Milan, la vendita va verso Pasqua E Pier Silvio punzecchia l’Inter
Gli altri 80 milioni attesi oggi o la prossima settimana: il nuovo rinvio è obbligato Berlusconi jr sulle caparre: «Sono più alte del prezzo pagato per il club nerazzurro...»
Nel lunghissimo racconto della trattativa per la vendita del Milan un vantaggio c’è: quello che succede di sera in Cina qui si sa già nel pomeriggio. Si sa per esempio che ieri gli istituti bancari coinvolti hanno spento le luci degli uffici senza che sia stato autorizzato il versamento degli altri 80 milioni, caparra della terza caparra della somma definitiva necessaria a Ses per finalizzare l’acquisto del Milan. Quando gli uffici riapriranno la giornata milanese potrà di nuovo iniziare fiduciosa: per oggi il corrispettivo è atteso a destinazione, o quantomeno assicurato in viaggio. Altrimenti il weekend metterà d’accordo Italia e Cina con appuntamento rimandato ai primi giorni della prossima settimana, ancora senza date ultimative. RINVIO CLOSING Tra i pochi punti fermi resta la scaletta: arrivato il bonifico Fininvest ne certifica l’evidenza sui rispettivi conti Unicredit, si passa all’autografo del nuovo contratto vincolante (oggi le parti sono legate solo da un accordo verbale) e si stabilisce al suo interno la nuova data del closing. Che sempre più probabilmente arriverà in differita e non per motivi di fuso orario tra Milano e l’Oriente. Il closing deve essere deliberato dall’assemblea dei soci che deve essere deliberata dal consiglio d’amministrazione: tra pratiche burocratiche, pubblicazione sulla gazzetta ufficiale e attese stabilite, passano in tutto una ventina di giorni. Il 7 aprile, dopo il 3 marzo già cerchiato come ipotetica data dell’atto finale, è praticamente dietro l’angolo. Si può semmai tentare di avanzare il «the end» intorno a Pasqua. E questo è solo il freno imposto dalle tempistiche am- ministrative, ben più concreto pare quello relativo al reperimento del contante che manca. Dati per acquisiti anche gli 80, ne resterebbero poco meno di 300. Se la prima grossa rata è stata messa insieme in otto mesi, significherebbe ora ammassare la seconda in un paio di settimane, anche se fonti cinesi assicurano che una grossa percentuale sia già disponibile. Nel frattempo soliti dubbi e sospetti: gli ultimi alimentati dalla Reuters in viaggio nei luoghi già « visitati » dalla Gazzetta lo scorso ottobre. Nella sede di Sino Europe Sports a Changxing solo stanze vuote e buie, poca luce e poche informazioni.
FIDUCIA Vero però che il racconto è ricco di colpi di scena, le sorprese hanno di frequente disatteso quello che ci si attendeva, ma è sempre legittimo aspettarsi anche il contrario. Anche perché le parti continuano a lavorare con grande operatività e la fiducia non è mai davvero venuta meno. L’ultimo Berlusconi che più di recente e più volte si è esposto è Pier Silvio, prima a metà della settimana scorsa quando si espresse in toni « paterni » , cioè aggiungendo un condizionale a una garanzia appena data. «I patti e le caparre mi portano a essere fiducioso. Penso che tutto stia andando avanti e che in tempi brevi arrivi il closing. Mi auguro che la trattativa si concluda, ma o si vende ai cinesi o l’imprenditore sarebbe uno solo: mio padre». Ieri il vi- ce presidente Mediaset è tornato sul tema, alla presentazione del nuovo accordo televisivo con «il rivale» Paolo Bonolis, interista. Il conduttore ironizza: «Il Milan è un po’ come una fiction: c’è una trattativa che dura ormai da anni, c’è il sorriso e c’è il dramma, “Il segreto” gli fa una pippa! La prossima stagione del Milan si vedrà su Comedy Central». Così la replica di Pier Silvio: «Non è che loro siano messi tanto meglio, anzi. Ho una battuta, ma non so se dirla… vabbè, la dico: solo le caparre del Milan sono state più alte del prezzo dell’Inter! E qui mi fermo». Altro rossonero è Giorgio Squinzi, presidente del Sassuolo, a Radio 24: «Se penso al closing del Milan da tifoso sono disperato. Trovare un’altra gestione come quella di Silvio Berlusconi è praticamente impossibile». Probabilmente è l’unica certezza.