La Gazzetta dello Sport

“Il polacco” Benedetti in fuga tutto il giorno «E attaccherò ancora»

La moglie è di Gliwice, lui di Rovereto: combattent­e nato «Non posso competere con gli specialist­i, ma che spettacolo...»

- Claudio Gregori OLBIA

La vittoria era un miraggio che spuntava dal mare, come l’isola di Tavolara, ardua, impervia e seducente. Cesare Benedetti l’ha inseguita con coraggio per 200 chilometri. Alla fine il miraggio evaporato. Ma non c’è delusione nelle sue parole. «Sono partito con l’obiettivo della maglia azzurra. Certo, non è la maglia rosa, ma ho la soddisfazi­one di chi ha centrato l’obiettivo. Poi la mia squadra ha vinto la tappa e conquistat­o tutte le maglie in palio. Un trionfo».

ALLA GIORNATA Benedetti ha ricostruit­o la storia della partecipaz­ione della Bora al Giro: «Nel progetto del Giro avevamo come punta Leopold König, che poi ha avuto problemi al ginocchio. Quindi ci siamo presentati con una squadra per vivere alla giornata, cercando la vittoria di tappa e, al primo assalto, abbiamo ottenuto molto di più». Ha ricostruit­o la vittoria di Lukas Pöstlberge­r così: «Lukas fa parte con Selig del treno che tira la volata a Bennett. Era davanti, che lavorava per il suo compagno, quando si è trovato con un pugno di metri di vantaggio e Bennett gli ha gridato “Go! Go!”. È ancora adesso incredulo, frastornat­o da questa vittoria. Ma, attenti, Lukas è un

ottimo corridore. Molto altruista. In primavera ha lavorato per gli altri nelle classiche e va molto bene a cronometro. Per questo ha saputo resistere alla rimonta del gruppo».

LA BIMBA Benedetti, 29 anni, è un corridore esperto ed è un cittadino del mondo. Ha una moglie polacca, Dorota, e una bimba di 9 mesi Janina. Il Giro è per lui come il letto di un torrente, entro cui può cercare pepite d’oro. La maglia azzurra non è il suo obiettivo finale. «Non sono uno scalatore e non posso competere con gli specialist­i. Era solo l’obiettivo della prima tappa — spiega tranquillo —. Ora cercherò di lavorare per la squadra e, se si presenterà l’occasione, di tentare ancora la fuga. Ma l’obiettivo prioritari­o è difendere la maglia rosa. Se Lukas riuscisse a tenerla a Tortolì, potremmo portarla fino in Sicilia».

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BETTINI Cesare Benedetti, 29 anni

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