Malinconia Silvio Dagli elicotteri all’ultima cena
Berlusconi ad Arcore ospita Li Yonghong, Han Li, Galliani e Barbara. «Resterò primo tifoso»
Era venerdì e pioveva. Silvio Berlusconi noleggiò tre elicotteri e portò la squadra all’Arena, in centro, dove 10mila tifosi aspettavano. Baresi e Massaro avevano una paura folle ma il presidente sorrideva: era già proprietario e quel giorno, per immaginario collettivo, il suo Milan decollò. Annunciò propositi di conquista planetaria, da imprenditore-imperatore, e realizzò tutto in tre anni: l’acquisto del club nel 1986, la prima Intercontinentale nel 1989. Una guerralampo. Seguirono rivoluzioni, coppe e campioni. Anche sconfitte, certo, e – parola sua – 1,2 miliardi di investimento. Ieri tutto questo è finito. Berlusconi ha venduto il club senza apparire per un sorriso, un’intervista – apparentemente, la negazione dello stile berlusconiano – e qualcosa è cambiato per tutti. Pochi amano Berlusconi come i due tifosi che sono corsi ad Arcore con uno striscione: «31 ANNI INSIEME GRAZIE PRESIDENTE». Eppure per tutti il Milan era di Berlusconi, come per diritto naturale. E’ stato così dalla Prima Repubblica a Instagram, da Mike Bongiorno ai videoblogger. Per questo mezza Italia è stata spaesata almeno per un attimo, come gli ex campioni milanisti che in tv parlavano da uomini paracadutati in un altro mondo.
I SENTIMENTI Berlusconi probabilmente è stato scioccato come tutti, perché il cinismo dei conti non cancella la tristezza di un addio. Lunedì, nel suo classico pranzo, si è alzato da tavola all’improvviso: preferiva stare da solo. Chi lo conosce lo vede addolorato e probabilmente negli ultimi anni non si divertiva più. Non va allo stadio dal derby di andata e non vede Milanello da maggio: lottare per il sesto posto, rinunciando al gioco offensivo, in fondo non fa per lui. Di sicuro, felice o triste, Berlusconi ieri a cena ha ospitato Li Yonghong, Han Li, Adriano Galliani e sua figlia Barbara, arrivati ad Arcore tra le 20.22 e le 20.33. A tavola 12 persone, con menu tricolore del (fidatissimo) cuoco Michele Persechini. Da lì sono arrivate le foto ufficiali: Berlu- sconi con Li Yonghong e Han Li, come in estate. Alle 23.25, il cancello si è aperto e la delegazione cinese è uscita.
IL COMUNICATO Nel pomeriggio, a closing avvenuto, invece Berlusconi aveva fatto pubblicare un comunicato. «Lascio oggi, dopo più di trent’anni, la titolarità e la carica di Presidente del Milan. Lo faccio con dolore e commozione, ma con la consapevolezza che il calcio moderno, per competere ai massimi livelli europei e mondiali, necessita di investimenti e risorse che una singola famiglia non è più in grado di sostenere. Non potrò mai dimenticare le emozioni che il Milan ha saputo regalarmi e regalare a tutti noi». Poi i ringraziamenti ai «grandi tecnici e i grandi campioni che hanno reso possibili queste imprese, che rimarranno per sempre nella storia del calcio». Ancora, un abbraccio a loro e a «tutti coloro che, con ruoli dirigenziali, tecnici, amministrativi e sanitari hanno fatto del Milan non solo una squadra, ma una società modello nel mondo del calcio». Adriano Galliani è stato ovviamente il primo della lista. Berlusconi lo ha definito « l’infaticabile costruttore e motore» del Milan e sì, sulla definizione non ci sono dubbi. In posizione privilegiata, i tifosi. Berlusconi ha ringraziato i milioni di appassionati e i simpatizzanti («senza di loro, il nostro Milan vincente non sarebbe esistito e non esisterebbe») e ha detto che rimarrà uno di loro: «Ho negli occhi e nel cuore mille momenti nei quali le testimonianze di affetto dei nostri sostenitori sono state straordinarie e commoventi. A loro voglio dire che - se oggi lascio ogni carica operativa e rappresentativa - rimarrò sempre il primo tifoso del Milan, la squadra che mio padre mi insegnò ad amare da bambino, il sogno che abbiamo realizzato insieme». Ai nuovi responsabili ha augurato di vincere più di lui ma questa è cortesia: improbabile pensare che lo creda possibile. ARCORE Le sue parole si sono fermate lì, anche se Villa San Martino è rimasta illuminata fino a notte. Fuori, una trentina di giornalisti. A venti metri dal cancello, un piccolo giardino. Lì, prima di cena, due bambini giocavano su una giostra, uno con la maglia rossonera di Bacca, l’altro con la maglia dell’interista Icardi. Sembrava una scena costruita. Cresce- ranno e per loro Silvio Berlusconi sarà un presidente da vecchi articoli, l’uomo che come loro abita ad Arcore e nel calcio ha vinto tutto tre, cinque, otto volte. Oggi comincia un altro futuro e un nuovo proprietario cinese si presenterà al mondo. E’ venerdì come quella volta degli elicotteri, ma dicono che ci sarà il sole fino a sera.
BERLUSCONI ADDOLORATO. IL CALCIO GLI SIA RICONOSCENTE. ARRIGO SACCHI EX ALLENATORE ROSSONERO