La Gazzetta dello Sport

Obiettivo Allegri «Sì, questo derby vale lo scudetto»

«chiama» la Juve: «Perché separarsi?» Buffon a riposo, Higuain forse. Pronto Lemina

- Fabiana Della Valle INVIATA A VINOVO (TORINO)

Il gommone può attendere, anche in caso di Triplete. «Io un anno fermo non ci sto — dice Massimilia­no Allegri — lo farò quando deciderò di smettere di allenare. Se poi non mi vorrà nessuno allora sarò costretto, ma non cambierò idea in base a come andrà la stagione. Se le cose vanno bene, non vedo perché uno debba separarsi». Difficile trovare un punto nero in questa stagione, visto che la Juve è in finale di Coppa Italia, ha un piede in quella di Champions e lo scudetto già cucito per trequarti. «Ma non abbiamo ancora vinto niente — ripete il tecnico a mo’ di mantra — pensare troppo ti può mandare fuori giri. Questi giorni vanno vissuti con gran- de entusiasmo perché sono cose che non capitano sempre ed è importante godersele. Il rinnovo del mio contratto adesso non è una priorità, mancano tre giorni alla semifinale di Coppa e non ha senso parlarne. Con la società non ci siamo ancora incontrati ma lo faremo. E non sarà vietato festeggiar­e fino a una eventuale finale di Champions: celebrerem­o lo scudetto se arriverà e poi la Coppa Italia. Bisogna saper gestire lavoro e riposo. E’ giusto festeggiar­e ma poi dobbiamo avere la capacità di staccare e riattaccar­e la spina».

DERBY DA SCUDETTO Stasera serviranno l’interrutto­re acceso e la massima tensione, perché il derby stavolta «vale lo scudetto. Sarà una partita molto difficile perché dobbiamo uscire con un risultato positivo. L’Atalanta, il Monaco e il Toro giocano in modo simile, con velocità e buona tecnica davanti. Però basta parlare di Triplete, facciamo un passo alla volta, prima voglio tre punti nel derby». Allegri ne ha vinti due su due in casa e in entrambi i casi con un finale thrilling: nella sua prima stagione in bianconero fu Pirlo a regalargli il successo all’ultimo respiro ( 2- 1 al 93’); un anno dopo Cuadrado segno un istante prima del gong e il risultato fu lo stesso. Non solo: su quel successo la Juve costruì il secondo tricolore della gestione Allegri, perché da lì iniziò l’inimmagina­bi- le rimonta. Anche per questo il derby non può mai essere considerat­a una partita banale. «Il derby è sempre un evento sportivo, si deve andare allo stadio per tifare per la propria squadra. Di fronte alle tragedie non ci sono né colori né bandiere», chiude il tecnico con riferiment­o all’anniversar­io di Superga.

BUFFON NO, HIGUAIN NI «Le scelte stavolta saranno un problema, non le so neppure io. In sei giorni abbiamo tre partite». Il turnover si farà e potrebbe riguardare anche Higuain. Non ci saranno Buffon («gioca Neto»), né Marchisio («A Montecarlo ha fatto un gran partita, sta tornando quello pre infortunio»). In difesa Bonucci è la certezza, probabili Benatia, Lictsteine­r e Asamoah. A centrocamp­o riposa Pjanic, con Lemina favorito su Rincon, davanti Sturaro dovrebbe fare l’esterno sinistro, con Higuain a riposo e Mandzukic centravant­i: 4-2-3-1 o 4-4-1-1. Se stasera sarà vittoria o pari (e se il Napoli non batterà il Cagliari in questo secondo caso), domani sera giocatori e tecnico si sederanno davanti alla tv: lo scudetto può diventare matematico in base al risultato della Roma con il Milan. Prima però c’è un derby da giocare. Che stavolta vale il tricolore.

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GETTY Massimilia­no Allegri, 49 anni, allena la Juve dalla stagione 2014-2015

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