La Gazzetta dello Sport

Soffia la Bora sul Giro

Pöstlberge­r! Sembravi Sagan E il team si prende tutte le maglie Affetto straripant­e della Sardegna. A Olbia, colpo del debuttante austriaco e velocisti beffati all’ultimo km: 2° Ewan

- Paolo Marabini INVIATO A OLBIA

I l Giro 100 scatta nel segno della sorpresa. E che sorpresa. Sul traguardo di Olbia, a due passi dal mare più bello d’Europa, Lukas Pöstlberge­r si inebria di inattesa felicità, le ruote veloci tutte dietro, a una manciata di metri, ahiloro troppo tardive a mettersi in moto e beffate da questo giovanotto semi-sconosciut­o al grande pubblico, 25 anni, carpentier­e mancato, che regala al suo Paese una doppietta da consegnare alla storia: tappa e maglia rosa, all’Austria non era mai successo, roba da aprirci i telegiorna­li come per i trionfi in serie di Marcel Hirscher, imperatore dello sci alpino.

SENZA INDUGI Doveva essere una volata. E ti aspetti Greipel, ti aspetti Gaviria, semmai Ewan, Modolo, Nizzolo, Mareczko. Sono loro i più gettonati per il primo ambitissim­o traguardo. Invece quel carneade senza pedigree, lì davanti al gruppo nel tortuoso e concitato finale per lanciare il compagno Sam Bennett, poco prima dell’ultimo chilometro si ritrova con una manciata di secondi di vantaggio. Non gli par vero, a un certo punto non sa nemmeno se continuare nella sua azione oppure rialzarsi. Ma è proprio Bennett a rompere il suo indugio, perché gli urla via radiolina di tirar dritto. E Lukas va, velocissim­o, le ultime curve ventre a terra, senza mai più girarsi, se non quando lo striscione è a un palmo di naso e, prima di godersi il giorno più bello della vita, vuol essere certo di non rischiare la più classica delle gaffe da esultanza anticipata: come se non ci fossero precedenti...

MAGICO VENERDÌ Roba da non crederci, da strabuzzar­e gli occhi. Alzi la mano chi aveva osato ipotizzare il suo nome per la prima rosa del Giro 100. Umile gregario di Peter Sagan nella Bora-Hansgrohe, debuttante nel World Tour e al Giro, due sole vittorie alle spalle (anche se nel 2012, a 20 anni, vinse il titolo austriaco, più giovane campione nazionale della storia), Pöstlberge­r regala al team costruito tutto attorno al campione del mondo la giornata più importante dell’anno. E

M\ai l’Austria in trionfo. Rosa, bianca e ciclamino per il vincitore, Benedetti con la maglia azzurra

sembra quasi un paradosso, dopo che la primavera aveva lasciato più delusioni che gioie in casa dello slovacco. Poi arriva questo venerdì magico sulle strade di Sardegna, invase dal pubblico delle occasioni speciali, per l’abbraccio con il quarto incontro col Giro in 108 anni, il terzo per la grande partenza: una folla incredibil­e, nonostante l’assenza in corsa dell’orgo- glio di casa Fabio Aru, costretto al forfait. E il primo ad esultare, a migliaia di chilometri di distanza, dalla California, è proprio Sagan, simbolo della squadra tedesca, che via twitter esterna la sua gioia poco dopo il trionfo del compagno.

PIGLIATUTT­O Soffia... la Bora sul Giro. Perché in un colpo solo Pöstlberge­r si infila tre ma- glie: rosa, ciclamino della classifica a punti e bianca dei giovani. E la quarta, quella azzurra del gran premio della montagna, finisce sulle spalle di Cesare Benedetti, il trentino in fuga dal chilometro due – con Maestri, l’eritreo Teklehaima­not, l’albanese Zhupa, il russo Brutt e il polacco Bialoblock­i – e poi ripreso a 3,5 km dal traguardo. A quel punto entrano in azione le squadre dei velocisti più attesi: Lotto-Soudal, Uae-Emirates, Quick-Step Floors, Orica-Scott. Curve, controcurv­e, il finale è contorto, anche i big cercano di stare davanti per evitare rischi, lo spazio è quello che è: non a caso il gruppo si spezza. Poi la resa dei conti. La chiave di volta sta tutta lì, nell’attimo in cui Pöstlberge­r passa in testa. Basta infatti un attimo d’esitazione:

Mezgec – che deve pilotare Ewan, poi secondo davanti a Greipel, Nizzolo e Modolo – fa il buco e l’austriaco se ne va. Chiudi tu, chiude lui, fatto sta che nessuno chiude. E addio gloria per i velocisti, tanto meno per l’Italia, che manca la prima rosa dal Giro 2011, quando se la prese Pinotti. Sacha Modolo, uno di quelli che l’aveva messa nel mirino, riconosce i meriti di Pöstlberge­r: «Tanto di cappello, l’austriaco ha fatto un gran numero, ci ha sorpreso. Ma non ho capito certe squadre. Peccato, quella maglia rosa era una bella occasione», ammette il veneto. Che oggi, nella Olbia-Tortolì, ci potrà riprovare, con quel finale in grado di scremare le ruote veloci. Pöstlberge­r permettend­o, chiaro.

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Lukas Pöstlberge­r, 25 anni, si gode la gioia più bella della carriera. Sotto, lo spettacolo della Sardegna: Castelsard­o e l’abbraccio dei tifosi (Bettini)
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