «ronaldiana » , ma un certo accostamen­to è uscito comunque spontaneo da parte di un popolo da sempre sensibile più al talento e alla fantasia che alla concretezz­a. Un popolo, quello nerazzurro, che a dire il vero ha creduto ciecamente fin da subito in Gabigol, a dispetto di quei 30 milioni di euro versati al Santos e ritenuti una follia da buona parte degli addetti ai lavori. Chiariamo subito: ricovero immediato per chi azzarda oggi similitudi­ni tecniche fra Ronaldo e Gabigol; detto questo, il baby ha sicurament­e scelto stadio e momento giusti per rendere speciale la sua «prima volta» e per iniziare a farsi prendere sul serio un po’ da tutti. D’altronde, in Brasile ci sono grandi del passato che sono pronti a scommetter­e su un ragazzo che di fatto può già esibire un curriculum brillante: 24 centri nel massimo campionato brasiliano con la maglia del Santos; medaglia d’oro a «Rio 2016»; 11 presenze e 9 reti con la Nazionale Olimpica; 2 gol in 4 apparizion­i con la Seleçao vera e propria.

«ORA LA ROMA...» «Sono felice — dice Gabigol a fine gara —, ringrazio Dio, e dedico questa giornata alla mia famiglia e ai tifosi». Già, è per certi versi inspiegabi­le il feeling travolgent­e sbocciato immediatam­ente, a carte praticamen­te coperte, fra il ragazzo e il pianeta Inter. Basta che si alzi anche solo per il riscaldame­nto, ed ecco che salgono cori e applausi: ieri è successo addirittur­a alla lettura dei panchinari. E in panchina ci tornerà già domenica il brasiliano, consapevol­e che in questo momento, a certi livelli, può dare una mano concreta soprattutt­o a gara in corsa, con gli avversari più stanchi e meno lucidi nel leggere le sue improvvise accelerazi­oni. Un ruolo ancora marginale, ma che gli va benissimo. È stato infatti lui stesso a respingere qualsiasi opzione di prestito a gennaio, «perché qui all’Inter sto crescendo — aveva spiegato nei giorni scorsi —. Sto sempre meglio, mi sento più forte, più veloce... e più italiano. Tutti mi aiutano, mi danno consigli, ed è fantastico poter giocare accanto a gente che prima vedevo solo nei videogame». Ancora più esplicito con la stampa brasiliana: «Ho aspettato, ho lavorato duramente, con profession­alità, perché sapevo che sarebbe arrivata l’occasione giusta per farmi conoscere. È solo l’inizio, e il pomeriggio di Bologna non lo dimentiche­rò mai. Sono arrivato qui per fare la storia, mai ho abbassato la testa. Sì, è per me l’inizio di una nuova storia». Nei prossimi giorni offrirà una cena ai compagni, «così dicevano nello spogliatoi­o — sorride Pioli —. Sono contento per Gabi, sta lavorando tanto dopo aver sofferto un inizio tribolato, normale per un giovane che arriva da fuori». Poco più in là, il brasiliano ringrazia e rilancia: «So che ora dovrò offrire la cena, mangeremo una carbonara. Contro la Roma ci aspettiamo il tutto esaurito a San Siro: sarà dura, ma vogliamo solo i tre punti».

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