«Non avrei mai pensato di giocare 19 anni in A Ho inseguito un sogno»
Domani l’ultima gara dell’ex trevigiano. Dino Meneghin: «Spero resti nel basket: c’è bisogno della sua intelligenza e forza d’animo»
Massimo Bulleri giocherà l’ultima partita – la numero 582 – domani a Torino, dove l’Openjobmetis incontrerà la Fiat, ma il mondo del basket si è già alzato in piedi per rendere omaggio al play che, alla soglia dei quarant’anni, ha annunciato il ritiro. Ieri mattina, sul parquet del palazzetto di Varese, si sono dati appuntamento illustri nomi della pallacanestro italiana per celebrare una carriera lunga 19 stagioni di Serie A e impreziosita dall’argento conquistato con la nazionale all’Olimpiade di Atene 2004 e dagli allori raccolti con Treviso: 2 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe, oltre a 3 titoli di miglior giocatore (campionati 20022003 e 20042005 e Final Eight 2005).
DURATA Una vita agonistica così durevole e intensa era il sogno di Bulleri e il suo consiglio per un ragazzino che si affaccia al basket è questo: «Inseguire i sogni con la voglia di farli diventare realtà». Ha fatto proprio così il play, che non avrebbe mai pensato di stare sul parquet dal ‘90, anno dell’approdo nel vivaio della Pallacanestro Livorno, fino a oggi: «Avrei scommesso su 6-7 stagioni ai massimi livelli. Ma mi hanno spinto la volontà, l’impegno e il desiderio di competere, che sono stati premiati non solo da quanto ho vinto in passato, ma anche dalla 19a stagione di A che sto per concludere con Varese: per me ha avuto molto valore». Bulleri ha collezionato in questo campionato 23 presenze e ha segnato 53 punti: se domani sera riuscirà a farne 5, raggiungerà quota 4200. Ma più dei numeri conta- no le emozioni: «Durante la stagione ne abbiamo vissute molte e sono state forti. Non dimenticherò mai come sono stato accolto dal pubblico che, quando venivo a Varese da avversario, non era mai benevolo nei miei confronti. Invece sono stato subito applaudito, già al raduno, e poi è stato sempre un crescendo fino all’enorme boato con cui tutto il palazzetto mi ha acclamato domenica scorsa, prima della gara con Cremona». Bulleri deve ancora giocare l’ultima partita e per ora non pensa al futuro: «Ne parlerò con mia moglie Claudia e con la famiglia: sono loro gli artefici della mia storia sportiva. La decisione di ritirarmi era maturata fra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. A dire il vero ci avevo pensato già l’anno scorso ma poi ho capito che vo- levo continuare e sono stato fortunatissimo nel vivere l’ultimo campionato a Varese».
AMICI Gli amici di Bulleri, radunati a Masnago, hanno augurato al play di rimanere nell’ambiente, come ha detto Dino Meneghin: «Il 2017 ha visto il ritiro di 3 nomi illustri: Bulleri, Righetti e Basile. Spero che Massimo resti legato al basket, che ha bisogno della sua intelligenza e forza d’animo». A proposito di spirito di volontà, Charlie Recalcati, che ha guidato Bullo in Nazionale, ha un aneddoto esemplare: «Durante una trasferta arrivammo in aeroporto di notte e non c’erano facchini, mentre il nostro pullman era carico di bagagli: fu Massimo a convincere i compagni a scaricarli, passandoli mano per mano. Arrivammo in albergo alle 3 ma il giorno dopo vincemmo la partita».