Nuova norma sugli stadi Via libera ad altre case?
Non ci sono più dubbi. Il testo del decreto legge numero 50 ( « Disposizioni urgenti in materia finanziaria») pubblicato in Gazzetta Ufficiale (ieri approvato dal Senato, ora tocca alla Camera), almeno nell’articolo che disciplina la costruzione di impianti sportivi, è come era stato concepito: un tentativo di facilitare la realizzazione di nuovi stadi. L’hanno chiamata norma-salva Roma, il ministro Luca Lotti, che quegli articoli ha scritto dopo essersi confrontato anche con la Figc, ha smentito qualunque riferimento al progetto Tor di Valle, e in effetti, dopo una lettura più attenta, si percepisce come della nuova disciplina potrà beneficiare chiunque, probabilmente, però, a cominciare dalla Roma stessa.
NOVITÀ Le più grosse che la manovrina introduce, correggendo e ampliando la legge di Stabilità del 2013 (grossolanamente definita «legge sugli stadi»), sono sostanzialmente due. E entrambe potrebbero fare al caso dei giallorossi. La prima è contenuta nel comma 2 e riduce i passaggi dell’inter burocratico – in cui il dossier di Pallotta e Parnasi è impantanato da due anni e mezzo – laddove stabilisce che il parere favorevole della Conferenza di servizi decisoria « . .. può costituire adozione di variante allo strumento urbanistico comunale». In tale ipotesi, prosegue, «... il verbale è trasmesso al sindaco che lo sottopone all’approvazione del consiglio comunale». Che in questo modo, dunque, eviterebbe di doversi pronunciare su una delicata variante al piano regolatore. La seconda novità, potenzialmente, è esplosiva. Perché l’articolo 62, al comma 1, stabilisce che il progetto «... può ricomprendere anche la costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, complementari e/o funzionali al finanziamento e alla fruibilità dell’impianto». Dicitura generica, in cui possono finire un mucchio di cose, e da cui è sparito il riferimento che si volle inserire nel comma 304 della legge del 2013, a proposito degli altri tipi di intervento, «... comunque con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale». Cosa significa? Che si potranno costruire centinaia e centinaia di appartamenti? Ci provarono anche nel 2013, ma si sollevò un coro di indignazione e in molti, tra cui il ministro Delrio, si opposero.