Grosskreutz: rissa lacrime e cacciata «Basta con il calcio»
Nel cognome si può scovare il cammino tormentato. Grosskreutz significa grande croce e Kevin, calciatore che ha deciso (al momento) di fermarsi a 28 anni, ha sempre dovuto sopportare se stesso, i suoi entusiasmi selvatici e gli impeti irrazionali. Ieri è stato licenziato dallo Stoccarda, capolista della B tedesca, perché martedì notte alle 2.12 era stato coinvolto in una rissa. Fatti personali, tra l’altro è anche infortunato, che però non collimano con la «funzione di esempio che devono avere i nostri giocatori», così hanno detto i dirigenti. E Grosskreutz nell’esagerata notte di Carnevale era in compagnia di tre ragazzi dell’Under 17, a una festa per liceali e poi in centro. Le ha prese e le ha date, come in campo. È finito anche all’ospedale e le sue ecchimosi in rete. Il campione del mondo del 2014, senza mai però giocare in Brasile, ha ammesso le sue colpe, ha chiesto scusa e ha pianto. Poi ha detto che ora non vuole più «aver a che fare con il calcio». Se sia un ritiro definitivo o la voglia della «tranquillità che mi serve ora», si vedrà.
TESTA CALDA È proprio un tranquillo equilibrio che gli è sempre mancato, in carriera: idolo al Borussia Dortmund di Klopp, con lo skyline della sua città tatuato sul polpaccio, ma pure tifoso del Colonia, con tanto di denuncia per aver lanciato un panino a tre fan in quella stessa città. Perdonato da Löw dopo la celebre pipì, da ubriaco, su una colonna nella hall di un albergo, prima del Mondiale brasiliano. Ma all’intervista riparatrice, concordata, al sito della federazione, si infuria perché gli nominano quella vicenda, che gli costò anche 60 mila euro di multa. Grosskreutz che si mette anche in porta, nel Borussia, dopo l’espulsione del portiere Weidenfeller (2013); oppure quello che resta fermo sei mesi al Galatasaray perché il contratto viene depositato 48 secondi dopo la chiusura delle liste. Vive ugualmente a Istanbul, ma a gennaio, quando può finalmente venir schierato, firma per lo Stoccarda. Quest’estate aveva annunciato sul web il passaggio al Lipsia, per schernire «il club di plastica». Nonostante l’amore dei tifosi, allo Stoccarda fanno capire che non ne potevano più delle sparate e anche delle pigrizie in allenamento. Si sono tolti la grande croce, che rimane sulle spalle del proprietario.