La Gazzetta dello Sport

Il profeta Zeman sveglia il Pescara «Ci divertirem­o»

Debutto show con un 5-0 al Genoa Juric è finita: in arrivo Mandorlini

- Alessio D’Urso INVIATO A PESCARA

Un sogno impossibil­e. Com’è in fondo il suo calcio. Oppure «un’allegra retrocessi­one», come dicono i tifosi del Pescara a fine partita con ritrovata gioia e disincanto. Sarà, ma l’ultima parola sulla salvezza non è ancora scritta. E sulla giostra di Zdenek Zeman salgono tutti all’Adriatico: 5 gol, gioco in libertà e una formula vincente che non tramonta mai. Ultimi, eppure felici. Come se fossero stati appena promossi in A. Un paradosso. O forse l’ennesima sfida lanciata agli dei del calcio dal fondo della classifica, con lo stesso sguardo fisso nel vuoto di sempre e quelle rughe sulla pelle scavate da mille sigarette già fumate: «Si può essere anche ultimi, ma con dignità. E divertirsi è anche importante, non so se vinceremo ancora 5-0...».

MAESTRO Quando Zdenek è salito sul proscenio più importante, in questo eterno ritorno nella sua Itaca, è come se il tempo non fosse mai trascorso a Pescara: quello è stato ed è il suo teatro greco, con il pubblico a osannarlo, a credere alla sua favola, a spingerlo alla conquista di un’altra zolla di terreno —cioè la vittoria più rotonda della storia in A dei biancazzur­ri, quella di ieri — come Alessandro Magno, senza il pe- ricolo di dover dire un giorno: e adesso? No, perché sazio di gioco in libertà lui non lo sarà mai. E la manita al Genoa è lì a dimostrarl­o. E’ lui, è sempre lui, vecchio maestro con l’anima di un quarantenn­e, e lo dice pure: «Mi sento abbastanza giovane, ho diretto solo tre allenament­i con la squadra, quindi poco o niente: non potevo dire no alla Roma nel 2012, ma sono tornato qui nel momento del bisogno e devo ringraziar­e i ragazzi che hanno dato tutto per cercare di sbloccare la situazione, e questo è un segnale importante. Dipende molto dall’applicazio­ne, e in questo il mio Pescara non deve avere timore di esprimersi come può e come sa fare».

NUOVI EROI L’effetto del boemo più carismatic­o che mai, in appena tre giorni di lavoro, produce nel dopo Oddo la svolta del Pescara a lungo rinviata. Come una bottiglia di champagne agitata per lungo tempo, all’alba del suo nuovo corso, il tappo salta. Un vino frizzante che è stato troppo compresso tanto furiosamen­te sgorga al fischio d’inizio. E come per magia gli Insigne, gli Immobile, i Sansovini del 2012 hanno il volto di Caprari (l’unico so- pravvissut­o all’ultima promozione in A, «che è bravo ma può dare ancora di più»), Cerri e Benali, i nuovi pretoriani di ferro del boemo. Come se avessero voluto liberarsi a tutti i costi del fardello dello sfortunato Oddo (la sua gestione in A non è coincisa nemmeno con una vittoria sul campo), gli abruzzesi evadono dalla prigione della crisi e si rivelano subito una macchina da gol con le note istruzioni per l’uso: ai risorgenti eroi di Zeman è bastata qualche parola, «due-tre concetti», dirà alla fine il tecnico, o forse soltanto il suo silenzio, per sfogare la frustrazio­ne ac- cumulata. E parlare di salvezza, «non è giusto farlo adesso, non serve», risulta perfino superfluo: una giornata con Zdenko può già riempirti senza pensare al domani. Quel domani che lui non teme.

UN INCANTO E così è gia Zemanlandi­a pura, non solo per la «manita» in sé. Ma per quella filosofia anche di vita che attraversa ogni sua mossa. E la squadra, in poche ore, alla prima uscita con lui, ha deciso di seguirlo senza esitare. E chissenefr­ega se alla fine della fiera il Pescara retroceder­à, com’è probabile: «L’Empoli dovrebbe

DEVO RINGRAZIAR­E I GIOCATORI: PER APPLICAZIO­NE, NESSUNO CI BATTE SALVEZZA? L’EMPOLI DEVE PERDERLE TUTTE E NOI FARE LA JUVE... ZDENEK ZEMAN ALLENATORE PESCARA

perderle tutte e noi fare un campionato stile Juventus...». Chissà. L’importante è aver riabbracci­ato un sognatore del calcio che, al centro della sua nuvola di fumo (a proposito, continuerà a fumare, non chiedetegl­i di smettere...) e davanti alle Colonne d’Ercole del suo presente non teme l’azzardo del futuro, non ha paura del domani. Come se fosse una porta, i Cerri, i Caprari e i Benali continuera­nno a infilarci palloni e lui continuerà a far finta di niente. E’ Zeman, ragazzi. Bentornato calcio champagne.

 ?? ANSA ?? Zdenek Zeman, 69 anni, entra all’Adriatico per la gara con il Genoa: a Pescara ha vinto la Serie B 2011-12
ANSA Zdenek Zeman, 69 anni, entra all’Adriatico per la gara con il Genoa: a Pescara ha vinto la Serie B 2011-12
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Zdenek Zeman, 69 anni, prima con goleada a Pescara
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