La Gazzetta dello Sport

Barbieri, è oro «Il mio ciclismo non ha schemi»

20 anni, al primo Mondiale, la modenese centra un fantastico titolo nello Scratch Sorriso magnetico, vince nella Red Hook a scatto fisso, si diverte con moda e videoclip

- Mattia Bazzoni

Miss Mondo ha 20 anni e un sorriso magnetico, sfila rapidissim­a su un parquet lungo dieci chilometri e porta in alto l’Italia nella notte vibrante di Hong Kong. Miss Mondo è la modenese Rachele Barbieri, la supernova del firmamento azzurro. Ieri, alla prima gara dei suoi primi Mondiali su pista da élite, ha messo in fila una nobile concorrenz­a per il trionfo più bello e inatteso: oro nello scratch, «la gara più aperta, più difficile dei velodromi» come spiega il c.t. Dino Salvoldi.

LA GARA Lo scratch è un vortice. Quaranta giri di pista, una sola regola: vince chi taglia per primo il traguardo. Rachele alla partenza non era tra le favorite. Ha corso con l’astuzia della volpe e la forza del leone. «Ho seguito la tattica del c.t. — spiega con la voce che trema ancora dall’emozione —. Dovevo stare alla ruota della D’Hoore, sfruttare il lavoro delle altre. Dopo aver preso il giro, per la volata mi sono spostata sulla ruota della Wild. Non so come, sono arrivata davanti». Barbieri è il primo nome di un «ordine d’arrivo da paura» (copyright Salvoldi): seconda la britannica Elinor Barker, oro a Rio nel quartetto; terza la belga Jolien D’Hoore, bronzo olimpico nell’omnium. Era la più giovane del lotto: le ha messe tutte nel sacco. L’anno scorso è stata campioness­a nello scratch agli Europei under 23 di Montichiar­i, dopo esserlo stata nel 2015 nella corsa a punti e nel quartetto. In Coppa del Mondo, in questa stagione, aveva fatto parlare di sé: terza nell’omnium ad Apeldoorn e a Cali, terza nell’americana a Los Angeles con Maria Giulia Confalonie­ri (coppia che il c.t. potrebbe riproporre sabato). Ma la maglia iridata era solo nell’armadio dei sogni: «Già il podio mi sembrava un successone. Ho vinto, e non ci credo».

NEW WAVE Erano otto anni che l’Italia «rosa» non vedeva l’iride, dalla corsa a punti di Giorgia Bronzini ai Mondiali polacchi di Pruszków 2009. La piacentina fa parte della spedizione di Hong Kong. Ieri è stata tra le prime ad abbracciar­e Rachele. «La sera prima della gara mi ha visto agitata: siamo uscite e mi ha tranquilli­zzata». Quell’abbraccio ai piedi del podio è però anche una stretta di mano generazion­ale. Rachele è una delle punte di diamante della «new wave» azzurra, la Giovane Italia di Elisa Balsamo (19 anni), Filippo Ganna (20) e Simone Consonni (22), che è cresciuta sotto l’ala di Elia Viviani e si è esaltata con il suo trionfo olimpico.

ALTERNATIV­A Rachele è l’oro del futuro, perché si affaccia su Tokyo 2020. Ma anche — e soprattutt­o — perché mostra un ciclismo diverso, uno sport due-punto-zero. Modenese di Stella, frazione di Serramazzo­ni (il paese di un altro campione del mondo, il calciatore Luca Toni), è iper-social come i suoi coetanei. Facebook, Twitter, Instagram: le sue «Stories»

Rachele Barbieri è nata il 21 febbraio 1997: eccola commossa sul podio. L’ultimo oro femminile per l’Italia era di Giorgia Bronzini nel 2009 sono un divertente dietro le quinte del gruppo azzurro. Niente maschere. Da un anno si è diplomata in ragioneria, in sella ci è da sempre, spinta dalla sorella maggiore Rebecca. Nel 2016 è passata tra le «grandi» con il team statuniten­se Cylance Pro Cycling, ma non si è mai accontenta­ta di una bici soltanto: ha gareggiato in mountain bike, è stata tricolore allieve di ciclocross e l’anno scorso si è pure lanciata nella Red Hook, il pazzo circuito delle scatto fisso che l’ha vista trionfare a Barcellona e Milano. «Sono sempre stata eclettica: ho voluto provare anche queste gare con il team Iride di Modena. Adoro l’ambiente informale. La Red Hook è moda: ciascuno ha il suo stile, è libero di esprimersi senza essere giudicato».

LOOK Moda è un’altra parola che descrive la nuova campioness­a del mondo: «In bici sono attentissi­ma all’abbigliame­nto. E non solo in bici. Non posso fare molte serate, però quando esco i tacchi sono ob- bligatori. Mi piace curare il look. La maglia iridata? È “potente”, si abbina bene con i jeans, che sono più semplici». Un po’ modella, un po’ attrice, come si vede nei suoi numerosi scatti su internet: «Mi piace fotografar­e ed essere fotografat­a. Con un manager della mia zona, dall’anno scorso stiamo cercando di dare vita a un progetto: partecipo a servizi fotografic­i, una bellissima esperienza. Ho anche preso parte a un video per un gruppo musicale». Un trionfo dell’estetica che la modenese riversa anche nel ciclismo: «Nello sport è importante la dimensione visiva. Il ciclismo è sempre stato considerat­o uno sport “da maschi”, secondo me invece è importante saper valorizzar­e e mettere in mostra la propria femminilit­à » . Miss Mondo rompe gli schemi, parla di ciclismi alternativ­i. Alla fine, però, fa quello che fanno tutte le Miss Mondo: mentre la incoronano, si copre il viso con le mani e scoppia a piangere. Sono lacrime d’oro.

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