La Gazzetta dello Sport

Pioli: «Torniamo a essere squadra Vittoria obbligata»

«Siamo padroni del nostro destino. Potrei confermare gli 11 di Crotone o cambiarne tanti»

- INVIATO AD APPIANO GENTILE

Stefano Pioli e la rincorsa continua. Sfumata la Champions causa rimonta incompleta, ora c’è da inseguire almeno l’Europa League. Il tecnico si presenta in conferenza stampa con i soliti slogan, anche se alcuni perdono un po’ di coerenza quando vengono meno i risultati. «Scordiamoc­i il passato, possiamo determinar­e il nostro presente», per esempio, perde grip se poi aggiungi «Non bisogna dimenticar­e quanto fatto nei mesi scorsi». E qui sta la difficoltà, capire come abbia potuto una squadra sull’orlo della maturità impantanar­si quando c’era da completare l’opera. Per la prima volta con Pioli, l’Inter non vince da tre gare. E anche la doppietta di sconfitte Lazio- Juve tra gennaio e febbraio aveva un altro sapore, con la squadra uscita comunque dal campo a testa alta. Con Samp e Crotone invece si sono riviste le antiche fragilità. «Il calo, inaspettat­o, c’è stato - spiega il tecnico, prima dell’allenament­o che apre il lungo ritiro pre derby -. Abbiamo commesso errori che non facevamo da tempo, frenetici con la Samp, molli per un tempo a Crotone. Ma ho percepito che dopo la delusione di domenica abbiamo cambiato registro». Frasi pericolosa­mente simili al dopo Samp. Mai come stavolta quindi dovrà parlare il campo.

FIDUCIA E TESTA Pioli nasconde la delusione verso alcuni giocatori, dribbla il tema Coppe («Ausilio dice che abbiamo il dovere di andare in Europa League? Ora abbiamo il dovere di battere il Milan e di vincere più partite possibili»), approfitta della solita conferenza anticipata per nasconders­i sulla formazione («Potrei confermare tutti per dar loro un’occasione di rifarsi o cambiarne molti. Ho due giorni per decidere»), lancia un lapidario «la società mi ha fatto sentire la fiducia anche e soprattutt­o dopo la sconfitta di Crotone» e sfodera tutto l’orgoglio, negando che nello spogliatoi­o ci sia qualche frattura: «Nelle ultime gare siamo stati meno squadra? Non c’è dubbio, ma prima avevamo dimostrato di essere tutti disposti al sacrificio. Ciò va solo ripassato per proporlo nel derby. Quando si perde si punta il dito sulle scelte del tecnico e sulla condizione fisica. Ma il problema non è correre di più ma correre bene, di squadra e non individual­mente. Parte tutto dalla testa». La «testa» dell’Inter è anche Suning. Cui Pioli dedica l’ultimo pensiero: «Che futuro mi aspetto per il Milan cinese? Mi interessa molto poco. Ma so che futuro aspetta l’Inter perché conosco la proprietà e le persone che ci guidano. Sarebbe importante per noi dare soddisfazi­one anche a loro nel derby». Per guadagnars­i l’Europa. Ma anche la conferma in panchina.

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AP Stefano Pioli, 51 anni, allena l’Inter dal novembre scorso

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