ROSSA & ROSSI IL COLORE DEI SOGNI
Il colore non è quello dei soldi, ma quello della Passione. Rosso. Con tutte le sue sfumature che conducono fino ai plurali: Rosse e Rossi. Quando si accendono i motori in Italia (e non solo) vediamo tutto Rosso. Per la Ferrari, ma anche per Valentino e per la Ducati. Rosso è il colore della passione, ma anche dei sogni. Perché alla vigilia dei Mondiali di Formula 1 e MotoGp possiamo ancora permetterci di farlo, anzi quest’anno abbiamo qualche motivo in più del solito per sperare in una stagione saporita come un tiramisù.
I l colore non è quello dei soldi, ma quello della Passione. Rosso. Con tutte le sue sfumature che conducono fino ai plurali: Rosse e Rossi. Quando si accendono i motori in Italia (e non solo) vediamo tutto Rosso. Per la Ferrari, ma anche per Valentino e per la Ducati. Rosso è il colore della passione, ma anche dei sogni. Perché alla vigilia dei Mondiali di Formula 1 e MotoGp possiamo ancora permetterci di farlo, anzi quest’anno abbiamo qualche motivo in più del solito per sperare in una stagione saporita come un tiramisù.
La Ferrari, a digiuno di vittorie da 27 gran premi e di un titolo dal 2007, arriva al via dopo un inverno pieno di promesse. Nessuno, dal presidente Marchionne in giù, si sbilancia. L’unico a poterselo permettere è Hamilton, che indica chiaramente la Ferrari come la favorita. Divertente. Anche perché Vettel gioca allo stesso gioco indicando la Mercedes come la grande favorita. L’unico a dire la verità è Fernando Alonso, che dice pubblicamente di sognare una Formula 1 con un motore uguale per tutti i piloti. Naturalmente non suggerirebbe un Honda. Per capire esattamente a che punto è la Formula 1 dopo la rivoluzione regolamentare, dobbiamo davvero attendere la fine della gara australiana. Allora avremo le idee più chiare e qualche certezza in più. Per ora abbiamo la sicurezza che la Ferrari arriva alla prima gara concentrata e tranquilla. Sono queste le uniche parole che trapelano da Maranello, dove ormai considerano le domande come proiettili da schivare a ogni costo. La sensazione è che abbia svolto bene i compiti a casa, che l’organizzazione Arrivabene-Binotto abbia individuato la strada buona e soprattutto che la SF70H sia affidabile e veloce. Quanto veloce, ce lo dirà soltanto la pista perché nessuno (se non i diretti interessati) può dirci se la Mercedes (vincitrice di 51 delle 59 gare corse con motorizzazione ibrida) ha giocato a nascondino. Prima del via speriamo di ritrovarci una Ferrari vicina alla Mercedes e davanti alla Red Bull, delle gare più combattute e divertenti (ma non aspettatevi più sorpassi) e piloti che possano incidere di più. Siamo nell’anno del 70° della Ferrari, non ci sarebbe un regalo migliore per festeggiarlo e onorare la memoria di un grande italiano.
In Qatar i sogni sono un po’ dimezzati, come le ruote. Valentino non parte bene. Non ha ancora capito la sua Yamaha e soprattutto si è ritrovato in casa un avversario più tosto di Lorenzo, quel Maverick Viñales che sembra un Verstappen con qualche primavera in più, ma soprattutto con 16 anni in meno di Vale. Rossi è alla 22a stagione da protagonista. Ci hanno provato in tanti a mandarlo in pensione. Lui ha sempre trovato il modo di divertirsi allungando la carriera. Confidiamo che ce la possa fare anche quest’anno, ma Viñales rischia di diventare un compagno più scomodo di Lorenzo e Marquez resta il favorito. Rischia addirittura di trasformarsi nel buttafuori. Per Vale è l’ennesima ultima chance di portarsi a casa il decimo Mondiale. Auguriamogli di divertirsi. Il resto verrà di conseguenza.
L’ultimo Rosso è quello della Ducati, impreziosito da Lorenzo e ingolosito da Dovizioso. Lo spagnolo deve ancora abituarsi alla guida da ducatista, intanto potrebbe divertirsi il Dovi. L’obbiettivo è di lottare per il titolo nel 2018. Tutto quello che verrà prima sarà benedetto.