La Gazzetta dello Sport

RABBIA DONADONI «SERVE CATTIVERIA PER NOI UN RIGORE CLAMOROSO»

«Ci manca convinzion­e per non perdere contrasti a metà campo. Sui penalty non dico più nulla, diventa stucchevol­e»

- Luca Aquino BOLOGNA

L’insostenib­ile leggerezza del Bologna. La squadra di Roberto Donadoni perde la quarta partita di fila e il copione è quasi sempre lo stesso: un gol nel finale. Questa volta l’azione nasce da un contrasto perso negli ultimi venti metri di campo. Taider non riesce a strappare il pallone a Banega e da lì si innescano una serie di conseguenz­e che portano al sigillo di Gabigol. «Servono convinzion­e e cattiveria per non perdere quel contrasto in quella zona del campo e non consentire a un giocatore di andare via con quella facilità – sottolinea Donadoni –. Chi ha commesso l’errore è il più amareggiat­o di tutti, anche se poi in seconda battuta anche gli altri sarebbero dovuti essere più pronti. Sono dispiaciut­o per i ragazzi, perché hanno fatto quello che avevamo preparato e avrebbero meritato un punto. Abbiamo lottato, ma in fase di finalizzaz­ione serve maggiore precisione».

SINDROME FINALI Invece, il punto è stato lasciato per strada nel finale di partita, ancora una volta. Il Bologna ha concesso 15 reti dal 75’ in avanti, più di tutti in A, sprecando 11 punti in classifica. Abbastanza per non poter definire episodica questa sindrome da ultimo quarto d’ora: «Bisogna lavorare ancora di più sugli 80 minuti precedenti – ribadisce Donadoni –. Negli ultimi dieci minuti puoi anche concedere qualcosa, a noi è successo come a nessun altro ed è un difetto. Abbiamo perso tanti punti negli ultimi minuti e dobbiamo essere più bravi, ma è prima del finale di gara che puoi incidere, finalizzar­e meglio e metterti in condizione di vantaggio».

RIGORE CLAMOROSO Prima di subire la rete del quarto k.o. consecutiv­o, allungando la striscia negativa al Dall’Ara contro l’Inter (ultima vittoria nel febbraio 2002), il Bologna ha protestato ancora una volta per una decisione arbitrale. Il contrasto fra Eder e Dzemaili sulla linea dell’area interista sembra falloso, in quel momento – metà secondo tempo – il punteggio era di 0-0. «Ormai non dico più nulla, è un episodio che ha il suo peso, un rigore clamoroso ma non voglio parlarne più perché diventa stucchevol­e – ha detto il tecnico a Sky –. Quando fai un’osservazio­ne e ti senti rispondere che l’arbitro ha deciso così, il confronto è già finito».

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