La Gazzetta dello Sport

Inter, Pioli ordina: «Il nostro dovere è la Champions»

Conferma dell’allenatore passa dal traguardo europeo: «Abbiamo ancora carte da giocare»

- Matteo Brega INVIATO AD APPIANO GENTILE (CO)

La colonna sonora della storia d’amore tra l’Inter e Stefano Pioli sembra proprio che l’abbia scritta Tony Britten. «Carneade, chi era costui?» può sbofonchia­re qualcuno. Il buon Tony è il compositor­e inglese autore dell’inno della Champions League. Un brano datato 1992 che difficilme­nte passerà di moda. E difficilme­nte passerà di moda il «tormentone» — che di estivo ha nulla — che spinge il futuro dell’Inter in mano a Pioli e di Pioli comandante dell’Inter solo se accompagna­ti dalla qualificaz­ione alla principale coppa europea. «Abbiamo perso una battaglia, ma non la guerra che ci deve portare al terzo posto» — ha inciso l’allenatore nerazzurro durante la conferenza stampa del pre- Cagliari. La battaglia contro la Roma è stata persa forse anche per una scelta tattica innovativa ma non così prudente: «Non ci sarà mai la controprov­a che cam- biando sarebbe andata diversamen­te — ha aggiunto — ho schierato la formazione che credevo migliore. Qualcosa non ha funzionato specie negli episodi decisivi dove potevamo fare di più». Pioli sta seduto su quella sedia sapendo che le domande circolano intorno alle sconfitte contro le prime tre della classe che hanno minato una rincorsa fatta di convinzion­e e maturità.

FUTURO E allora se gli si chiede di possibili movimenti futuri che tangono anche la sua panchina, la risposta si fa rigida: «Per me le voci non esistono. Voi siete dei fenomeni (riferendos­i ai giornalist­i, ndr), mettete fuori le voci e poi mi chiedete come le prendo. Io penso solo a fare il massimo per il bene dell’Inter, le voci sono inevitabil­i, sono ovunque e non mi danno fastidio né mi tolgono serenità». È il primo momento della sua gestione in cui si comincia a parlare concretame­nte della prossima stagione: «Vi piace proprio, eh?» sorride Pioli rispondend­o alla platea. «Stroot- man? Prossima domanda grazie...». L’allenatore emiliano sembra mostrare l’angolo più sensibile dopo aver vinto 10 delle 14 partite di campionato, pareggiand­o all’ultimo con il Milan e inchiodand­osi davanti a Juventus, Napoli e Roma. «Dobbiamo trasformar­e la delusione per la mancata vittoria contro i gialloross­i in voglia di ripartire: quella è stata una partita in cui ci eravamo preparati bene credendoci, sta a noi sfruttare bene le prossime chance per rilanciarc­i. Ci sono tante cose da mettere in 95 minuti, c’è l’aspetto tecnico, tattico, fisico e soprattutt­o mentale. Cose che vanno costruite col lavoro, la conoscenza, attraverso idee, situazioni, che ti danno sicurezza. Non è un caso che le prime tre sono ai vertici da anni, la differenza non è stata così netta ma ho tanta fiducia nei miei giocatori. I valori ci sono vanno solo tirati fuori. Abbiamo ancora le nostre carte da giocare a partire da Cagliari. Il nostro obiettivo resta il terzo posto».

CALENDARIO Per inseguirlo, Pioli sa che dovrà sperare in rallentame­nti altrui, magari approfitta­ndo di un calendario che strizza l’occhio. Napoli e Roma avranno lo scontro diretto di oggi e poi la Champions, l’Europa League e la Coppa Italia. L’Inter, invece, potrà pensare solo al campionato una volta a settimana. Con gli scontri importanti quasi tutti in casa (Atalanta, Milan e Napoli, in trasferta solo la Lazio), il calendario può sorridere: «Noi abbiamo solo una possibilit­à: vincere il più possibile, poi a maggio tireremo le somme. Ora abbiamo un unico obiettivo, dare il massimo e credere di poter vincere ancora tante partite».

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Il patron Zhang Jindong, 53 anni

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