Frosinone primo? L’idea vincente nasce da lontano
Dalla svolta tattica di Marino allo stadio del futuro Stirpe: «Se torniamo in A dovremo essere all’altezza»
In principio era il Cittadella. Poi ci sono stati il Verona, il Frosinone e la Spal. Adesso a comandare in solitudine la classifica della Serie B è tornato il Frosinone, che ha vinto lo scontro diretto a Ferrara lanciando - a 10 giornate dalla fine - una candidatura più che autorevole alla promozione diretta. Certificata da un percorso che merita di essere analizzato, perché va oltre il rettangolo verde e vuole strutturare il club per la Serie A.
DOPO LA CADUTA L’etichetta di «squadra scesa dalla A che deve risalire subito» era appiccicata addosso al Verona, ma il Frosinone non l’ha mai rifiutata. Lo dimostra anche il budget: se il Verona, dopo la retrocessione, è ripartito con un monte stipendi di quasi 15 milioni (premi esclusi), il Frosinone aveva il secondo della B che ammontava all’esatta metà. Pasquale Marino ha cominciato con il 4-3-3 per passare presto al 4-4-2 accorgendosi, cammin facendo, che rivedendo ancora l’impianto di gioco la squadra sarebbe ulteriormente migliorata. E così, dopo il flop della 18a giornata (1-3 in casa con la Salernitana), il tecnico pur essendo al secondo posto è stato lungimirante e ha deciso di passare alla difesa a tre, vincendo subito 4-1 a Trapani e convicendosi che quella era la strada giusta. Una svolta tattica fatta in concerto con il direttore sportivo Marco Giannitti, che di conseguenza al mercato di gennaio ha scelto due difensori centrali (Terranova e Krajnc), un centrocampista di qualità (Maiello) e un attaccante di rincalzo (Mokulu) per passare al 3-4-1-2 (o 3-5-2) che sta facendo volare la squadra. Innesti che hanno anche incrementato il monte stipendi come fa chi investe con senno perchè davanti vede un grande traguardo.
LA CRESCITA Ciò significa che a monte c’è un progetto. Che non è nato adesso, bensì nel 2013 quando il Frosinone - allora in Lega Pro - iniziò un processo di crescita che l’ha portato nel giro di due stagioni in Serie A. In attesa che le leghe trovino una soluzione per evitare che chi sale dalla B alla A sia retrocesso in partenza -a meno che non abbia di suo una notevole potenzialità economica - il Frosinone, se avrà un’altra occasione, vuole farsi trovare pronto e ha ben chiaro in testa come fare. La sua prima A è stata dignitosa (31 punti), per la seconda il piano è pronto. Lo spiega il presidente Maurizio Stirpe, che è un imprenditore di tutto rispetto (12 stabilimenti e 2.500 dipendenti in tutto il mondo), vice-presidente di Confindustria e capace di applicare al calcio le sue idee: «Diciamo che la nostra organizzazione ci deve consentire di primeggiare in B. Tornare in A ci metterebbe di fronte a problemi enormi, che abbiamo già sperimentato, vedi la distribuzione non equa delle risorse. Se dovesse ricapitare, però, sarà diverso. Intanto abbiamo già pagato lo scotto dell’inesperienza. E poi saremo pronti con le infrastrutture, visto il nuovo stadio ormai pronto».
LO STADIO Ecco la soluzione, la stessa che in Italia è sulla bocca di tanti ma che solo in pochi riescono a realizzare. Lo stadio. Il Frosinone, quando ha pensato di diventare grande, l’ha fatto. «Ci sono state le situazioni giuste al momento giusto - spiega il presidente - ma noi ci abbiamo messo vo- lontà e determinazione. A prescindere dalla categoria, l’importante è dare continuità alla nostra attività. Come con Marino, che ha il rinnovo automatico (sul contratto c’è scritto che gli basta arrivare nella parte sinistra della classifica, ndr), e con la squadra, che avrà come minimo 14-15 giocatori confermati. Però lo stadio nuovo è alla base di tutto». Per il prossimo campionato sarà pronto. Stirpe conclude: «Entro maggio la struttura sarà finita, poi in un mese saranno completati alcuni servizi. La capienza sarà di 16.200 posti, tutti coperti, e avremo dal Comune la concessione per 45 anni. L’obiettivo è renderlo fruibile 7 giorni su 7 con attività commerciali che stiamo valutando se gestire noi o appaltare a una società esterna. Il nome? Sarà intitolato a Benito Stirpe, mio padre». Perché il Frosinone nella testa ha impresa e progetti, ma nel cuore c’è anche altro.
ABBIAMO PAGATO LO SCOTTO DELL’INESPERIENZA E DELLE STRUTTURE IL NUOVO STADIO È ALLA BASE DI TUTTO PER DARE CONTINUITÀ MAURIZIO STIRPE PRESIDENTE DEL FROSINONE