Izzo, cade l’accusa d’illecito E’ omessa denuncia: 18 mesi
Difensore del Genoa evita la squalifica di 6 anni più radiazione per le presunte combine con Modena e Reggina. Millesi 5 anni e -3 all’Avellino. Assolto Pisacane
Come considerare 18 mesi di squalifica: un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? E’ la domanda che forse ieri si sono posti Armando Izzo e il Genoa (proprietario del cartellino che ha ripreso quota: vale intorno a 10 milioni di euro) dopo la sentenza di primo grado del Tribunale federale sulle presunte combine Modena-Avellino e Avellino-Reggina (Serie B) del maggio 2014. Il difensore rossoblù e della Nazionale è il nome più importante dell’inchiesta avviata dalla Dda di Napoli dopo le rivelazioni di Antonio Accurso, boss pentito della camorra.
BICCHIERE QUASI PIENO La risposta è nelle motivazioni con le quali i giudici hanno riqualificato accuse e richieste fatte dalla Procura federale nei confronti di Izzo: si è scesi da due illeciti aggravati dall’associazione a delinquere che avrebbero significato 6 anni di squalifica e la successiva radiazione a una doppia omessa denuncia, più 50mila euro di multa. Insomma, bicchiere quasi pieno. Non è andata così a Francesco Millesi: l’ex capitano dell’Avellino è stato fermato per 5 anni più 50 mila euro di ammenda perché ritenuto responsabile con Luca Pini ( ex degli irpini nel 2004) delle combine. L’Avellino a causa della responsabilità oggettiva dei tesserati (lo erano Millesi e Izzo) ha pagato con un -3 (la Procura aveva chiesto il -7) da scontare nel campionato in corso. Provvedimento che ha scatenato l’ira del presidente Walter Taccone, scagionato dall’accusa di omessa denuncia. La stessa contestazione la Procura aveva mosso a Mariano Arini, Raffaele Biancolino, Luigi Castaldo, Fabio Peccarisi e Fabio Pisacane: tutti assolti.
ANCORA SU IZZO Le squalifiche sono esecutive e quindi Izzo non potrà scendere in campo do- podomani contro la Lazio. Tutta colpa di un incontro avuto nel maggio 2014 in una trattoria dove si era recato dopo una telefonata avuta da Pini. Lì aveva trovato anche Millesi e Accurso capo del clan sanguinario Vinella Grassi del quartiere Scampia, dove era nato e viveva Izzo. Il boss, come ha raccontato alla Dda, voleva scommettere grosse somme su risultati sicuri. E per questo tramite Pini aveva agganciato Millesi. Dopo quella cena accade una cosa importante: il difensore, titolare inamovibile nell’Avellino, va da Rastelli e chiede di non giocare le gare successiva per un «risentimento muscolare», come ha confermato il tecnico nell’audizione alla Figc. Questo è il passaggio deci- sivo dell’ampio memoriale presentato da Antonio de Rensis. L’avvocato di Izzo ha messo in evidenza con il suo lavoro tutte le incongruenze dell’accusa, riuscendo nell’impresa di smontare pezzo dopo pezzo il puzzle che portava il giocatore al capolinea della carriera. La difesa ha fatto talmente breccia da trovare corrispondenza nelle motivazioni della sentenza. Per i giudici Izzo è finito in una storia più grande di lui, scovando una via d’uscita nell’infortunio. Poi è stato reticente per paura e questo non ha permesso al suo avvocato un facile patteggiamento che avrebbe ridotto sensibilmente la squalifica. In appello, però, lo stop potrebbe scendere e persino dimezzarsi. Se accadrà, il difensore avrà la possibilità di giocarsi le sue carte in ottica Mondiale 2018, visto la buona considera- zione che ha di lui il c.t. Ventura. Non solo, il Genoa già questa estate potrà vendere il giocatore (magari con un piccolo sconto) incassando un bel gruzzolo di euro, ossigeno puro per la casse ( asfittiche) del club. Inter e Chelsea sono alla finestra.
IRA FUNESTA Bicchiere vuoto è il giudizio di Taccone, patron dell’Avellino: «Sono arrabbiato e demoralizzato: se dopo l’appello (ci sarà entro maggio, ndr) avremo un solo punto di penalizzazione trovatevi un altro presidente». In realtà il lavoro dell’avvocato Eduardo Chiacchio (difendeva anche gli altri assolti, compreso Pisacane accompagnato al processo di Roma da Giulini, numero uno del Cagliari) è stato ottimo: il -3 inflitto è il minimo sindacale dopo la condanna di Millesi.
Armando Izzo, 25 anni, difensore del Genoa
Francesco Millesi, 36, ex dell’Avellino
Fabio Pisacane, 31, gioca nel Cagliari