La Gazzetta dello Sport

Napoli, che reazione Visto De Laurentiis? Il Chievo si arrende

Insigne, Hamsik e Zielinski fanno dimenticar­e il k.o. del Bernabeu. La stanchezza si sente ma la prova di gruppo è una risposta alle critiche del presidente

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A VERONA

i è detto e si è scritto che la squadra sta con Maurizio Sarri e non con il presidente. Siccome, causa silenzio stampa imposto dall’alto, il gruppo non poteva comunicarl­o a voce, trova il sistema più adatto per bucare il fuso orario e far arrivare anche a Los Angeles i gesti di una vittoria semplice nel risultato, non nelle previsioni e in alcuni tratti di match. Ma è diabolica la coincidenz­a tra i cori di insulti a De Laurentiis e la seconda rete del Napoli, quando il primo tempo deve ancora terminare. Allan, Insigne e Hamsik tolgono l’urlo di disapprova­zione con un’azione testarda e finemente tecnica (il tocco di Lorenzo); dall’altra parte devono smettere di contestare per esultare, poi ricomincia­no. Ore 6.38 della California, chissà se al presidente, che là si è rifugiato, è andato di traverso il caffè.

MOTIVI Doveva essere la partita di scarico, soprattutt­o di tensione mentale, tra i malumori del Bernabeu e gli agguati del vicino futuro, con Atalanta e Roma in campionato, Juve e Real Madrid nelle due coppe. E il Napoli non l’affronta a mille, però riesce a far emergere un dominio sufficient­e per accomodars­i nel finale ansimante con tre gol di vantaggio. La stanchezza europea si vede e colpisce parecchi giocatori; però il Chievo non riesce mai a riaprire i giochi, anche se dopo il 3-1 si accampa nell’area di Reina. Il Napoli è troppo avanti perché in precedenza era uscito dal pressing di Maran con la qualità di alcuni singoli e mesi di lezioni tattiche di Sarri. Per classe si intende quella di Lorenzo Insigne, sempre in gol nelle ultime cinque trasferte, su tutti i fronti, e uomo a tutto campo anche qui. Definizion­e talmente letterale che è lui a costruire con un passaggio sbagliato a centrocamp­o la prima occasione del Chievo. Dopo segna a giro, plasma il raddoppio, smista a Zielinski il 3-0 e nel frattempo fa parare anche Reina (svirgolata nella sua area). Il Chievo pressa a sei all’inizio dei due tempi e tiene lontani i rivali. I quali però usano il palleggio pulito e i soliti triangoli centro- lati per arrivare nell’altra trequarti. Quando difendono in quel settore, i veronesi, in affanno per il rientro dalla pressing, vengono saltati perché sono in inferiorit­à di uomini o di posizioni. Sette palle gol contro quattro: non soltanto le reti dimostrano che il risultato è giusto.

DOPPIO CHIEVO A questo punto di una stagione senza patemi di classifica, il campionato per il Chievo va visto come divertimen­to, sperimenta­zione, prospettiv­a. Ha più successo in trasferta, vedi le recenti vittorie su Lazio e Sassuolo, mentre in casa ha preso un punto nelle ultime quattro gare. Gli esperiment­i, tipo Castro doppio trequartis­ta ieri come domenica scorsa, danno a Maran più possibilit­à tattiche e aumentano il valore dei giocatori, che parta-

no o meno a giugno. Ma anche stavolta il tecnico cambia all’intervallo, perché la barriera più avanzata necessita di un’altra protezione dietro. Quindi da 4-3-2-1 passa a 4-4-2: dentro Meggiorini, attaccante, fuori Radovanovi­c centrale, con Hetemaj al suo posto e opzioni di 4-1-3-2. Dopo a Maran serve più qualità, perciò usa De Guzman e Gakpé per Castro e Inglese. I tre innesti sono i migliori, De Guzman e Meggiorini disegnano la rete con lancio ed esecuzione di esterno, tutto da applausi. La situazione migliora però non viene ribaltata perché quando il Napoli ha palla conquista spazi e posizioni di tiro nel solito posto, fasce e trequarti. L’azione quasi «alla mano» per il gol di Zielinski è l’esempio più visibile.

NAPOLI CAMBIATO Non sono soltanto i quattro cambi rispetto al Bernabeu (Maksimovic, Allan, Pavoletti e Jorginho) a dimostrare che in Italia le alternativ­e per Sarri sono affidabili. Anche l’impronta di alcuni uomini chiave non manca. Vedi Hamsik per un’ora. I dubbi ancora circondano Pavoletti, ma sono quelle paure che pensi di poter superare. Cioè, non è stato preso un centravant­i scarso, però si vede che è un tronco in mezzo a tanti ramoscelli. Non si sposta se non rallentand­o il meccanismo, mentre gli altri sono un fruscio continuo. Va intagliato, va adattato al sistema. Bisogna vedere se ne avrà il tempo o se diventerà un secondo Gabbiadini. L’altra nuvola riguarda Koulibaly, che è ancora svuotato dal tour africano: qui la sua durata è migliore, ma quando dà l’anima per recuperare su Birsa lanciato a rete, diventa poi un fantasma pericoloso. Chissà cosa ne pensano a Los Angeles.

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LAPRESSE 1 Hamsik deposita in rete il pallone del momentaneo 2-0 per il Napoli 2 L’esultanza di Insigne davanti alla telecamera a bordocampo 3 Il tiro con cui Zielinski firma il terzo gol del Napoli 4 Lo striscione dei tifosi azzurri contro De Laurentiis dopo...
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