«A Gerusalemme Gentile è rinato Pronto per l’Italia»
L’ex c.t. e la sua prima stagione con l’Hapoel «Sono parte integrante di un progetto ambizioso»
Il brand italiano va ancora forte all’estero. Confini abbattuti, globalizzazione, con lo sport che è il simbolo del cambiamento. Le nostre eccellenze d’esportazione si distinguono, come dimostra Simone Pianigiani, che ha scelto la Terra Santa. Gerusalemme liberata, nel suo caso, perché l’impegno dell’ex c.t. con l’Hapoel punta a mettere fine al monopolio del Maccabi Tel Aviv, universalmente riconosciuto come unica potenza del basket israeliano.
Pianigiani, ci racconti questo suo primo anno con l’Hapoel.
«Molto bello. Il target era chiaro: fare un salto in avanti a livello europeo. Lo abbiamo fatto persino più lungo del previsto arrivando a giocarci lo spareggio delle semifinali di Eurocup con il Valencia. Una coppa di altissimo livello, con squadre da Eurolega come lo Zenit San Pietroburgo (che potrebbe entrarci con una seconda wild card l’anno prossimo), il Khimki, Malaga, Bayern Monaco».
Bilancio quindi già positivo.
«Per il club è stata una bella spinta, abbiamo chiuso con il primo pubblico di Eurocup, dimostrando che la passione c’è anche qui e non solo per il Maccabi. Era quello che voleva il presidente. Sarà dura avere una wild card per l’Eurolega 2017-18 ma siamo tra quelli che vengono presi in considerazione. L’obiettivo è entrare stabilmente tra le top 20 d’Europa il prima possibile».
ALE LAVORA COME UN MATTO E MIGLIORA DI GIORNO IN GIORNO
STOUDEMIRE HA UN’INESAURIBILE VOGLIA DI COMPRENDERE
SIMONE PIANIGIANI COACH HAPOEL
Cosa le è più piaciuto di questa esperienza?
«Il crescere con una struttura giovane – per la prima volta nella mia carriera sono il più vecchio di tutti, staff compreso! – lavorando su un progetto di cui anche tu sei parte integrante, magari pur solo per un periodo ristretto. Abbiamo creato un bel basket, rilanciato giocatori come Curtis Jerrells, entrato nel quintetto ideale dell’Eurocup, integrato Stoudemire in un mondo nuovo, il tutto con una squadra totalmente rinnovata. Abbiamo battuto il Maccabi in Supercoppa, ci abbiamo perso in finale di Coppa d’Israele, ora speriamo di giocarci la bella in campionato. E’ una lega stimolante, da dove partono tanti americani che poi vanno in Eurolega. Sto provando quello che speravo di sentire, ovvero di aver cambiato qualcosa».
Parla di periodo ristretto. Significa che non è certo di restare la prossima stagione?
« Ora vivo in apnea con i playoff in arrivo. Poi sarà giusto rifare una verifica con la proprietà. Avendo fatto un passo più lungo del previsto non sarà facile confermare tutti i giocatori, bisogna capire quali saranno gli obiettivi. Ma stiamo bene insieme e c’è fiducia reciproca».
Come si sta adattando Alessandro Gentile?
«Bene, lavora come un matto, non era in forma quando è arrivato, ha già perso chili e massa grassa. Ha entusiasmo, si presenta sempre con il sorriso, qui gli vogliono bene. Giovedì ha giocato 22’ (10 punti con 4/8 su azione, ndr.) nella partita che abbiamo perso a Eilat al supplementare, una prova solida. Migliora di giorno in giorno, se va avanti così di sicuro sarà pronto per l’estate con la Nazionale».
Come è stato allenare Stoudemire?
«Interessante perché è stato un continuo adattarsi a due mondi nuovi anche per lui, passando dal campionato dove ci devono essere in campo sempre due israeliani, alla coppa, o da arene come quella del Maccabi a palestrine. Ha un’inesauribile voglia di comprendere. E’ stato anche molto stimolante per noi dello staff adattarsi alle sue abitudini come quella di fare tanto video, anche mezz’ora prima della palla a due».
E’ riuscito a godersi la città?
«Il lavoro è totalizzante ma basta uscire di casa per trovarsi in posti incredibili. Sei sempre immerso in qualcosa che ti stupisce. Qui c’è un mix tra storia, per quello che rappresenta per tre religioni, e futuro, con le tecnologie in cui primeggiano, e il fatto che sia veramente una terra cosmopolita».
Come vede la Nazionale?
«C’è l’ottimo momento di giocatori che sono maturati come Melli e Datome che mi auguro possa bastare per raccogliere qualcosa d’importante. Poi dipenderà dal sapere cogliere l’attimo, dalla chimica, dalla salute. Mi auguro che Messina possa scegliere chi portare».
Tornerebbe in Italia ad allenare?
«Se dico di no sembro presuntuoso... Però l’estero offre più possibilità, progetti dove la figura del tecnico è centrale, come dicevo all’inizio. E’ giusto sentirsi allenatore europeo – o anche extraeuropeo– in questo momento, ma mai dire mai».
La sua Juventus ce la farà a vincere la Champions?
«E’ tosta, manderò un messaggio a Max (Allegri. ndr.), sa come si fa ad arrivare in fondo, ed è quello che conta. Anche lì emerge il progetto, la solidità, la forza mentale. Poi in una gara secca, specie nel calcio, è imprevedibile. Ma prima o poi se ci sei qualcosa succede...».