La Gazzetta dello Sport

IL VERO BOMBER È MONTELLA

- di Luigi Garlando

Sembrava spaesato come una palma in piazza del Duomo, suggeriva una tenerezza da Juary: ieri ha fatto vincere l’Inter a Bologna segnando il primo gol in Serie A, dove lo aveva segnato anche Ronaldo il Fenomeno. Il Pescara, dopo 24 giornate, non aveva ancora vinto una partita sul campo e subito 55 gol: ieri, con il nuovo allenatore, ne ha segnati 5 in un colpo solo senza prenderne. E’ stata la domenica del giovane brasiliano Gabigol e del vecchio boemo Zdenek Zeman, perché il pallone non si lascerà mai ridurre a contabilit­à di classifica, ma pretenderà sempre di raccontare storie ed emozioni. Grazie a Dio. In fondo, è una storia anche questo campionato da criceti, come è stato felicement­e battezzato. Nel senso che quasi tutti corrono su una ruota e, che vincano o perdano, non si spostano. L’Inter ha vinto 9 delle ultime 10 partite. Punti guadagnati alla Juve? Zero. Punti recuperati sul Napoli? Uno. Le prime 6 sommano 316 punti, nel torneo scorso erano solo 297: vanno troppo forte per essere scalate. Con 48 punti l’Inter un anno fa sarebbe stata a un punto dalla Champions, ora è a 6. Il Genoa ha raccolto 2 pari e 8 sconfitte nelle ultime 10, eppure resta serenament­e distante dalla zona B. La morale nel campionati dei criceti? Se vuoi muoverti e risalire per davvero, devi sbranare i confronti diretti. In questo senso, l’incrocio di domenica a San Siro con la Roma sarà più che fondamenta­le per l’Inter e doverlo affrontare senza Miranda (squalifica­to) e forse Murillo (infortunat­o) è una mazzata tremenda. Perché è in arrivo il capocannon­iere del campionato (19 gol come Higuain) che ne ha fatti 4 nelle ultime due partite. Schermarlo con Medel e Andreolli potrebbe non bastare. E’ in arrivo la Roma che ha appena superato la Juve nei gol fatti (54- 53). L’Inter, che recupera il totem Icardi e ha maturato una solidità da grande, può giocarsi le sue carte. Ma deve crescere ancora in personalit­à. Ieri ha giocato per un’ora con tre difensori bloccati contro un Bologna impaurito. Chi insegue deve avere almeno lo stesso coraggio di chi scappa. La Roma, che ha vinto gli ultimi 4 match con un risultato complessiv­o di 16-1, al momento, è un’idea straripant­e. Ha issato definitiva­mente Dzeko, ha recuperato l’imprevedib­ilità di Salah e sta gonfiando opzioni fresche: visto che gol Paredes? Nel torneo scorso la Roma incassò più del doppio dei gol juventini (4120), ora lo scarto è ridotto a 5. Un numero che pesa anche più dei gol di Dzeko. La sensazione è che Spalletti sia più vicino ad Allegri di quanto raccontino i 7 punti di distacco e che anche qui lo scontro diretto di metà maggio dirà molto, se non tutto. Intanto ha riscavalca­to il Napoli che si è rialzato con una vittoria omeopatica: lo stesso 3-1 del Bernabeu, con un altro gol di Insigne, quello della cazzimma. Servirà molto di più contro CR7, ovvio, ma la reazione a sconfitta e veleni è stata forte, viva. I tifosi si sono smarcati da De Laurentiis con uno striscione, Reina dal silenzio stampa con tweet da capitano. Tutti compatti e solidali attorno a Sarri, in marcia verso la notte del 7 marzo. Apparentem­ente il Milan ha corso sulla ruota perché non ha guadagnato nulla sulle squadre che lo precedono, tutte vittoriose. In realtà il suo era uno scontro diretto importante: la Fiorentina, che poteva sorpassare, ora è staccata di 4 punti. Con due tiri a giro (Suso, Deulofeu) Montella ha intascato 6 punti. Non avendo Higuain, Dzeko o Icardi che tuonano, si arrangia con gli esterni. Il vero attaccante del Milan è proprio Montella, che tiene a ridosso dell’Europa la squadra meno attrezzata; la sua abilità strategica negli scontri diretti è la carta migliore del Diavolo nell’euro-sprint. La bella Fiorentina ha fatto un solo punto nelle trasferte contro Juventus, Roma, Lazio, Napoli, Inter e Milan: imperdonab­ile nel campionato dei criceti.

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