BIANCHIN, BOCCI, BREGA, CECERE, ELEFANTE, FROSIO, GRAZIANO, LAUDISA, LICARI, OLIVERO,
mai niente, però i miei spazi di manovra si riducevano giorno dopo giorno e così troncai. Comunque è stato il presidente più vincente, i nuovi proprietari per essere alla sua altezza dovranno investire tantissime risorse. Lo faranno? Speriamo».
Perché lei decise di fare il dirigente e non l’allenatore?
«Mi sentivo più portato alla scrivania e per un periodo ebbi delle soddisfazioni come vice presidente. Il pensiero di allenare mi è venuto di recente riflettendo su questo calcio diventato troppo atletico a discapito della tecnica, della fantasia».
Ha dichiarato che le partite la divertono dal 70’ in poi...
«Perché i giocatori più dotati tecnicamente riescono ad emergere quando calano le energie di quelli, la maggioranza, più dotati fisicamente. E allora ti godi il vero spettacolo, per come lo intendo io».
Quindi si è preso il patentino di allenatore... A Coverciano?
«No, a Rebibbia. Di fianco al carcere c’è un centro federale».
Un Rivera dovrebbe avere il titolo ad honorem, non crede?
«In effetti vedendomi avevano pensato di darmi subito il ruolo di professore del corso. Io ho voluto seguire le regole».
E adesso?
«Sto per cominciare una nuova esaltante avventura: insegnare ai ragazzi tra gli 8 e i 15 anni. I dettagli sul mio sito, appena creato: Giannirivera.it».
E’ vero che ha invitato anche Mazzola?
«Si è proposto lui! Ci siamo visti di recente e quando gliene ho parlato Sandro mi fa: e io? Non mi inviti? A lavorare sul campo ci saranno anche De Sisti, Bigon, Malatrasi, Sormani, Biasiolo, Lopez, De Stefanis. Diciamo che ho approvato immediatamente le loro autocandidature. I primi corsi si tengono a Roma, per lo più a Tor di Quinto. Poi vedremo».
Non potevate pensarci prima? Non siete più negli anni verdi.
«Mica dobbiamo correre noi... Dobbiamo solo insegnare a calciare, stoppare, muoversi, ragionare. Una full-immersion di natura tecnica: i ragazzi hanno sempre bisogno di esempi da imitare. E io ho messo assieme un bel gruppetto di maestri. Campioni di ieri e promesse di oggi: non vedo l’ora di iniziare». Ha esordito in A con l’Alessandria il 2 giugno 1959 contro l’Inter. Nel 1960 arriva al Milan, dove rimane per 19 stagioni (12 da capitano). Dirigente Milan e Figc, nel 1987 Rivera è sottosegretario alla Difesa per l’Ulivo. È stato anche deputato del Parlamento Europeo. Ha vinto 3 scudetti, 2 Coppe Campioni, 2 Coppe Coppe, 1 Intercontinentale, 4 Coppe Italia, 1 Pallone d’oro.
e giocò solo 6’ nella finale del Mondiale ‘70: 60 gare, 14 gol.