Quagliarella e lo stalker: «Giustizia è fatta, incubo finito»
Ha vinto la sua battaglia Condannato l’ex poliziotto per le cui minacce fu costretto a lasciare il Napoli
Ci sono gol che hanno un sapore speciale. Come quello segnato da Fabio Quagliarella al Cagliari per l’1-1. Non è solo il gol numero 101 dell’attaccante blucerchiato in serie A. È anche il primo gol dopo la fine di un incubo vissuto sulla propria pelle per quasi 5 anni.
INCUBO La storia risale ai tem- pi del Napoli — stagione 20092010 — quando Quagliarella fu costretto ad andarsene dopo le minacce ricevute da un ex agente della Polizia postale: Raffaele Piccolo. Nei giorni scorsi lo stalker è stato condannato dal Tribunale di Torre Annunziata a 4 anni e 8 mesi di reclusione e al risarcimento dei danni, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. «Ho vissuto 5 anni da incubo con minacce di morte, messaggi e accuse. Non potevo parlare, di- re la mia, ma dovevo stare solo zitto perché c’era un’indagine in corso – ha raccontato a fine partita Quagliarella senza riuscire a trattenere la commozione –. Non poter uscire di casa e avere il timore che potesse succedere qualcosa a me e alla mia famiglia è stato devastante. Sono stati quattro-cinque anni difficili nei quali io e la mia famiglia abbiamo sofferto tanto. Ho cercato di scendere in campo e fare sempre il mio dovere, ma non è stato facile».
ADDIO AL NAPOLI Poi la spiegazione del suo traumatico addio dal Napoli: «Non è che da un giorno all’altro ho deciso di andare via da Napoli. Non c’era nessun motivo. La causa della mia partenza era solo e semplicemente questa. Dopo la mia cessione alla Juve sono state dette tante cattiverie. Ho tenuto botta, non è stato facile, non auguro a nessuno quello che ho passato. Ora, dopo tanti anni, è stata fatta giustizia. C’è stato un giudice che ha emesso una sentenza importante e ha tolto un peso enorme a me e alla mia famiglia. Questa è stata una grande soddisfazione. Ora mi sento più libero » . Durante il processo Quagliarella spiegò il motivo che lo aveva spinto a lasciare Napoli, beccandosi delle accuse di traditore dai tifosi dopo il suo passaggio alla Juve: «De Laurentiis mi ha mandato via solo per le lettere che parlavano dei miei festini con la camorra. Dopo le calunnie il presidente mi disse di andare a vivere in albergo per stare più tranquillo. Prima mi chiamava ogni giorno, poi non mi ha più telefonato». Dopo la partita Quagliarella ha ricevuto la solidarietà anche del suo tecnico Giampaolo: «Lui non aveva mai fatto pesare questa cosa. Dalle sue dichiarazioni, l’ho sentito più sollevato. In tutto questo periodo si è sempre comportato in modo molto professionale. Sono contento che abbia fatto gol e abbia passato un fine settimana felice».