«MONTELLA È OK MA 2-1 PER NOI TENIAMO PIOLI MEGLIO IL 4-3-3»
Mbe pensato? aterazzi: se due mesi fa le avessero detto «Il Milan arriverà al derby a +2» cosa avreb-
«Avrei avuto dei dubbi, ma non avrei risposto “Voi siete matti”: è da inizio stagione che Montella fa un gran lavoro, con giocatori giovani e qualitativamente inferiori alle squadre che stanno davanti, ma anche dietro».
Presunzione e/o fragilità mentale, difetti di organico, errori dell’allenatore: qual è il male dell’Inter?
«Nessuno dei tre è il male principale. Se batti la Juve, te la giochi a Torino e fai 7 gol all’Atalanta non sei fragile. L’Inter di Crotone ha dato l’idea di presunzione, ma se vedo che mio figlio è presuntuoso sono io che lo metto sulla strada dritta. E la strada dritta dell’Inter non è mai stata il calcio champagne, ma il lottare su ogni pallone. L’avere personalità. A me hanno insegnato ad averla uomini come Facchetti e Oriali, li ascoltavo e stavo a bocca aperta: oggi chi si ascolta a bocca aperta, nell’Inter?».
Quindi può essere un male non estirpato. E gli altri due?
«Organico sbagliato non direi: l’Inter ha un sacco di giocatori di qualità, e presi a 30-40 milio- ni, non gratis. E tre partite sbagliate non possono cambiare il giudizio su un allenatore, fra l’altro arrivato in corsa: un passaggio a vuoto ce l’hanno tutti».
Dunque questo male dove bisogna cercarlo?
«Lontano. Anzitutto nel tourbillon di rivoluzioni societarie, da Moratti a Thohir a Zhang: una serie di passaggi, ognuno diventato forse inevitabile per motivi diversi, che ha prodotto l’onda lunga di molti cambi pure a livello di guida tecnica e rosa di giocatori. Anche se il sarto è lo stesso da sette anni».
Anche questa, come quelle dei giorni scorsi, è un’allusione molto poco mascherata a Piero Ausilio: ma perché ce l’ha così tanto con lui?
«Non dico queste cose perché ce l’ho con lui. Anche se sono ancora in attesa di una telefonata di chiarimento: mi ha fatto smettere un anno prima dicendomi “Vieni a lavorare con me” e sto ancora aspettando».
Ma se fosse successo e oggi lei fosse all’Inter, cosa farebbe per rilanciarla?
«Periodo ipotetico dell’irrealtà: oggi non tornerei. E comunque vorrei far parte di una squadra di persone fidate e che vogliono solo il bene dell’Inter. L’identikit di Oriali, se devo fare un nome».
Non è che all’Inter ha fatto male «sentire» il nome di Conte?
«Non credo. Sarebbero poco maturi e non lo sono, altrimenti dopo l’esonero di De Boer sarebbe stata una catastrofe».
Da tifoso interista: avrebbe voluto Conte? Lo vorrebbe in panchina?
«Ho detto che Pioli meriterebbe la riconferma e non lo nego. Però se nella tua squadra arriva un fuoriclasse, che fra l’altro non avrebbe problemi a battagliare contro il suo passato, devi essere solo contento. Secondo voi se ai miei tempi fosse arrivato Nesta mi sarebbe dispiaciuto?».
Pioli ha sette partite per giocarsi la conferma o è meglio cambiare a prescindere?
«È giusto che fino all’ultima partita abbia il pensiero, e la possibilità, di giocarsela. Però una grande squadra si programma adesso, e con il parere dell’allenatore, dunque la scelta va fatta adesso».
E lei cosa sceglierebbe?
«Se non può arrivare un fuoriclasse, dunque Mourinho, Guardiola o Conte, io terrei Pioli».
Da difensore: è giusto far giocare Medel in difesa?
«In una linea a tre gli ho visto fare ottime partite, ma è comunque un adattamento: contro gente fisica può diventare un problema».
L’eterno dilemma Icardi: è un grande attaccante o un mezzo grande attaccante?
«Segna 20 gol a campionato, mezzo mi pare poco: ne segnerebbe 40? E poi ha imparato anche a snaturarsi, per fare cose che prima non faceva».
Un capitano poco capitano?
«Il leader lo sceglie la squadra, al di là della fascia: non mi sembra sia meno leader degli altri».
È ora di cambiare il 4-2-3-1?
«Cambiare in base all’avversaria per me è un pregio, non un difetto. Se giochi a tre contro il Milan, sulle fasce rischi di soffrire i loro uno contro uno: costringi gli esterni a fare i terzini e hai tre centrali per affrontare solo Bacca. Meglio un 4-3-3, con Medel o anche Gagliardini vertice basso, e comunque due interni per andarli a prendere: è lì in mezzo che il Milan ti dà punti di riferimento».
Faccia l’allenatore: i suoi undici per il derby.
« Con il 4- 3- 3: Handanovic; D’Ambrosio, Murillo, Miranda, Ansaldi; Gagliardini, Medel, Joao Mario; Candreva, Icardi, Perisic».
Nella condizione psicologica e di classifica dell’Inter, meglio che ci sia un derby subito?
«Certo. Perché spesso non lo vince la favorita e adesso l’Inter non lo è di sicuro. E perché si gioca in casa e la gente aiuterà l’Inter, anche se a Crotone la squadra non ha fatto quello che avrebbe dovuto per farsi aiutare. Ma non si può giocare un derby avendo paura: quell’aiuto ci sarà, e servirà».
E servirà essere andati in ritiro?
«A poco: quando giochi un derby puoi andare direttamente allo stadio».
Con sette partite da giocare, quanto sarà decisivo?
«Se perdi sei fuori, se pareggi probabilmente non sei padrone del tuo destino, se lo vinci il tuo destino diventa mantenere il vantaggio».
E il calendario non sarà un alleato.
«Con il Napoli da affrontare e la trasferta con la Lazio, direi di no».
Perché il Milan fa paura?
« Perché ha una sua identità: chiunque giochi e a prescindere da come gioca, è duro a morire. E perché se un allenatore fa una cosa difficile come snaturarsi - quello che ha fatto Montella - vuol dire che ha capito i limiti della sua squadra. E dunque che è intelligente».
Perché l’Inter non deve aver paura del Milan?
«Perché siamo - sì, siamo - l’Inter. Potevo aver paura io quando incontravo certi monumenti che aveva il Milan a quei tempi: con tutto il rispetto per la squadra di Montella, oggi non li vedo».
Come finisce il derby e come finisce il campionato dell’Inter?
«Due a uno. Inter quinta o sesta. E l’altra da Europa League, se non crolla, sarà l’Atalanta: perché ha un fuoriclasse come Gomez e perché a casa sua è dura passare».
IL DIFENSORE: «PAGHIAMO I TROPPI CAMBI SOCIETARI IN POCO TEMPO. CROTONE È STATA UNA BOTTA, MA AIUTERÀ LA SQUADRA» MONTELLAGRAN LAVORO,FA UN CON GIOCATORI COSÌ GIOVANI SU VINCENZO MONTELLA ALLENATORE DEL MILAN MI DISSE “VIENI A LAVORARE CON ME” E STO ANCORA ASPETTANDO... SU PIERO AUSILIO D.S. DELL’INTER HA IMPARATO PURE A SNATURARSI E NON È MENO LEADER DI ALTRI SU MAURO ICARDI CAPITANO DELL’INTER