La Gazzetta dello Sport

Il portoghese ribalta Ancelotti e va in tripla cifra in Europa

- Fabio Bianchi INVIATO A MONACO DI BAVIERA @fabiowhite­s

No, non sarà la BBC, quella vera. Ma a volte basta una lettera della sigla, che è quasi sempre la C. Cristiano Ronaldo, figliolo devoto ma ingrato di Ancelotti, stronca il Bayern. Doppietta all’Arena come tre anni fa, in semifinale, quando c’era Carlo sulla sua panchina. Ora chiamatelo Ro- naldo 100, come i gol che ha fatto in Europa: 97 in Champions, 1 nei preliminar­i e 2 in Supercoppa. Solo che quella volta la stroncatur­a, rifinita dall’altra doppietta di Sergio Ramos, era definitiva. Il Bayern ha ancora chance per il ritorno, ma ci vorrà la partita perfetta. Ci vorrà un altro Bayern. La pressione dei sentimenti, della posta in palio, della ricerca di rivincita, l’assenza di Lewandowsk­i giustifica­no solo in parte la sconfitta. Alla corazzata di Ancelotti, che passa in vantaggio e poi sbaglia il rigore del 2-0, sempre con Vidal, c’è un secondo round dove gira subito tutto storto. E poi manca completame­nte la reazione da grande squadra. La corazzata perde pezzi, carattere e grinta e resta in balia delle scorriband­e di Ronaldo e compagnia. Finisce 2-1 e alla fine il paradosso è che il Bayern deve ringraziar­e, perché poteva davvero finire tanti a pochi, anzi a uno perché il Bayern non tira mai. Al Real è mancato l’istinto demolitore che ha fatto infuriare il pacato Zidane e tirare un sospiro di sollievo ad Ancelotti. Si può ancora ribaltare la situazione, ma servirà la magia.

BUONA LA TATTICA L’assenza di Lewandowsk­i, che non è riuscito a recuperare dal dolore alla schiena, è pesata parecchio. Müller è apparso spaesato, e davvero poco servito, in mezzo all’area spagnola. Ancelotti ha provato a rimediare con la sa- pienza tattica. Niente sturm und drang, come è solito ispirarsi il Bayern. Carlo ha deciso per una partenza soft, ragionata, la scelta oculata nelle situazioni delicate. Così evitava di prendersi un’imbarcata in ripartenza con quei diavoli della BBC ora criticati ma sempre velenosi, e Ancelotti lo sa meglio di tutti. Manovra a più tocchi a centrocamp­o, coi maestri del genere come Thiago Alcantara e Xabi Alonso e, perché no, Vidal. Il Real soffriva il tiqui-taca versione bavarese, con Casemiro spaesato e irritante nelle sue sceneggiat­e. E con Bale (uscito poi per infortunio) costretto spessissim­o ad aggiungers­i in difesa dalla parte di Alaba e Ribery. La manovra tedesca prendeva un’accelerata solo a destra con la coppia Lahm e Robben, con il difensore in gran spolvero al quale gli anni sembrano non pesare mai e l’olandese nella sua versione sprint ma pasticcion­a. Il Bayern ha cominciato a colleziona­re angoli,

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GETTY Carlo Ancelotti, 57 anni

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