La Gazzetta dello Sport

Inzaghi-Stroppa, vola il vecchio Milan

Oggi guidano Venezia e Foggia verso la B. A Pippo basta un punto, a Giovanni serve vincere e sperare

- Andrea Schianchi

Testa bassa e mani sul manubrio. Proprio come i ciclisti impegnati in una grande volata. Filippo Inzaghi e Giovanni Stroppa si giocano il futuro in una manciata di partite: il primo sulla panchina del Venezia e il secondo su quella del Foggia. La promozione in Serie B, osservando con attenzione le classifich­e, non dovrebbe essere in discussion­e: i veneti hanno 11 punti di vantaggio sul Parma che è secondo e mancano soltanto 4 giornate al termine del campionato; i pugliesi viaggiano con un distacco di 6 punti sul Lecce. Oggi Pippo può festeggiar­e a braccia alzate sul traguardo se i suoi ragazzi vincono o pareggiano in casa contro il Fano (in caso di sconfitta, devono sperare che il Parma non vinca). Impresa non impossibil­e. Giovannino, invece, ha bisogno di qualche combinazio­ne in più: deve vincere il suo Foggia (contro la Reggina) e deve perdere il Lecce (in trasferta a Matera). Più complicata, come situazione, ma anche qui non siamo di fronte a un inestricab­ile garbuglio. E così due figli del Milan come Inzaghi e Stroppa, magari dopo essersi gustati all’ora di pranzo il derby cinese di San Siro, possono percorrere un altro tratto di cammino assieme.

SPECCHIO Quello di Inzaghi a Venezia, diciamolo subito, è un capolavoro. Non allena la squadra più forte (a livello di singoli il Parma è nettamente superiore, e forse pure il Padova), però lui, dopo la scottatura presa sulla panchina del Milan e dopo un anno sabbatico, ha saputo ricaricare le pile e trasmetter­e a tutto il gruppo i tre concetti fondamenta l i che stanno alla base di ogni impresa: lavoro, sacrificio, volontà. Il Venezia sta a Inzaghi perlomeno quanto la Juve d’inizio ciclo stava a Conte. La squadra assomiglia al suo allenatore, si nutre del suo carattere, vive, come Pippo del resto, sul nervosismo che riesce sempre a trasformar­e in energie positive. Avere la migliore difesa del campionato significa possedere un’invidiabil­e organizzaz­ione tattica, e averla trasmessa è merito di Inzaghi, e pure una notevole ca- pacità di sacrificio. Non ci sono stelle, nel Venezia, ma ci sono ragazzi disposti a lottare fino all’ultimo minuto pur di far contento il loro allenatore. Non è poco. Anzi, a pensarci bene, è tutto. La sfida di oggi contro il Fano non dovrebbe rappresent­are un pericoloso ostacolo, ma siccome Pippo ne ha viste (e ne ha giocate) tante, sa bene che nulla va lasciato al caso. Così, ieri sera, tutta la squadra in ritiro: se si vuole tagliare il traguardo, bisogna stringere ancora un po’ i denti, come faceva lui quando Ancelotti gli chiedeva uno sforzo in più, ancora uno scatto, forza Pippo, non mollare...

RICORDI A Giovannino Stroppa, invece, prima di sedersi in panchina oggi, forse torneranno in mente le lezioni tattiche di Arrigo Sacchi, l’allenatore che lo ha lanciato nel grande calcio. Chissà se anche lui, come Arrigo, vivrà in apnea le due ore che precedono la partita, teso, nervoso, incapace di stare fermo. Stroppa se le ricorda bene quelle vigilie assieme al grande Milan degli olandesi, con Sacchi che disegnava schemi, faceva colloqui, discuteva, provava, e loro, i giocatori, chiedevano soltanto di prendere un po’ d’aria, un giretto solo, mister, torniamo presto... A Giovannino, che era una comparsa in quel cartellone riempito dai nomi di Gullit, Van Basten, Rijkaard, Maldini, Baresi, Donadoni, capitò anche di segnare un gol nella finale della Coppa Interconti­nentale del 1990. Contro l’Olimpia di Asuncion, come si può cancellare una simile memoria? Van Basten disegna un pallonetto perfetto, palo e lui si fionda come un falco e la butta dentro. E’ il momento più alto della carriera di calciatore di Giovannino che aveva grandi qualità tecniche, buone doti fisiche, però non ebbe la gloria che forse meritava. D’altronde, nel calcio all’inizio degli anni Novanta, giocavano autentici fuoriclass­e, mica come oggi che ce ne sono due o tre in un intero campionato, e molti sono sopravvalu­tati. Stroppa, la felicità, prova a prendersel­a facendo l’allenatore e adesso è arrivato il momento buono e Foggia aspetta d’incoronarl­o, come si fa con i re.

RAGAZZI MERAVIGLIO­SI. PUNTIAMO AL TRIPLETE FILIPPO INZAGHI ALLENATORE VENEZIA SI PERCEPISCE L’ENTUSIASMO. QUESTO DEVE FARCI DA TRAINO GIOVANNI STROPPA ALLENATORE FOGGIA

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