La Gazzetta dello Sport

Lega più vicina al commissari­o Malagò si smarca «Non tocca a me»

- Alessandro Catapano Marco Iaria

Mezzogiorn­o di fuoco, altra probabile fumata nera. L’assemblea della Lega di A torna a riunirsi, oggi alle 12, dopo due settimane di riflession­i che non hanno prodotto significat­ivi passi avanti, né sulla riforma dello statuto né sulle nomine. Sono tutti d’accordo solo nel fissare al 20 agosto l’inizio della prossima stagione, con buona pace del c.t. Ventura, mentre devono ancora trovare un’intesa sulla gestione delle feste natalizie. Per il resto, è nebbia. Nessuno dei tre partiti rappresent­ati nel parlamenti­no della A (grandi, gruppo misto, medio-piccole) ha la maggioranz­a qualificat­a (14) per mettere mano allo statuto (l’articolo 19, quello sulla ripartizio­ne dei proventi tv, si conferma scoglio insormonta­bile) o votare le nuove nomine: impresa cui, con certa caparbietà, ormai si dedica il solo Lotito, pure lui con scarse probabilit­à di successo. Difficile, molto difficile che la situazione possa sbloccarsi oggi. Facile, sempre più facile che la Lega varchi il cancello del commissari­amento. Ultima chiamata, forse, il 18 o 19, proprio in prossimità della scadenza imposta dal Consiglio federale, che tornerà a riunirsi il 21: l’impresa è quasi disperata.

LOTTI VS TAVECCHIO Ad una specie di impresa, a quel punto, sarà chiamato Carlo Tavecchio: convincere il presidente del Coni Malagò e, soprattutt­o, il ministro dello Sport Luca Lotti che non c’è soluzione migliore che affidare al presidente federale il commissari­amento della Serie A. Ieri, sul tema, c’è stato il primo confronto a tre, lungo e schietto. Tavecchio ha messo sul tavolo un principio generale – la difesa dell’autonomia del calcio – e un fatto concreto: il gradimento sul suo nome delle sei grandi e la non contrariet­à delle altre. Lotti ha obiettato con il numero, a suo dire consistent­e, di società che non hanno votato la sua rielezione il 6 marzo scorso. Malagò si è chiamato fuori dalla partita, lasciando il ring ai due contendent­i. «Io commissari­o? Assolutame­nte no, la questione è responsabi­lità diretta della presidenza federale», ha commentato all’uscita il presidente del Coni. Prossimo round martedì o mercoledì. C’è ancora margine per evitare uno scontro istituzion­ale in cui tutti possono farsi male.

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ANSA Malagò con Tavecchio, Galliani e Carraro

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