La Gazzetta dello Sport

Mbappé, serata da star Il Monaco gela Dortmund

Del 18enne che si prende pure un rigore (sbaglia Fabinho) Il Borussia si fa autogol (Bender) ma accorcia con Dembélé e Kagawa

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A DORTMUND (GER)

Thomas Tuchel ha chiesto a ogni giocatore se si sentisse di giocare. La scelta era libera, nessuno si è tirato indietro. Il Borussia Dortmund così si è preparato in questa maniera al quarto con il Monaco. Dopo le tre bombe esplose martedì alle 19.15 vicino al bus della squadra, i giocatori sono tornati nelle loro case. Ieri alle 10 ritrovo al campo d’allenament­o, leggera seduta, poi di nuovo tutti liberi: pranzo a casa con le famiglie, per rivedersi circa tre ore prima del fischio d’inizio. Era un chiaro tentativo di terapia per dimenticar­e, non pensare. Scacciare il trauma. Non è servito. «Ho dormito poco, come tanti altri; ho cercato di distrarmi, ma non è facile» ha detto Julian Weigl, regista del Borussia, alla fine. I MOTIVI È opportuno rimarcare che troppi errori grossolani derivano anche dai fatti precedenti alla partita. Tuchel si è anche lamentato con la Uefa per l’obbligo di giocare subito: « Situazione assurda, nessuno ha chiesto il nostro parere, hanno deciso dalla Svizzera, come se ci avessero tirato una lattina di birra». Però il calendario non lasciava margini. Ma per tornare sul tecnico e accantonar­e il dinamitard­o, va detto che anche in situazioni normali Borussia e Monaco offrono spettacoli del genere, ricchi di gol su entrambi i fronti, di bellezze offensive (94 a 136 le reti stagionali) e disastri difensivi. Per questo motivo la quali- ficazione non è chiusa, pur se la capolista della Ligue 1 costringe i borussiani alla prima euro sconfitta interna dell’annata. Il Borussia si infila un autogol da applausi, con Bender in tuffo di testa; viene penalizzat­o dalla terna italiana, perché l’1-0 è in fuorigioco, e regala il 3-1 quando è in piena rimonta. Tuchel sbaglia le posizioni nel primo tempo, difesa a tre e Dembélé seconda punta con le spalle alla porta e non esterno; ma nella ripresa con Sahin e Pulisic tiene il Monaco in pugno e con Kagawa e Dembélé arriva quasi al pari, anche se ha chiuso 0-2 la prima parte come non gli era mai capitato nelle gare interne di Champions. IL PROTAGONIS­TA Fra i tanti ragazzi che mettevano appetito già alla vigilia per una sfida giovane, veloce e proiettata nel futuro, la figura migliore è ancora una volta quella di Kylian Mbappé, 18 anni, prossima stella del mercato. Che somigli a Thierry Henry già si sapeva, ma in questa gara il repertorio dell’attaccante è completo: freddezza, precisione, furbizia, posizione. Conquista il rigore (generoso) concesso dall’arbitro Orsato e sprecato da Fabinho sullo 0-0; infila di coscia il vantaggio, anche se è in offside. Fiuta l’errore degli avversari e fugge verso la porta per il 3-1. Non sbaglia mai. Ed è così gentile da lasciare a un suo modello come Aubameyang il colpo più raffinato, una finezza di tacco per il 2-1 di Dembélé. Tra una settimana Monaco e Borussia si rivedono, per discutere soltanto di calcio.

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