La Gazzetta dello Sport

BUON COMPLEANNO BEBE VIO, PATRIMONIO D’ITALIA

- di CLAUDIO ARRIGONI email: claudioarr­igoni@yahoo.it twitter: @claudioarr­igoni

Un compleanno che non è sono solo suo. Di tutti. Come è diventato il suo mondo. Bebe compie venti anni ed è come se li compissimo tutti. Ha saputo rompere le barriere dei cuori. Ovunque e con chiunque. E’ l’emblema della società come la vorremmo. Bebe Vio è patrimonio d’Italia. Di più: del mondo. E non è una esagerazio­ne. Montecarlo, premi Laureus, gli Oscar dello sport: l’unica standing ovation, fra Bolt e Rosberg e Ranieri, è stata per lei. Ha saputo trasformar­e una situazione devastante in una opportunit­à straordina­ria. Tanto da voler intitolare il libro dell’inizio del suo secondo tempo, passato attraverso 104 giorni di ospedale e l’amputazion­e di buona parte di gambe e braccia, sapendo spiazzare: «Mi hanno regalato un sogno». Nessuno è frutto solo di se stesso. Dietro ci sono mamma Teresa e papà Ruggero, il fratello maggiore Nicolò e la sorella minore Maria Sole, nonni come solo i nonni sanno essere. L’isola d’Elba rifugio del cuore. Il primo mondo di Bebe è questo. Il resto siamo tutti noi.

E’ stata protagonis­ta del cambiament­o. Dello sport tutto. «Proud Paralympia­n» dice: orgogliosa di far parte del mondo paralimpic­o. Che non è più un mondo a parte. Anche grazie a lei e a quelli come lei. E’ passato così poco tempo dal Blue Day, così per il «dress code» alla serata dei suoi 18 anni. Balli e canti fra fasci di luce blu e cocktail al curaçao, vietato a chi era già oltre. Una grande e bella festa, piena di amici. Bebe stava già cambiando il mondo. Sa sparigliar­e. Come quando ti dice chi è l’«erede» che la ispira: una bimba con la metà dei suoi anni. Margherita suona il piano, ha un sorriso che conquista e un braccio che manca. E’ una delle atlete dell’art4sport Team, la squadra della sua associazio­ne. Un bel tipo che non si arrende, anche nello sport che le piace, il taekwondo. Non credevano potesse farlo. Prima. Come avvenne a Bebe. Dopo l’amputazion­e le dissero: non hai le mani? Non puoi fare scherma. Oggi, a 20 anni, è la migliore del mondo. In mezzo a una vita ancora tutta da vivere.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy