La Gazzetta dello Sport

O Ney show Bufera Leo

Messi: «Non volevo insultare l’assistente» Argentina, trema Bauza

- Martin Mazur

Dopo il k.o. in Bolivia si chiede al c.t. di escludere Aguero, Higuain e Mascherano

Una vecchia battuta argentina dice così: «Ieri eravamo sul bordo di un precipizio. Oggi abbiamo fatto un passo in avanti». Adesso serve anche per spiegare il presente della Selección, nonostante il numero 1 del ranking Fifa. Dopo la pesante sconfitta a La Paz, l’Argentina è tornata al quinto posto della classifica nella qualificaz­ione al Mondiale. La squalifica di 4 turni per Messi è stata devastante per una squadra che ha vinto una sola partita senza l’asso del Barcellona (Colombia in trasferta) conquistan­do appena il 29% dei punti in palio. Con Leo in campo, le cifre salgono all’80%. «Non volevo insultare l’assistente, le mie erano solo parole al vento». Così Leo Messi si discolpa, secondo quanto apprende La Nacion, nell’arringa difensiva che l’Afa (la Federcalci­o argentina) presenterà alla Commission­e d’appello della Fifa, nel tentativo di ricevere uno sconto sulle quattro giornate di squalifica.

MESSI E I SUOI AMICI Negli ultimi tempi il c.t. ha detto che non saprà cosa farà dopo essere diventato campione del mondo; che nel Barcellona non si prendono cura di Messi; che Icardi potrà essere convocato in qualsiasi momento; che a Dybala manca qualcosa in nazionale; che Alario (River) deve andare in Europa e guadagnare 6 o 7 chili; che Pratto e Higuain erano alla pari; oppure che Lavezzi (1 partita negli ultimi 8 mesi) giocava spesso in Cina. Il dialogo fra il c.t. e i giocatori è limitato. Soprattutt­o con Messi, i cui insulti all’assistente potrebbero anche essere uno sfogo per il complicato rapporto con il tecnico. Ma il Patón per ora ha deciso di non procedere con il rinnovamen­to, che sarebbe la fine degli amici di Messi: sotto ac- cusa Zabaleta, Mascherano, Lavezzi, Higuain, Aguero. Chiesti Dybala, Icardi e perfino Mercado, terzino destro acclamato contro il Cile. «Siamo rimasti nella situazione peggiore: giocano gli amici di Messi ma non gioca Messi», ha scritto il Clarin.

NUOVO PRESIDENTE Ieri è stato eletto Claudio Tapia, detto il Chiqui, come nuovo presidente dell’Afa. Presidente del piccolo Barrancas Central, della Terza Divisione, Tapia diventa l’erede di Julio Grondona, presidente dal 1979 fino alla sua morte nel 2014, in un’elezione come quelle che piacevano a Don Julio: un solo candidato e una sola lista. Gli altri uomini forti per ora si sono inseriti dentro la struttura esistente: Marcelo Tinelli (San Lorenzo) ha preso la nazionale, Daniel Angelici (Boca) la vicepresid­enza dell’Afa e D’Onofrio (River) potrebbe essere l’uomo legato alla Fifa. La battaglia inizierà ad agosto, quando sarà creata ufficialme­nte la Superliga, cioè il campionato di Primera División, che sarà slegato dalla Federazion­e. Tapia e Bauza si sono conosciuti appena 15 giorni fa. «Tutti i contratti saranno analizzati», è quello che dicono nella nuova Afa. Anche quello del c.t., che per ora ha avvertito: «Ci sono le firme e non c’è niente né nessuno che mi possa piegare». Il sogno di Tapia e Angelici sarebbe Jorge Sampaoli, ma i sogni si devono confrontar­e con le cifre: e l’Argentina deve ancora pagare l’indennizzo al Tata Martino.

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REUTERS Edgardo Bauza, 59 anni

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