Lamborghini ricorda Senna ma la F.1 non è solo passato
Il destino di Ayrton Senna sarebbe stato diverso se quella McLaren tutta bianca e motorizzata Lamborghini, che cattura gli occhi nel Museo Lamborghini, avesse corso il Mondiale 1994? La domanda affiora alla mente mentre nella sede di Sant’Agata Bolognese si inaugura la mostra « Ayrton Senna-L’ultima notte» ideata dal giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi e dal fotografo Ercole Colombo (aperta sino al 9 ottobre dalle 9.30 alle 19, ingresso 15 euro, ridotto 12). Rispetto alla rassegna vista a Monza nel 2016 qui ci sono tutte le vetture usate dal brasiliano: dal primo kart alla Williams con cui morì a Imola l’1 maggio 1994. Bel salto di qualità.
MONDIALE Se Ron Dennis, allettato dalla fornitura gratuita della Peugeot, non avesse stracciato l’accordo con Lamborghini, secondo Daniele Audetto, allora dirigente Lamborghini (di proprietà Chrysler) «Ayrton McLaren sarebbe rimasto in McLaren e avrebbe vinto il Mondiale». Senna, McLaren, Lamborghini: la suggestione F.1 è fortissima considerato che il padrone di casa, Stefano Domenicali, soltanto l’altra settimana ha partecipato al summit parigino dei team principal e d.t. sui motori che dovranno correre i GP dopo il 2020. «La nostra F.1 è la produzione», mette le mani avanti il presidente Lamborghini, atteso quest’anno al lancio sul mercato il suv Urus (la concept si trova al museo). La F.1 però non è un discorso chiuso: se l’identikit della nuova power unit e il costo di produzione dovesse sod- EX DIRIGENTE LAMBORGHINI PRESIDENTE LAMBORGHINI disfare i tedeschi, potrebbe anche esserci un coinvolgimento.
PRESENTE Intanto si parla dell’oggi, della sfida tra Hamilton e Vettel che ha acceso questo avvio di Mondiale. Mauro Forghieri, che progettò quel 12 cilindri provato da Senna, è convinto che con una sostanziale parità di macchina «un ruolo chiave lo giocheranno Vettel e Hamilton e temo che quest’ultimo abbia qualcosa in più in fatto di aggressività». Per Audetto, domenica in Cina, Raikkonen ha sbagliato a non lasciare strada a Vettel: «Prematuro dare ora ordini di scuderia, doveva essere lui intelligente a farsi da parte». Una tesi che trova d’accordo Riccardo Patrese, Mauro Baldi e Pierluigi Martini, pure loro ieri a ricordare il mito di Ayrton.