Petagna e Allegri Storia di un sms e di un arrivederci
Il bomber dell’Atalanta si ritrova contro una sorta di secondo padre: al Milan lo fece esordire e crescere
Sul telefonino di Andrea Petagna c’è un sms salvato parecchi anni fa: «Puoi sbagliare tutto ma non l’atteggiamento». Mittente: Massimiliano Allegri. L’attaccante dell’Atalanta lo conserva con cura e lo rilegge ogni volta che ha bisogno di un’iniezione di fiducia. L’allenatore della Juventus glielo inviò quando, nell’estate 2013, Petagna stava lasciando il Milan per la Samp, prima tappa del suo pellegrinaggio per l’Italia. Domani sera a Bergamo Allegri ritroverà il suo figlioccio dei tempi rossoneri e prima e dopo la gara saranno risate e prese in giro, come ai vecchi tempi, ma anche consigli su come migliorare ancora.
ESORDIO E ADDIO Petagna non smetterà mai di ringraziare Allegri e non solo perché lo lanciò nel calcio dei grandi: fu Max a farlo esordire a 17 anni in Champions League (4 dicembre 2012, Milan-Zenit 0-1) e qualche mese dopo in Serie A (24 agosto 2013, Verona-Milan 1-2). A fine gara, nonostante la sconfitta, nello spogliatoio Allegri lodò il giovane attaccante, facendogli i complimenti davanti a tutti. Sembrava l’inizio di una favola: Petagna aveva fatto un buon precampionato, segnando nel trofeo Tim e facendo gol al City nell’Audi Cup. Invece l’orco cattivo si materializzò negli ultimi giorni di mercato sotto le spoglie di Matri e il ragazzo, convinto che non ci fosse più spazio per lui, chiese di essere ceduto in prestito. Fu in quel momento che arrivò l’sms. Allegri lo ha aiutato a non buttarsi giù, a continuare a credere in se stesso anche negli anni meno fulgidi della B. L’ha costruito quando era il suo allenatore e non ha mai smesso di seguirlo, aiutandolo a smussare gli angoli più spigolosi del carattere.
CONSIGLI E PRESE IN GIRO Petagna è sempre stato fumantino, pronto ad accendersi alla minima scintilla. Allegri però aveva capito come prenderlo. Durante gli allenamenti lo spronava di continuo, costringendolo a stare sempre sul pezzo, ma si divertiva anche a prenderlo in giro. Andrea ha cominciato ad allenarsi con i grandi a 16 anni: giocava sotto età con la Primavera allenata da Aldo Dolcetti (adesso anche lui alla Juventus) e imparava da Ibrahimovic e compagnia. Petagna all’epoca frequentava il liceo socio-pedagogico, la stessa scuola della figlia di Allegri, Valentina. Così il tecnico lo controllava a vista: prima lo rimproverava per un brutto voto e poi lo faceva sudare. «Se non vai più veloce, domani invece di farti fare allenamento ti mando a scuola». Studiare non era uno dei passatempi preferi- ti di Petagna, Allegri lo sapeva e lo pungolava spesso sull’argomento. Altro tema ricorrente erano le uscite serali: «Bisogna saper scegliere il momento — gli ripeteva il tecnico —. Un calciatore intelligente sa quando ci può divertire e quando no».
SOLO UN ARRIVEDERCI? Tutti consigli che ad Andrea sono stati molto utili nel corso della sua carriera. Per lui Allegri è un ottimo gestore di campioni, uno dei migliori allenatori d’Europa. Petagna ha ricambiato con un sms di in bocca al lupo prima della finale di Champions League giocata contro il Barcellona due stagioni fa. Quest’anno si sono già visti due volte allo Stadium, prima per il campionato e poi per la Coppa Italia. «Prima o poi un gol glielo faccio», aveva detto Petagna alla vigilia della sfida di A. Tutti e due sono convinti che prima o poi torneranno a lavorare insieme. Magari si ritroveranno alla Juventus, visto che Petagna è nei radar dei bianconeri. Piace perché è un calciatore completo: ha fisico e tecnica e l’età è dalla sua parte. E grazie ad Allegri è cresciuto e ha imparato a credere di più in se stesso. Potere di un sms.