La Gazzetta dello Sport

«FESTEGGIAR­E LA VITTORIA O UN PODIO? QUI POSSIAMO»

- Paolo Ianieri INVIATO A LOSAIL (QATAR)

B uon compleanno Dovi. Seppur festeggiat­o con un undicesimo tempo per un suo errore di strategia, che nel finale non ha voluto montare le gomme nuove. «Qui gli ultimi anni, a Jerez prima, sono abituato a festeggiar­lo lontano da casa. Da una parte gli do meno importanza, dall’altra è bello trascorrer­lo, facendo qualcosa che amo».

Ha spento 31 candeline.

«Mamma mia, bella età. Per un pilota è un numero importante, non sono i 31 di una persona normale. Non dico che è un traguardo da vecchietto, ma di uno bello maturo sì. Per lo sport che faccio e per le esperienze vissute, che mi hanno fatto crescere più velocement­e. È da quando avevo 16 anni che sono nel Mondiale, è tantissimo».

Ha paura di invecchiar­e?

«Di brutto. So che avrò una mente competitiv­a fino a 90 anni, ma a remare contro sarà il calo fisico».

Anche perché voi di botte ne prendete parecchie e alla distanza i malanni si sentono.

«A parte qualche caduta importante, sono stato fortunato. Ma nel 2005 mi sono fatto male al collo, innescando un problema non risolvibil­e che posso gestire ma che mi condiziona la vita. Quando vado a letto non c’è un istante che non ci pensi, il cuscino, il tipo di materasso, viaggiando così tanto non lo puoi controllar­e. Questo mi fa vivere un po’ male».

L’inverno ha detto che la Ducati e Andrea Dovizioso sono in forma.

«Soprattutt­o sono molto contento della mia forma. Per il resto, penso solo gara per gara. Il Qatar è pista amica, qui dovremo godercela il più possibile e provare a portare a casa il massimo risultato, ma non faccio altri programmi. Nel 2016 è stato bravo Marquez a gestirsi così, avesse corso pensando al Mondiale, con le difficoltà iniziali della Honda non ci sarebbe riuscito. E noi in questo momento abbiamo dei limiti. Non mi sento così forte da dire di poter gestire il campionato per giocarmelo. Qui correremo per vincere, ma per esperienza dico che manca qualcosa».

Il problema atavico e irrisolvib­ile della Ducati che non gira?

«Tutto è risolvibil­e, però per riuscirci devi incastrare tante cose: le idee, le sensazioni tra- smesse dal pilota, la capacità di realizzarl­e in un progetto».

I test hanno detto che…?

«Che Viñales è il più competitiv­o di tutti. Aspettiamo­lo alla prova dei fatti, ma io penso che lui abbia anche la mentalità da gara. Magari sarà un po’ teso all’inizio, ma non credo che per lui sarà un problema. I test poi vanno interpreta­ti: Rossi e Marquez sono più competitiv­i di quanto non dica la classifica e quando fai 22 giri possono accadere tante cose. Di sicuro noi qui abbiamo le carte per giocarci il podio. E la vittoria».

Negli ultimi test si è vista la nuova carena Ducati.

«A livello estetico, per come siamo abituati ti può lasciare perplesso, però come evoluzione va nella direzione delle auto ed è molto interessan­te. Soprattutt­o se la confronti con quello che hanno fatto le altre Case, vedi uno studio affascinan­te. I risultati sono stati molto positivi, senza ali è difficilis­simo ottenere lo stesso effetto».

Com’è Lorenzo dentro il box?

«Interessan­te, tra noi c’è stato subito un approccio molto aperto per spingere nella stessa direzione. Il suo metodo di lavoro è molto diverso dal mio, ancora non può lavorare sui dettagli perché si sta adattando alla moto e non

riesce a guidare facile. Ma è molto metodico, spinge molto sulle idee che ha e questo è positivo anche per me. Ha una determinaz­ione rara da vedere». In 11 giornate di test, lei è stato 9 volte davanti a Lorenzo. Se la gioca ad armi pari? «Non ho mai avuto dubbi sul fatto di poterlo fare, anzi, i test hanno rafforzato la mia certezza. Lui comunque non è ancora totalmente a suo agio». Rossi invece sembra in crisi.

«Sì, non è al top, ma al momento della gara si avvicina sempre. Magari non sarà lì a giocarsi la gara dal primo turno ma poi ci potrà essere anche lui. E messa meglio di quanto sembri è pure la Honda». Che Mondiale sarà?

« Viñales è apparso in forma ovunque e lotterà con Marquez in maniera feroce, c’è un passato importante che i due si portano dietro… Per il resto è difficile da capire, ci sono i rookies Folger e Zarco che sono andati forte, Valentino, le Ducati… Per me Bautista farà una gran stagione».

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