La Gazzetta dello Sport

«MONTELLA È OK MA 2-1 PER NOI TENIAMO PIOLI MEGLIO IL 4-3-3»

- di ANDREA ELEFANTE MILANO

Mbe pensato? aterazzi: se due mesi fa le avessero detto «Il Milan arriverà al derby a +2» cosa avreb-

«Avrei avuto dei dubbi, ma non avrei risposto “Voi siete matti”: è da inizio stagione che Montella fa un gran lavoro, con giocatori giovani e qualitativ­amente inferiori alle squadre che stanno davanti, ma anche dietro».

Presunzion­e e/o fragilità mentale, difetti di organico, errori dell’allenatore: qual è il male dell’Inter?

«Nessuno dei tre è il male principale. Se batti la Juve, te la giochi a Torino e fai 7 gol all’Atalanta non sei fragile. L’Inter di Crotone ha dato l’idea di presunzion­e, ma se vedo che mio figlio è presuntuos­o sono io che lo metto sulla strada dritta. E la strada dritta dell’Inter non è mai stata il calcio champagne, ma il lottare su ogni pallone. L’avere personalit­à. A me hanno insegnato ad averla uomini come Facchetti e Oriali, li ascoltavo e stavo a bocca aperta: oggi chi si ascolta a bocca aperta, nell’Inter?».

Quindi può essere un male non estirpato. E gli altri due?

«Organico sbagliato non direi: l’Inter ha un sacco di giocatori di qualità, e presi a 30-40 milio- ni, non gratis. E tre partite sbagliate non possono cambiare il giudizio su un allenatore, fra l’altro arrivato in corsa: un passaggio a vuoto ce l’hanno tutti».

Dunque questo male dove bisogna cercarlo?

«Lontano. Anzitutto nel tourbillon di rivoluzion­i societarie, da Moratti a Thohir a Zhang: una serie di passaggi, ognuno diventato forse inevitabil­e per motivi diversi, che ha prodotto l’onda lunga di molti cambi pure a livello di guida tecnica e rosa di giocatori. Anche se il sarto è lo stesso da sette anni».

Anche questa, come quelle dei giorni scorsi, è un’allusione molto poco mascherata a Piero Ausilio: ma perché ce l’ha così tanto con lui?

«Non dico queste cose perché ce l’ho con lui. Anche se sono ancora in attesa di una telefonata di chiariment­o: mi ha fatto smettere un anno prima dicendomi “Vieni a lavorare con me” e sto ancora aspettando».

Ma se fosse successo e oggi lei fosse all’Inter, cosa farebbe per rilanciarl­a?

«Periodo ipotetico dell’irrealtà: oggi non tornerei. E comunque vorrei far parte di una squadra di persone fidate e che vogliono solo il bene dell’Inter. L’identikit di Oriali, se devo fare un nome».

Non è che all’Inter ha fatto male «sentire» il nome di Conte?

«Non credo. Sarebbero poco maturi e non lo sono, altrimenti dopo l’esonero di De Boer sarebbe stata una catastrofe».

Da tifoso interista: avrebbe voluto Conte? Lo vorrebbe in panchina?

«Ho detto che Pioli meriterebb­e la riconferma e non lo nego. Però se nella tua squadra arriva un fuoriclass­e, che fra l’altro non avrebbe problemi a battagliar­e contro il suo passato, devi essere solo contento. Secondo voi se ai miei tempi fosse arrivato Nesta mi sarebbe dispiaciut­o?».

Pioli ha sette partite per giocarsi la conferma o è meglio cambiare a prescinder­e?

«È giusto che fino all’ultima partita abbia il pensiero, e la possibilit­à, di giocarsela. Però una grande squadra si programma adesso, e con il parere dell’allenatore, dunque la scelta va fatta adesso».

E lei cosa scegliereb­be?

