Argento vivo
È sempre Super Ganna Sfuma il bis mondiale Ma il 2° posto vale oro
Rivincere l’oro, un anno dopo. Difficile per un veterano, figuriamoci per un ragazzo di non ancora 21 anni, catapultato all’improvviso sul trono mondiale dell’inseguimento 13 mesi fa, 40 anni dopo l’ultimo acuto azzurro firmato Francesco Moser, tra l’incredulità sua e di tutti. Sulla pista di Hong Kong, che nelle prime due giornate ci aveva già regalato l’oro a sorpresa nello scratch della baby Rachele Barbieri e il bronzo del quartetto maschile, Filippo Ganna manca l’appuntamento col bis, che in tanti davano per scontato. Ma la sua medaglia d’argento — battuto dall’australiano Jordan Kerby, capace di un 4’12”172 da paura in qualifica, terzo crono al mondo di tutti i tempi — è pesante e vale quasi un oro, nonostante la finale senza storia che l’aussie si è messo in tasca sin dai primi giri, dando poi sempre l’impressione di averla saldamente in mano.
PIÙ FRESCO Pippo ci ha messo il cuore, il coraggio, un anno in più d’esperienza. Purtroppo non le gambe, svuotate dalle tre faticacce dei due giorni precedenti: lui a pilotare il quartet- to e a portarlo sul terzo gradino del podio, che all’Italia mancava da 19 anni. Un’impresa di cui il gruppo azzurro aveva tanto bisogno, per dare un senso al grande lavoro di ricostruzione del movimento endurance. Ma costata inevitabilmente caro. Perché quel triplice impegno Kerby se l’è risparmiato. E, alla resa dei conti, ha potuto giocare forze fresche sui 16 giri di pista del confronto diretto per l’oro. Quasi come era successo un anno fa allo stesso Ganna, schierato da Villa solo nell’ultima prova a squadre.
FAVORITO Che Kerby fosse l’uomo da battere, più del francese figlio d’arte Corentin Ermenault — giustiziere di Ganna agli Europei sei mesi fa, e a sua volta schierato nelle tre prove del quartetto — lo diceva il recente successo dell’australiano ai campionati nazionali, condito da un eloquente 4’15”280. Senza poi contare l’innegabile vantaggio di cui gli atleti “down under” godono nei Mondiali in primavera, ai quali arrivano con più corse di preparazione nelle gambe. Certo, nessuno si sarebbe aspettato di vedere volare in qualifica a quel livello mostruoso il 24enne di Brisbane, due titoli iridati juniores alle spalle, ma anche una sfortunata esperienza tra i pro’ e tan- te attese mai confermate. Il suo tempo ha scosso i rivali, Ganna compreso. Poco dopo, l’altro australiano O’Brien ha dato la seconda stoccata: 4’15”794. Così all’azzurro, in pista da ultimo proprio contro Ermenault, per acciuffare la finale non è bastato fare la corsa sul francese. Rapporto tosto: 56x14. Tubolari da 19”. Pippo ha tenuto la velocità di crociera studiata col c.t. Villa. S’è imballato giusto negli ultimi due giri. Ma con 4’14”647, suo secondo tempo di sempre, meglio del 4’16”127 di Londra e a mezzo secondo dal personale che è pure primato italiano, s’è preso il podio sicuro con ampio margine.
«GRAN RISULTATO: UN ANNO FA CI SAREMMO LECCATI I BAFFI» MARCO VILLA C.T. DEI PISTARD AZZURRI