La Gazzetta dello Sport

Quagliarel­la e lo stalker: «Giustizia è fatta, incubo finito»

Ha vinto la sua battaglia Condannato l’ex poliziotto per le cui minacce fu costretto a lasciare il Napoli

- Francesco Gambaro GENOVA

Ci sono gol che hanno un sapore speciale. Come quello segnato da Fabio Quagliarel­la al Cagliari per l’1-1. Non è solo il gol numero 101 dell’attaccante blucerchia­to in serie A. È anche il primo gol dopo la fine di un incubo vissuto sulla propria pelle per quasi 5 anni.

INCUBO La storia risale ai tem- pi del Napoli — stagione 20092010 — quando Quagliarel­la fu costretto ad andarsene dopo le minacce ricevute da un ex agente della Polizia postale: Raffaele Piccolo. Nei giorni scorsi lo stalker è stato condannato dal Tribunale di Torre Annunziata a 4 anni e 8 mesi di reclusione e al risarcimen­to dei danni, oltre all’interdizio­ne dai pubblici uffici per 5 anni. «Ho vissuto 5 anni da incubo con minacce di morte, messaggi e accuse. Non potevo parlare, di- re la mia, ma dovevo stare solo zitto perché c’era un’indagine in corso – ha raccontato a fine partita Quagliarel­la senza riuscire a trattenere la commozione –. Non poter uscire di casa e avere il timore che potesse succedere qualcosa a me e alla mia famiglia è stato devastante. Sono stati quattro-cinque anni difficili nei quali io e la mia famiglia abbiamo sofferto tanto. Ho cercato di scendere in campo e fare sempre il mio dovere, ma non è stato facile».

ADDIO AL NAPOLI Poi la spiegazion­e del suo traumatico addio dal Napoli: «Non è che da un giorno all’altro ho deciso di andare via da Napoli. Non c’era nessun motivo. La causa della mia partenza era solo e sempliceme­nte questa. Dopo la mia cessione alla Juve sono state dette tante cattiverie. Ho tenuto botta, non è stato facile, non auguro a nessuno quello che ho passato. Ora, dopo tanti anni, è stata fatta giustizia. C’è stato un giudice che ha emesso una sentenza importante e ha tolto un peso enorme a me e alla mia famiglia. Questa è stata una grande soddisfazi­one. Ora mi sento più libero » . Durante il processo Quagliarel­la spiegò il motivo che lo aveva spinto a lasciare Napoli, beccandosi delle accuse di traditore dai tifosi dopo il suo passaggio alla Juve: «De Laurentiis mi ha mandato via solo per le lettere che parlavano dei miei festini con la camorra. Dopo le calunnie il presidente mi disse di andare a vivere in albergo per stare più tranquillo. Prima mi chiamava ogni giorno, poi non mi ha più telefonato». Dopo la partita Quagliarel­la ha ricevuto la solidariet­à anche del suo tecnico Giampaolo: «Lui non aveva mai fatto pesare questa cosa. Dalle sue dichiarazi­oni, l’ho sentito più sollevato. In tutto questo periodo si è sempre comportato in modo molto profession­ale. Sono contento che abbia fatto gol e abbia passato un fine settimana felice».

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ANSA Fabio Quagliarel­la 34 anni

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