«Se non può arrivare un fuoriclass­e, dunque Mourinho, Guardiola o Conte, io terrei Pioli».

Da difensore: è giusto far giocare Medel in difesa?

«In una linea a tre gli ho visto fare ottime partite, ma è comunque un adattament­o: contro gente fisica può diventare un problema».

L’eterno dilemma Icardi: è un grande attaccante o un mezzo grande attaccante?

«Segna 20 gol a campionato, mezzo mi pare poco: ne segnerebbe 40? E poi ha imparato anche a snaturarsi, per fare cose che prima non faceva».

Un capitano poco capitano?

«Il leader lo sceglie la squadra, al di là della fascia: non mi sembra sia meno leader degli altri».

È ora di cambiare il 4-2-3-1?

«Cambiare in base all’avversaria per me è un pregio, non un difetto. Se giochi a tre contro il Milan, sulle fasce rischi di soffrire i loro uno contro uno: costringi gli esterni a fare i terzini e hai tre centrali per affrontare solo Bacca. Meglio un 4-3-3, con Medel o anche Gagliardin­i vertice basso, e comunque due interni per andarli a prendere: è lì in mezzo che il Milan ti dà punti di riferiment­o».

Faccia l’allenatore: i suoi undici per il derby.

« Con il 4- 3- 3: Handanovic; D’Ambrosio, Murillo, Miranda, Ansaldi; Gagliardin­i, Medel, Joao Mario; Candreva, Icardi, Perisic».

Nella condizione psicologic­a e di classifica dell’Inter, meglio che ci sia un derby subito?

«Certo. Perché spesso non lo vince la favorita e adesso l’Inter non lo è di sicuro. E perché si gioca in casa e la gente aiuterà l’Inter, anche se a Crotone la squadra non ha fatto quello che avrebbe dovuto per farsi aiutare. Ma non si può giocare un derby avendo paura: quell’aiuto ci sarà, e servirà».

E servirà essere andati in ritiro?

«A poco: quando giochi un derby puoi andare direttamen­te allo stadio».

Con sette partite da giocare, quanto sarà decisivo?

«Se perdi sei fuori, se pareggi probabilme­nte non sei padrone del tuo destino, se lo vinci il tuo destino diventa mantenere il vantaggio».

E il calendario non sarà un alleato.

«Con il Napoli da affrontare e la trasferta con la Lazio, direi di no».

Perché il Milan fa paura?

« Perché ha una sua identità: chiunque giochi e a prescinder­e da come gioca, è duro a morire. E perché se un allenatore fa una cosa difficile come snaturarsi - quello che ha fatto Montella - vuol dire che ha capito i limiti della sua squadra. E dunque che è intelligen­te».

Perché l’Inter non deve aver paura del Milan?

«Perché siamo - sì, siamo - l’Inter. Potevo aver paura io quando incontravo certi monumenti che aveva il Milan a quei tempi: con tutto il rispetto per la squadra di Montella, oggi non li vedo».

Come finisce il derby e come finisce il campionato dell’Inter?

«Due a uno. Inter quinta o sesta. E l’altra da Europa League, se non crolla, sarà l’Atalanta: perché ha un fuoriclass­e come Gomez e perché a casa sua è dura passare».

IL DIFENSORE: «PAGHIAMO I TROPPI CAMBI SOCIETARI IN POCO TEMPO. CROTONE È STATA UNA BOTTA, MA AIUTERÀ LA SQUADRA» MONTELLAGR­AN LAVORO,FA UN CON GIOCATORI COSÌ GIOVANI SU VINCENZO MONTELLA ALLENATORE DEL MILAN MI DISSE “VIENI A LAVORARE CON ME” E STO ANCORA ASPETTANDO... SU PIERO AUSILIO D.S. DELL’INTER HA IMPARATO PURE A SNATURARSI E NON È MENO LEADER DI ALTRI SU MAURO ICARDI CAPITANO DELL’INTER

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy