Montella resta? «Volentieri, ma aspetto conferme»
Il tecnico chiarisce: «Voglio solo capire cosa pensano di me i nuovi proprietari»
Montella è in giacca e se ne va con l’occhiale scuro mentre di solito presenta le partite in tenuta sportiva e subito prima dell’allenamento. L’allenatore si fa generalmente sentire alla vigilia: ieri ha anticipato di 24 ore per lasciare spazio a una lunghissima partita appena conclusa. Terza consuetudine stravolta, che conferma la strana atmosfera di ieri pomeriggio al centro sportivo, arriva proprio quando tutti sono accomodati per ascoltare l’allenatore. «Se permettete inizio io», dice Montella. Permesso ovviamente accordato per la sentita premessa: «Sono particolarmente emozionato, il momento è epocale. Ci tenevamo a ringraziare Galliani e Berlusconi per l’opportunità che mi hanno dato di allenare il Milan, un club gloriosissimo. Ci tengo a ringraziare il presidente, nelle tante telefonate che mi ha fatto ho sempre sentito stima e simpatia, più lo stimolo a migliorare alcuni aspetti che ho sempre accettato. So che mi rispetta e stima, e da parte mia c’è anche tanta ammirazione». Vincenzo, ieri a cena in Brera con l’ex d.s. Maiorino, è l’allenatore dello storico passaggio, anche se lui non volterà pagina. Anzi. Aveva espresso il legittimo desiderio di confrontarsi con la nuova governance, di condividerne i programmi, per poi dire di nuovo sì al Milan: «Nei prossimi giorni incontrerò il nuovo management e insieme proveremo a trovare le soluzioni per rendere il Milan glorioso come in passato. Qualche giorno fa ho semplicemente detto che volevo capire cosa pensano di me i nuovi proprietari: ho un contratto ma è giusto prima parlare di programmi. Da parte mia c’è ottimismo, apertura e soddisfazione ma i matrimoni vanno fatti in due, e ormai manca poco per saperlo. Qui sono felice, ma ci sono anche delle persone che mi dovranno confermare. Non essere qui a luglio mi sorprenderebbe? Fino a prova contraria sono l’allenatore del Milan».
DERBY Domani ci sarebbe una partita, la partita più importante di Milano, il derby con altri primati che si porta dietro: il primo confronto cittadino ma cinese, il debutto in orario da lunch game per favorire il pubblico orientale, i record di spettatori, centinaia di milioni, tra Europa e Cina: «Sarà una sfida agonisticamente e tecnicamente delicata, e noi siamo preparati sotto entrambi gli aspetti. Una vittoria aumenterebbe percentualmente le possibilità di Europa, la ipotecherebbe in buona parte. L’Inter è forte e si giocherà molto a livello emozionale. Niente paura, servirà coraggio, una vittoria li terrebbe ancora più lontani ma una eventuale sconfitta non pregiudicherà niente, per nessuno».