La Gazzetta dello Sport

GABIGOOOOL! Gabriel Barbosa si sblocca E l’Inter rimane in scia

Il brasiliano decisivo a Bologna. Ma ora la difesa è a pezzi Donadoni furioso con l’arbitro: «Per noi un rigore clamoroso»

- Fabio Bianchi INVIATO A BOLOGNA Twitter @fabiowhite­s

e non ora, quando? Ci sono destini facili da leggere, quasi fossero ineluttabi­li. I destini si possono condiziona­re, assecondar­e. E intuire. Gabigol sceglie Bologna per sbloccarsi. Poteva esser altrimenti? Come se avesse una clausola nel contratto dove sta scritto che contro il Bologna ci deve essere, Gabriel Barbosa detto Gabigol coi rossoblù ci fa l’esordio assoluto all’andata, ci gioca la prima gara da titolare in Coppa Italia e mette il primo sigillo della sua avventura italiana. Guarda caso, proprio nello stadio dove Ronaldo, il suo idolo, pose la prima eccellente firma con l’Inter. La coincidenz­a (con Ronaldo non con il Bologna) si ferma qui. In tutta onestà, si parla di altri pianeti. Ma da adesso Gabigol più che un folklorist­ico giocatore preso a beniamino dai tifosi può cominciare a essere un giocatore vero, una pedina importante per l’Inter, una vera alternativ­a e non l’ultima spiaggia. Segna un gol facile (ma bravo ad essere nel posto giusto), grazie all’intuizione di Banega e al «cross-passaggio» preciso di D’Ambrosio, ma pesante come un macigno. Un gol che consente all’Inter di continuare la marcia inarrestab­ile (se si eccettua la Juve), restare al quarto posto in coabitazio­ne con l’Atalanta e dare ancora più senso all’imminente scontro diretto con vista Champions con la Roma. Il Bologna s’arrende, come gli capita di questi tempi, anche se soffre poco per molto tempo, quasi quasi arriva in porto e reclama un rigore (che c’era) causato da Eder su Dzemaili.

LA CHIAVE Al di là del destina- to Gabigol, ci sono delle statistich­e record che parlano chiaro: quella positiva dell’Inter che per la tredicesim­a volta segna nell’ultimo quarto d’ora e quella negativa del Bologna che il gol lo subisce nello stesso periodo per la quindicesi­ma volta. Nessuno ha fatto meglio e peggio di loro in questo campionato. Segno che il Bologna ha una resistenza limitata e distrazion­i fatali quando al cervello arriva meno ossigeno. E segno che l’Inter è una squadra che magari fatica più di altre a carburare, ma non demorde, ci prova sempre e fino alla fine, e magari ottiene il risultato cambiando qualcosa. È il caso attuale. A ritmo prandiale, l’Inter prende in mano la partita ma non affonda quasi mai: ritmo troppo lento, qualche giocatore con la pressione bassa che non ingrana (vedi Candreva) e qualcun altro che sbaglia troppo. Come Palacio, che si mangia una bella occasione e in un’altra è in ritardo. Con l’andamento lento e senza un matador contro (con Icardi probabile che la questione si sarebbe risolta prima), il Bologna corre pochi rischi ma ha il baricentro troppo basso e di conseguenz­a non mette mai paura ad Handanovic. Così il primo round al tempo del pranzo scorre noioso, inutile. E per inerzia prosegue così anche nella ripresa, fino a quando Pioli prima inserisce Ansaldi per esigenza (Murillo s’infortuna) e passa a 4 e poi Banega e Gabigol per Palacio e Candreva. Il ritmo si alza di colpo, l’aggressivi­tà pure perché ora l’Inter è a trazione super anteriore. Un 4-2-3-1 che assomiglia alla Juve cinque stelle (se ci fosse l’Icardi squalifica­to in mezzo). Così il Bologna s’abbassa ancor di più e subisce l’assalto. Insomma, assalto, diciamo l’insistenza dell’Inter. Che guarda caso va in buca grazie ai nuovo entrati e al mi-

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L’entusiasmo di Gabigol, 20 anni, al primo centro in A
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