ARCADIO CHIEDE UN MIRACOLO A FRANCESCO
C’È UN BIMBO IN UN ARMADIO CHE NON PARLA DA 2 ANNI PER TRAUMA DA TERRORE
strada durante una visita pastorale. Per raccontare la storia, l’autore rispolvera un escamotage che aveva già usato molti anni fa in «Cielo manca»: le figurine Panini diventano il modo di comunicare. Arcadio Santucci, infatti, è un bambino che, sopravvissuto con la madre a un attentato terroristico, non parla da due anni e si chiude spesso in un armadio. Le figurine dei calciatori sono le sue parole. Se qualcuno lo incalza troppo, gli mostra il laziale Basta. La cugina Margot lo convince a scrivere al Papa per chiedergli un miracolo e Arcadio lo fa a suo modo. E’ l’inizio dell’opera, ambientata durante la Settimana Santa, che non è suddivisa in capitoli, ma in 14 stazioni, come quelle della via Crucis. Ed è proprio la via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo che chiude il romanzo con un colpo di scena. In mezzo c’è una settimana in cui il Papa, non in gran salute e considerato nel mirino dei terroristi, si dà per malato così da poter vivere di nascosto le emozioni della normalità, con tanto di un Roma-Bayern di Champions all’Olimpico.
E’ divertente come Garlando, che è cresciuto nella milanesissima Ortica, riesca a far vivere il Nomentano con la precisione di una guida stradale. E le partite di calcio a villa Torlonia di Arcadio, Dilip, Ochei, Hassan e gli altri come sono vere! Basta sedersi su una delle panchine di ferro nell’ex parco dove vivevano i Mussolini per rivedere le scene del libro, tutti i giorni. «Io e il Papu» avvicina questi luoghi al lettore, come altri posti del Vaticano non molto noti al pubblico, con l’immediatezza della cucina della signora Santucci. E nello stesso modo avvicina i personaggi, alcuni riconoscibili, nello staff del Papa, altri di fantasia, come l’immigrato di Fregene.
E’ un romanzo per ragazzi, ma, come tutti quelli scritti da Garlando, lo leggono con piacere anche gli adulti. «Ibam forte via Sacra, sicut meus est mos». Andavo a zonzo per la via Sacra come mia abitudine, scriveva Orazio nei Sermones. Chi ha studiato latino si ricorderà di questi versi che trasmettevano la particolare atmosfera romana pochi decenni prima di Cristo. Qui, oggi, un bambino va nello stesso modo a spasso per Roma con il Papa. E la cosa stupefacente che tutto è estremamente credibile. Con nessun altro Pontefice, prima di Francesco, sarebbe stato possibile.