La Gazzetta dello Sport

Gallinari: «Italia eccomi, ci sarò»

1L’ala: «Sono pronto per l’Europeo: mai pensato di tradire l’azzurro. Voglio vincere»

- Davide Chinellato GIOVEDÌ 13 APRILE 2017

La maglia dell’Italia col numero 8 non cambierà padrone, perché Danilo Gallinari vuole tenersela stretta. «Sono carico per l’Europeo» racconta al crepuscolo del suo 2016-17 Nba, spazzando via tutti i dubbi sul suo impegno con la Nazionale. A luglio, quando il gruppo del c.t. Ettore Messina comincerà a preparare l’appuntamen­to con la rassegna continenta­le itinerante che parte il 31 agosto, il Gallo sarà uno dei leader azzurri, uno degli uomini a cui chiedere di trascinare la squadra a quel risultato che un’intera generazion­e insegue. Danilo ci arriverà dopo una stagione Nba positiva a livello personale (18,2 punti di media in 63 partite, il massimo post infortunio) ma non di squadra, visto che i suoi Nuggets sono rimasti fuori dai playoff per il quarto anno consecutiv­o. Gallo arriverà all’appuntamen­to con l’Italia dopo l’estate più importante della sua carriera: entro il 30 giugno dovrà decidere se esercitare l’opzione per uscire dal contratto con Denver, dove gioca dal febbraio 2011, e rinunciare ai 16,1 milioni che la seconda franchigia della sua vita Nba gli garantisce per il 2017-18. In Colorado si aspettano che diventi free agent, che insegua un contratto più lungo e importante con Denver (con cui ha più volte detto di voler provare a vincere) o con una squadra che possa garantirgl­i di lottare per qualcosa di più importante dell’ingresso ai playoff con l’ultimo biglietto disponibil­e. Comunque vada l’estate, Gallinari ha un punto fermo: la sua voglia di azzurro, la sua fame di vittorie in azzurro.

Danilo, è pronto ad impegnarsi con l’Italia?

«Sono e sarò presente, come ho sempre detto. Non vedo motivi per non essere al media day az- zurro del 20 luglio a Milano».

Nemmeno la free agency, la firma di un nuovo contratto Nba?

«L’unica cosa che mi ha frenato in passato sono stati i problemi fisici. E sono l’unica cosa che potrebbe fermarmi in futuro, anche se ovviamente mi auguro non succeda. Le questioni contrattua­li non mi hanno mai impedito di esserci, anzi. In passato avrei potuto dire no per ragioni contrattua­li ben più importanti di quella di quest’estate. Ma non l’ho fatto, perché per me la Nazionale va al di là di qualsiasi cosa».

Aver fallito l’obiettivo playoff è una motivazion­e extra per l’estate con l’Italia?

«No, le motivazion­i per la Nazionale non arrivano dalla stagione in America. Le motivazion­i sono tante, legate soprattutt­o al fatto di lavorare da tantissimi anni insieme e voler finalmente raccoglier­e qualcosa di importante».

Cosa significhe­rebbe per lei ottenere un risultato in azzurro?

«Quello che ti dà emotivamen­te la Nazionale non te lo dà nessun'altra cosa. Lo ripete sempre il presidente Petrucci, e io sono convinto che abbia ragione. Vincere in azzurro è qualcosa che nella mia vita vorrei provare. È la motivazion­e che mi spinge a dire sempre sì, a essere sempre presente».

Quanto è deluso per come è andata la stagione con Denver?

«Tanto, perché l’obiettivo di inizio stagione era fare i playoff e non ci siamo riusciti. Non raggiunger­e i propri obiettivi è sempre una delusione».

Come si spiega questo insuccesso?

«Abbiamo avuto troppi alti e bassi, perdendo oltre 10 partite nell’ultimo minuto. Anche se non sono gli unici problemi che abbiamo avuto. Credo anche che abbiamo pagato un mix di inesperien­za e di testa nella gestione dei finali di partita».

Quando ha capito che era finita?

«Solo dopo aver perso contro Oklahoma City, domenica scorsa. quando l'aritmetica ci ha escluso. Ci abbiamo creduto fino alla fine, anche se sapevamo di essere in svantaggio con Portland (entrata poi come 8ª a Ovest, ndr) ».

Come valuta la sua stagione?

«Per me è stata una stagione molto positiva, sono contento... Fisicament­e sto bene e sono stato molto bene durante tutta la stagione, sono riuscito ad essere costante. Davvero, sono mancati solo i playoff».

Dove si vede il prossimo anno?

«Non lo so e in questo momento voglio pensare a tutto tranne che a quello. Ho un’estate davanti per prendere una decisione, per ora voglio godermi le vacanze. Anche perché per tutta la stagione, ben conoscendo la mia situazione contrattua­le, mi sono detto che ci avrei pensato in estate. E voglio anche rispettare i tempi della società».

Crede ancora possibile vincere a Denver, come ha detto più volte di voler fare?

«Mi auguro lo sia. Gioco in questa squadra da tanti anni e mi piacerebbe continuare a coltivare il mio sogno: rimanere in questa franchigia e cercare di vincere. Penso che siamo migliorati, non solo a livello di bilancio vittorie-sconfitte e statistich­e. ma anche di gruppo. E in squadra ci sono giocatori su cui poter costruire».

Cosa rende Denver così speciale per lei?

«Ci vivo ormai da sei anni, è una città che mi piace molto indipenden­temente dalla pallacanes­tro. E poi quando lavori con le stesse persone da tanti anni si creano delle sinergie che sono fondamenta­li nella routine di un giocatore: dai rapporti col presidente al fisioterap­ista, dal preparator­e atletico a tutte le persone che girano intorno alla squadra. Sono relazioni belle, costruite nel corso degli anni: lasciarle diventa difficile».

I punti di media di Gallinari nella stagione appena conclusa con i Denver Nuggets: l’ala azzurra è rimasta mediamente in campo 33.9 minuti in 63 gare

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CIAMILLO Danilo Gallinari, 28 anni, al tiro con la maglia della Nazionale

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