Nibali: «Buone sensazioni» Ma oggi crescono le insidie
Verso Tortolì, 3000 m di dislivello attraverso il Nuorese. Kruijswijk perde 13”: «Mi sono trovato in mezzo». Quintana guarda avanti
«Tutto ok. È stata una tappa tutto sommato tranquilla e le sensazioni non sono state male. Non era pianura visto che sono venuti fuori 2200 metri di dislivello». Vincenzo Nibali commenta così la prima fatica del Giro d’Italia. Le insidie dei giorni d’abbrivio non sono mai da sottovalutare a maggior ragione qui in Sardegna tra vento, caldo e strade tutt’altro che piatte. «Nella seconda tappa – commenta il tecnico Paolo Slongo – di metri di dislivello dovremmo farne quasi 3000 (si supereranno anche i mille metri di quota a Genna Silana, ndr) e anche se non sembra è tutta fatica nelle gambe».
TEMPO In effetti ieri c’è stato un pretendente alla rosa di Milano che di tempo ne ha perso: è l’olandese Steven Kruijswijk. Il 29enne capitano della Lotto NlJumbo ha lasciato 13” sul traguardo di Olbia. Per carità, tutta un’altra storia rispetto al 2015 quando verso La Spezia pagò un dazio addirittura di 8’05” rispetto ai big, però è superfluo dire che avrebbe volentieri evitato. «Mi sono dovuto fermare quando c’è stato quel groviglio nel finale – ha detto Kruijswijk, quarto al Giro nel 2016 – perché ero giusto lì dietro. Poi sono riuscito a riaccodarmi al gruppo ma ho avuto qualche timore a spingere a tutta e così mi sono ritrovato questo piccolo ritardo». C’è da rilevare come l’olandese sia reduce da una caduta al Tour of Yorkshire a fine aprile e in vigilia lamentava ancora dei piccoli dolori nella zona del torace. «Era un finale insidioso e ho preferito non prendere rischi», ha ammesso.
SEGNALI Tutti i big comunque sono stati con le antenne ben dritte e hanno corso davanti, in tv si sono visti i grandi rivali Nibali e Quintana trovarsi in alcune occasioni molto vicini. Il colombiano non ha lasciato niente al caso per prepararsi al tentativo di doppietta Giro-Tour e in Colombia – dove si è allenato a lungo dopo la Tirreno-Adriatico – lo ha raggiunto anche l’allenatore Manuel Mateo: « Si trattava di tenerlo sotto controllo per arrivare all’inizio del Giro un pochino “corto” di forma – ha dichiarato a El Pais -. Durante la corsa troverà quello che gli manca e arriverà perfetto alla terza settimana, quella in cui si concentra la montagna. In più, ci sono due cronometro abbastanza lunghe e si è lavorato di più con la bici specifica». Ma anche oggi la meravigliosa Sardegna offre qualche insidia: antenne ancora dritte è l’unico proposito possibile.