La favola di Alex, nuova speranza azzurra
Storico terzo posto e un podio sfiorato nella World Cup: Agiurgiuculese viene dalla Romania e dal 2015 è italiana
Segnatevi questo nome anche se avrete qualche difficoltà: Alexandra Agiurgiuculese. Domenica alla World Cup di Pesaro l’azzurra di origine romena ha interrotto un tabù, conquistando il terzo posto nella finale di specialità al nastro e sfiorando il podio alla palla. Da 26 anni l’Italia della ritmica aspettava un traguardo così: l’ultimo podio importante individuale risaliva al bronzo conquistato da Samantha Ferrari nelle clavette ai Mondiali ‘91 del Pireo. Alexandra viene dalla Romania. «Da Iasi — ci tiene a precisare —. La stessa città di Andreea Stefanescu che, per tanti anni, è stata una Farfalla della squadra di Emanuela Maccarani, bronzo olimpico a Londra». Dal 2011 vive in Italia e nel 2015 è diventata cit- tadina italiana grazie alla nazionalità acquisita dai genitori per la loro residenza pluridecennale in Friuli. Il padre e la madre, infatti, lavorano da anni in provincia di Pordenone. «Alex», come la chiamano tutti, si allena a Udine. L’Asu ( Associazione Sportiva Udinese) è la sua seconda casa. Una struttura polivalente dedicata alla ginnastica ritmica, artistica e alla scherma.
IL TEAM «Siamo un bel team, qui c’è un ambiente sereno – ci spiega Spela Dragas la sua allenatrice – perché questa struttura è a nostra completa disposizione 365 giorni all’anno. Io e Magda Pigano ci dedichiamo alla crescita di tante atlete che fanno della ginnastica ritmica la loro passione». Qui Alex si prepara, ogni giorno, per inseguire i suoi sogni di giovane ginnasta: «Alla mattina vado a scuola, poi arrivo in palestra, dove mi fermo finché non porto a termine alla perfezione la mia preparazione. Durante la settimana dormo al convitto».
LA STORIA La storia di Alexandra e del suo arrivo in Italia ha quasi le sembianze di una favola. «Ero stata convocata come giudice, in Romania, alla Deleanu Cup nel 2010 – ricorda la Dragas – e mi era rimasta impressa l’esibizione di questa bambina. Davvero talentuosa, per la sua giovanissima età. L’estate successiva, durante un collegiale a Udine, me la ritrovo lì, fra tante ginnaste. Era venuta in Italia per passare qualche settimana con i suoi che già vivevano qui. Ho pensato che non fosse un caso. Me la ricordavo perfettamente, mi aveva colpita. Non poteva essere solo una coincidenza. Insomma: ho parlato con i suoi genitori e, nel giro di qualche mese, Alexandra si è trasferita qui».
CARRIERA Alexandra, classe 2001, ha già vinto parecchio, nella sua giovane carriera agonistica. Lo scorso anno agli Eu- ropei juniores di Holon, in Israele, ha ottenuto il bronzo per Team, con la compagnia di Milena Baldassarri, e nelle finali di specialità ha vinto due argenti a palla e clavette e il bronzo al cerchio. Mai nessuna ginnasta italiana aveva vinto tanto.«Sono contentissima di questo risultato, spero di continuare così e voglio ringraziare tutti per il sostegno, perché gareggiare davanti ai pro- pri tifosi, all’Adriatic Arena, è stata davvero una grande emozione» ha dichiarato Alexandra. Sorriso sincero e occhi profondi di chi, ogni giorno, si allena con dedizione e passione. «Quando mi hanno detto del terzo posto, ero incredula. Mi ero detta: è la mia prima World Cup da senior. Già entrare in una finale mi sembrava pazzesco, così è stato incredibile!»
TALENTO «Alexandra è un talento – racconta la sua allenatrice – perché di ginnaste così ne nascono una su un milione. Per lei sembra tutto semplice, a livello esecutivo. È una dote innata ed è il suo marchio di fabbrica. Esegue dei rischi pazzeschi. E poi una cosa è certa: ti ripaga sempre con il lavoro. Con lei si riesce a ottenere sempre quanto programmato » . Alexandra, come ogni atleta, ha dei modelli da seguire: «Mi piace molto Alexandra Soldatova, ma anche Rita Mamun, oro a Rio 2016. Non importa se una ginnasta ha piedi e ginocchia brutti. Deve sapere esprimere quello che ha dentro».