La Gazzetta dello Sport

«SEB E’ IL FAVORITO, NON PER TUTTO L’ANNO»

«Vorrei più donne nel paddock, una corsa a Miami e tornare a lottare con Alonso. Ferrari favorita»

- Mario Salvini INVIATO A MELBOURNE (AUSTRALIA)

Bottas, il sostituto di Rosberg: «Mi sento pronto Devo migliorare, ma parto già da un livello molto alto»

Attraversa il paddock per arrivare alla presentazi­one di questa che per lui sarà la undicesima stagione in F.1, e mentre i fotografi lo mirano, Lewis Hamilton si ferma, per agevolarli. Alza l’iPhone rosé e click: il divo che immortala se stesso. Una istantanea dentro mille altre. Il tricampion­e solo nel suo selfie, eppure assediato. Bella metafora per cominciare un campionato in cui non ha più quello che negli ultimi tre anni è stato il suo unico avversario, Nico Rosberg. E, stando a quello che dice lui, nemmeno più tutte le certezze sulla superiorit­à della sua Mercedes.

TUTTI CAMPIONI Sarebbe bello sapere se l’addio di Nico Rosberg lo abbia più spiazzato o fatto arrabbiare. Perché l’anno scorso ad Abu Dhabi era stato chiaro a tutti che Lewis non l’aveva accettato, l’epilogo di un campionato perduto pur avendo conquistat­o più succes- si nei gran premi del vincitore. Di certo c’è che così, con il sorprenden­te autopensio­namento del rivale, gli viene a mancare quella rivincita che di sicuro per lui sarebbe stata la più agognata delle sfide. «Alla fine — ha spiegato — non è importante che ci sia o no il campione in carica, perché in ogni caso, come sempre, si ricomincia da zero. E qui di campioni ce ne sono», ha detto indicando se stesso e i vicini di posto Sebastian Vettel e Fernando Alonso. Ag- SU NICO ROSBERG RE 2016 giungendo poi: «E potenziali campioni». Con riferiment­o all’altro seduto lì accanto, Daniel Ricciardo.

PIÙ DONNE Sorridente e imperscrut­abile, Hamilton ha fatto battute. A chi gli chiedeva cosa si auspicasse dai nuovi padroni americani della Liberty Media, ha risposto alla sua maniera: «Più donne nel paddock». E magari «anche una gara a Miami», mentre Ricciardo suggeriva Las Vegas e Alonso domandava «motori uguali per tutti». «Sì, ma non Honda però», ha tranciato Lewis. Leggerino. Il recente passato suggerisce che sia lui il solo favorito. Allora, proprio per questo, Hamilton si trova all’improvviso ad avere anche molto da perdere. Con una serie di indizi su quali cause potrebbero contribuir­e a farlo cadere. Cioè le nuove regole, «cambiate anche per dar modo agli altri team di recuperare lo svantaggio». Con tutte le incognite su come la sua Mercedes le ha interpreta­te, queste novità. Il passo (l’interasse) tanto più lungo rispetto a quello delle altre, soprattutt­o rispetto alla Ferrari, per esempio, è un rischio. Garantisce più carico, ma implica meno maneggevol­ezza. Intanto i test di Barcellona hanno detto che le rosse sono andate più forte. «Vettel sta giocando — ha detto Hamilton —. La Ferrari è la più veloce, quindi ora è la favorita».

CERVELLI Ma forse non per sempre. Perché: «Anche se non siamo i più veloci, non è detto che non potremo esserlo. E con i cambiament­i nell’organico (l’addio di Paddy Lowe, l’arrivo di James Allison; n.d.r.) abbiamo acquisito nuovi cervelli e nuova energia. Sono felice di lavorare con Allison, una delle menti più brillanti che abbia mai conosciuto». Nessun proclama, ma tanto rispetto per gli avversari: «A dire il vero con Vettel non ho mai avuto tante battaglie. Sarebbe bello averne quest’anno. Ne sarebbero felici gli spettatori. Mi piacerebbe vedere in lotta anche Alonso, lo meriterebb­e. Voglio battermi coi migliori». Stima per il nuovo compagno Bottas: «Sta dando il massimo per farsi trovare subito pronto». Ma anche la solita sicurezza. «Tra quelli da battere ci sono anch’io». Lui e la sua Mercedes. Che forse hanno qualche certezza in meno, o magari bluffano un po’. Di certo, se dovessero ricomincia­re fin da subito dal dominio lasciato quattro mesi fa, pur con tutto quel che da allora è cambiato, sarebbe un segnale troppo forte e chiaro per tutti.

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EPA Lewis Hamilton, 32 anni, tre volte iridato (2008-14-15): su 188 GP, ne ha vinti 53
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