Viñales un lampo nel buio di Losail Gli altri distanti
Maverick rifila 6 decimi a Marquez: «Subito forte come nei test». Bene pure Pedrosa 3o e Lorenzo 5o
Più che un pilota con il nome da Top Gun, un tornado. Maverick Viñales investe la MotoGP con la freschezza e incoscienza dei suoi 22 anni e nella notte che apre il Mondiale 2017 mette subito in chiaro le cose: se ha deciso di lasciare la Suzuki per salire sulla Yamaha M1 che era di Jorge Lorenzo, lo ha fatto con un solo obiettivo in testa, conquistare il titolo al primo colpo. I test invernali, dominati, lo avevano fatto intuire, il primo turno sotto i riflettori lo ha ribadito in maniera secca, pesante. In condizioni decisamente peggiori rispetto a quelle incontrate due settimane fa, ha ottenuto praticamente lo stesso tempo, migliorandolo anzi di 14 millesimi (1’54”316) e infliggendo ben 6 decimi di distacco a Marc Marquez. I due sono stati i soli capaci di infrangere la barriera dell’1’55”, Dani Pedrosa con la seconda Honda è 3° a 9 decimi, anche se resta l’incognita di quello che avrebbe potuto fare Andrea Dovizioso, che nel finale, quando quasi tutti hanno montato una gomma nuova ha deciso di non fare lo stesso, chiudendo 11° con la sua Ducati, un millesimo alle spalle dell’Aprilia di Aleix Espargaro. Il suo tempo per ora lo piazza al di fuori dei qualificati direttamente in Q2, complicazione decisamente evitabile con la pioggia data quasi per certa nella giornata di oggi.
GRAN LIVELLO Viñales, invece, subito a suo agio anche con la gomma media con la quale si correrà la gara, non ha fatto lo stesso errore. «Abbiamo dimostrato di essere a un gran livello, con la gomma media sono andato subito forte, riu-
scendo a girare in 1’55”, poi il pericolo pioggia per domani (oggi; n.d.r.) era troppo grosso per rischiare. Sono contento, perché sono riuscito ad andare subito forte come nei test, sceso in pista ho cominciato subito a spingere e via. Siamo anche stati bravi a migliorare l’elettronica, gli altri, Marc, le Ducati, si sono confermati veloci, ma io sulla moto mi sento comodo».
FATICA Il contraltare della velocità di Viñales è la fatica di Valentino, che nel finale è riuscito ad artigliare il 9° posto, staccato però di 1”4 dal compagno e, soprattutto, ultimo delle Yamaha, preceduto anche da quelle dei rookies Jonas Folger, ottimo 4° e Johann Zarco, 8°. Un Rossi nervoso, che nei box ha gesticolato a lungo con i suoi tecnici, segno che la strada da fare è ancora lunga.
CRESCITA Sorride invece molto di più Marquez, che qui nei test aveva faticato parecchio (tre cadute solo l’ultimo giorno) e invece in questo momento sembra candidarsi, assieme a Dovizioso, come il solo possibile argine verso una fuga solitaria di Viñales. «Per provare a fermarlo non serve un passo avanti, ma almeno due — spiega lo spagnolo, campione del mondo in carica —, perché abbiamo ancora parecchie cose da sistemare. Ma per me questo è stato un giorno positivo, perché avevo finito i test con sensazioni non troppo belle e invece abbiamo cambiato qualcosa a livello di assetto e ho ritrovato fiducia».
PASSO CERCASI Ancor più lavoro aspetta invece Jorge Lorenzo, la miglior Ducati sulla griglia, 5o davanti a quella «antiquata» di due anni fa di Loris Baz. «Ma io sono davanti a Dovizioso solo perché ho montato la gomma più morbida. Che è l’unica con la quale al momento riesco a guidare abbastanza bene. Con la dura invece faccio ancora tanta fatica, mi manca fiducia, dopo 4-5 giri il calo è grande e non riesco a essere efficace. Per questo abbiamo deciso di fare un grosso cambiamento nelle prossime libere: devo crescere soprattutto in entrata di curva, in uscita non perdo nulla dai migliori». L’ultima battuta è per le difficoltà di Rossi rispetto a Viñales: «È sorprendente il distacco di Maverick, è molto grande. Anche perché non è quello di un solo giro, lui gira sempre così costante».